lunedì 8 luglio 2024

Lahav Shani - Martha Argerich. Auditorium Parco della Musica, 15 giugno 2024

A distanza di quasi dieci anni dal concerto della Argerich che ero andata a vedere all'Auditorium nel 2015, dopo quello che mi aveva entusiasmata nel 2012, non mi lascio sfuggire l'occasione di tornare a sentire dal vivo questa straordinaria pianista che alla veneranda età di 83 anni continua a deliziarci con le sue esecuzioni musicali.

Il programma del concerto è interamente dedicato a Beethoven: la Argerich è protagonista della prima parte, dedicata al Concerto n. 2, uno dei cavalli di battaglia della pianista argentina, accompagnata in questo caso dall'orchestra dell'Accademia nazionale di Santa Cecilia diretta per l'occasione dal giovane direttore d'orchestra e pianista israeliano Lahav Shani.

La Argerich - che già era nel programma del Santa Cecilia l'anno scorso, ma alla fine non era venuta per problemi di salute - viene accolta, prima ancora di iniziare a suonare, con grandissimo calore dal pubblico romano che certamente la aspettava da parecchio tempo; poi, quando comincia a muovere le mani sulla tastiera in quella sua maniera straordinaria (tanto più se si pensa all'età attuale della pianista), conquista definitivamente tutti, cosicché alla fine del concerto l'applauso è lunghissimo e inevitabilmente richiama la Argerich sul palco per l'esecuzione a quattro mani insieme a Lahav Shani di Ma mère l’Oye, Le jardin Féerique di Maurice Ravel (io ovviamente lì per lì non so assolutamente di cosa si tratti, e lo scopro solo dopo grazie al santo Google).

Alla fine di questa esecuzione, tre quarti del pubblico dell'Auditorium è in piedi per un omaggio dovuto a una musicista che ha fatto la storia del pianoforte. 

La seconda parte del concerto vede entrare l'orchestra al gran completo, nonché l'impressionante schieramento del coro dell'Accademia, cui si aggiungono i solisti, il soprano Chen Reiss, il mezzosoprano Okka von der Damerau, il tenore Siyabonga Maqungo e il basso Giorgi Manoshvili, per l'esecuzione della Sinfonia n. 9 di Beethoven.

Non sono ovviamente in grado di esprimere alcun tipo di valutazione o di giudizio sulla qualità dell'esecuzione (nemmeno di quella precedente ovviamente), ma nonostante la lunghezza e la stratificazione della sinfonia non avverto noia, anzi mi diverto a seguire gli interventi dei singoli strumenti nella complessa partitura e anche a osservare i musicisti concentrati nella loro esecuzione.

Come sa chi segue questo blog, non sono un'appassionata di musica classica, ma un concerto dal vivo ogni tanto è un'esperienza che trovo molto soddisfacente e a volte emozionante.

Voto: 4/5

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