mercoledì 1 maggio 2024

Erlend Øye e la Comitiva. Monk, 20 aprile 2024

Come molti già sapranno, Erlend Øye è uno dei due componenti dei Kings of Convenience (l'altro è Eirik Glambæk Bøe). Personalmente, i KoC mi sono sempre piaciuti e li seguo da tempo (anche dal vivo), ma man mano che la loro conoscenza si è approfondita ho cominciato a seguire anche la carriera solista di Erlend Øye, che sia sul piano personale che musicale mi pare un personaggio eclettico ed interessante.

Tra l'altro Erlend Øye è ormai mezzo italiano, visto che oltre dieci anni fa si è trasferito a vivere a Siracusa, nel cui ambiente - musicale e non solo - è perfettamente integrato. Due anni fa, proprio grazie a lui e al concerto che i KoC hanno fatto a Villa Ada ho conosciuto Marco Castello, il polistrumentista e cantautore siciliano che in quella circostanza li accompagnava e che di lì in poi ho cominciato a seguire anch'io.

Nel frattempo Marco Castello ne ha fatta di strada e ha una carriera autonoma importante, tanto che all'ultimo concerto organizzato a Roma, non essendomi mossa abbastanza per tempo, non ho trovato più posto.

Ora, Erlend Øye e Marco Castello hanno finalmente dato alla luce un lavoro che li vede insieme protagonisti, sotto il nome di La Comitiva, nella quale oltre a loro due ci sono anche Stefano Ortisi e Luigi Orofino. A questo quartetto di tanto in tanto nei vari concerti si uniscono altri musicisti, e per esempio a Roma abbiamo avuto il piacere di sentir suonare con la Comitiva anche Romain Bly ai fiati e alle percussioni.

Insomma, la Comitiva è un vero e proprio progetto musicale aperto e multiforme, iniziato ormai diversi anni fa e forse destinato a trasformarsi sull'onda della creatività di Erlend e dei suoi sodali.

Al Monk la Comitiva porta una setlist in cui il gruppo ha scelto di dare visibilità sia alle creazioni collettive, sia alle canzoni invece legate alle storie individuali, sia a cose contenute nell'album sia ad altre che invece lì non ci sono. Si comincia con Fence me in e Peng Pong per poi andare ad Upside down e ad Altiplano
Già in queste prime canzoni si capisce che il concerto sarà notevole sia sul piano musicale che su quello dell'intrattenimento: so già che Erlend Øye è un mattatore, quindi non solo suona (in questo caso l'ukulele) e canta, ma parla con il pubblico, scherza e balla nel suo modo buffo. Gli altri musicisti che lo circondano gli reggono il gioco e contribuiscono a trasformare l'atmosfera complessiva in una serata tra amici, che poi tanto sera non è visto che il concerto inizia alle 19,30.

Comunque, rotto il ghiaccio iniziale, il concerto fila via spedito, mentre canzoni in inglese si alternano ad altre in italiano, da un lato Price, For the time being, Lockdown blues, You and only you, dall'altro Il matrimonio di Ruggiero, Paradiso, Bologna. Non mancano le esecuzioni di canzoni scritte dai singoli e da loro cantate, come Beddu di Marco Castello, e Amsterdam di Luigi Orofino. 

Il concerto si chiude con Spider e, in un progressivo crescendo di partecipazione ed entusiasmo, con La prima estate. Al ritorno sul palco dopo il richiestissimo bis La Comitiva ci propone una canzone più soft e una di maggiore ritmo (Mornings and afternoons e Poor Leno), e il concerto finisce con Erlend che trascina tutti i musicisti al centro della sala per continuare a suonare e cantare senza amplificazione. Un'esperienza musicale e umana di grandissima soddisfazione che ci fa uscire dalla sala del Monk tutti con il sorriso sulle labbra e pienamente soddisfatti.

Voto: 4/5

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