Dopo aver letto Mercedes avevo adocchiato l'opera prima di Daniel Cuello e già pianificavo di comprarla. Poi per il mio compleanno me l'hanno regalata i miei amici A. e I. e non ho resistito nemmeno una settimana prima di affrontarne la lettura.
Residenza Arcadia è un condominio abitato in prevalenza da anziani. Di per sé si tratta di un condominio come molti altri, i cui abitanti hanno ciascuno le proprie ossessioni e frustrazioni che sfogano, a seconda dei casi, nei confronti dell'amministratore o degli altri condomini. I dispetti tra condomini e le piccole meschinità sono all'ordine del giorno, ma tutti gli abitanti del condominio sono uniti nel loro rifiuto verso estranei o diversi che arrivino a turbare la folle quiete della loro casa.
Cuello ambienta la storia in uno spazio e un tempo indefiniti. Potrebbe trattarsi dell'Italia e potrebbe essere il presente (tutti dispongono di smartphone e altre tecnologie) ma del mondo esterno non sappiamo né vediamo quasi niente. Sappiamo solo che nel mondo di residenza Arcadia vige una sorta di totalitarismo che non tollera opposizioni e ha ridotto alcune libertà dei suoi cittadini, come quella di acquistare quanti libri si vogliono.

In realtà il prologo - definendo fin da subito il tono tra il grottesco e il drammatico che caratterizza l'intero albo - rivela immediatamente che anche all'interno dei singoli nuclei familiari e delle singole abitazioni le situazioni non sono meno tese e conflittuali, e a poco a poco si scopre che ognuno si porta dietro dal passato dolori e sofferenze con cui in molti casi non è riuscito a scendere a patti o che hanno condizionato l'intera sua esistenza.
Ne viene fuori un affresco sicuramente un po' parodistico e grottesco, come rivela anche lo stile dei disegni con cui Cuello rappresenta i personaggi, ma anche ricco di pietas e in fondo di comprensione umana verso queste persone che forse in un mondo diverso avrebbero potuto sviluppare la versione migliore di loro stessi e invece vivono nella solitudine e nella incomunicabilità e si alimentano solo della propria cattiveria, perpetuandola nel tempo.
Un albo di grande impatto.
Voto: 4/5
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