Approfittando di una trasferta bolognese, accetto l'invito di S. di andare al Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno a vedere, insieme anche a S., R. e S., lo spettacolo di Marinella Manicardi, Corpi impuri.
Si tratta di un monologo puro, in cui l'autrice e attrice, da un palco completamente spoglio (a parte che per un'immagine proiettata su un telo prima che lo spettacolo inizi e poi a un certo punto) dialoga con il pubblico su un tema tabù, quello delle mestruazioni.
A metà strada tra il comico, il sociologico, lo storico e l'informativo, la Manicardi ci racconta che le origini del tabù per cui le mestruazioni sono qualcosa che fa ribrezzo e non sta bene parlarne, diventando una specie di marchio di infamia e inferiorità delle donne, vanno ricercate nel maschilismo imperante per secoli, anzi per millenni, e dunque nel diffuso pregiudizio che ha ritardato i progressi scientifici e ha condizionato (e condiziona) la vita delle donne.
La Manicardi per un'ora circa si muove come un folletto da una parte all'altra del palco, accompagnata dalle luci di scena, e con la sua recitazione brillante e coinvolgente ci rende partecipi di un vero e proprio viaggio nel tempo, da lei costruito a partire da una estesa attività di ricerca.
Il suo monologo non risparmia nessuno: gli uomini, la chiesa, le religioni in generale, la scienza e le stesse donne che, per ignoranza o paura, si sono spesso fatte complici della sopraffazione maschile.
Si ride molto durante lo spettacolo, ma si riflette anche tanto e si imparano cose che non è detto che tutti sappiano, come ad esempio che il delitto d'onore e il matrimonio riparatore sono stati abrogati in Italia solo nel 1981 e solo nel 1996 il reato di stupro da delitto contro la morale pubblica è diventato delitto contro la persona.
Per fortuna in coda allo spettacolo l'attrice ci ritira su il morale raccontandoci due delle pochissime barzellette da lei rinvenute sul tema delle mestruazioni (a ulteriore dimostrazione della forza di questo tabù).
Ad alcuni forse il testo della Manicardi potrà sembrare un po' vetero-femminista, ma la storia - anche recente - ci ha dimostrato che ancora non è arrivato il momento di abbassare la guardia in merito ai diritti delle donne. Inoltre, mettere in fila i fatti che raccontano ignoranza e pregiudizi nei confronti delle donne, seppure con tono leggero e divulgativo, aiuta a collocare nella giusta prospettiva alcune delle questioni femminili ancora oggi centrali. Certo, in sala gli uomini si contavano sulle dita di due mani al massimo; forse non sono interessati all'argomento, oppure pensano di sapere già tutto, o non vogliono che li si faccia sentire "corresponsabili".
Lo spettacolo della Manicardi fa il paio con quello che ho visto qualche mese fa, Perfetta, interpretato da Geppi Cucciari sul testo di Mattia Torre. E devo dire che, pur amando molto i testi di Mattia Torre, in fondo anche quello spettacolo non era altro che una dimostrazione del fatto che alla fine, persino quando si parla delle mestruazioni e lo si fa per bocca femminile, dietro c'è un uomo (per quanto un uomo intelligente, aperto e sensibile come Mattia Torre).
Non è il caso di Corpi impuri. E anche solo per questo merita tutto il nostro apprezzamento.
Voto: 3,5/5
mercoledì 20 febbraio 2019
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