mercoledì 23 settembre 2020

Le sorelle Macaluso

Emma Dante è nota soprattutto per le sue opere teatrali, alcune delle quali ho avuto modo di apprezzare a teatro nel corso degli ultimi anni.

La regista non disdegna però di tanto in tanto qualche incursione cinematografica, che di solito ha comunque un'ascendenza o un impianto teatrale.

Nel caso de Le sorelle Macaluso l'opera teatrale è una di quelle di maggiore successo della regista (sebbene io non l'abbia vista) e l'approdo al cinema punta a darle una risonanza ancora più ampia.

L'adattamento cinematografico ha ovviamente richiesto qualche modifica, prima tra tutte la riduzione del numero delle sorelle che a teatro sono dodici e qui invece sono cinque.

[ATTENZIONE: Proseguendo nella lettura sono presenti SPOILER!] 

La sostanza però rimane la stessa: la storia delle sorelle Macaluso che vivono da sole in una casa di Palermo, e delle quali ci viene raccontata una giornata che segnerà per sempre la vita di tutte.

Il film si articola in tre momenti: la prima è la fatidica giornata, quella in cui le cinque ragazze al risveglio si preparano per andare al mare ai bagni Charleston. È la giornata in cui facciamo la conoscenza con ognuna di loro, scopriamo i loro sogni e desideri, nonché i loro rapporti, la gioia e l'ottimismo con cui ancora guardano alla vita.

Il secondo momento le vede ormai pienamente adulte e ridotte a quattro perché comprendiamo che quella giornata di festa è finita male. Tutt'e quattro hanno perso la leggerezza dell'infanzia e della giovinezza, e vivono rimpianti e recriminazioni reciproche, mentre una di loro sta per fare alle altre una dolorosa rivelazione.

Il terzo momento le vede anziane, ormai ridotte a tre, la casa ormai decadente, mentre la sorella che ci è rimasta a vivere prepara la sua morte.

Ogni momento è separato dall'altro da un volo di colombe e gabbiani, quelli che da quando sono piccole popolano la soffitta della loro casa e dalla cui vendita o "prestito" le ragazze vivono.

Il film nel complesso è interessante, e queste vite intrecciate e spezzate da una giornata su cui si sono infranti i sogni di tutte e su cui sono fioriti i sensi di colpa, i conflitti e le follie sono uno spettacolo emotivamente potente.

Il testo è certamente il punto di forza del racconto. A livello cinematografico invece il film appare troppo insistito sulle metafore (una casa dove ciò che è rotto non viene mai riparato, l'abbuffata della sorella che sta per morire, la simbologia delle colombe) e alfine troppo didascalico e meccanico nella sua struttura (penso ad esempio alle frequenti comparse della bimba morta che le sorelle continuano a vedere in momenti salienti della giornata maledetta).

Il risultato è dunque a tratti un pochino stucchevole, sebbene la storia di queste donne e il loro destino non possano lasciare lo spettatore indifferente.

Una seconda prova cinematografica riuscita secondo me a metà.

Voto: 3/5


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