In questo ultimo scorcio della stagione teatrale, sfruttiamo i biglietti residui del carnet ViviCinema&Teatro per andare a vedere questo spettacolo in programmazione al Teatro Parioli. La messa in scena di un testo di Yasmina Reza è sempre un'attrattiva anche lì dove non conosciamo registi e attori.
In questo caso si tratta di Conversazioni dopo un funerale, opera prima della Reza, scritto quando aveva solo 25 anni e che vinse all'epoca numerosi premi. L'opera è ambientata in una casa di campagna dove è stato appena celebrato il funerale di un uomo, e dove convergono i suoi tre figli (due maschi e una femmina), il fratello con la moglie e - in maniera inattesa - la ex-fidanzata dei due figli maschi.
Questa presenza contemporanea sarà l'occasione per far emergere situazioni irrisolte e modi di sentire differenti e contraddittori che sfoceranno talvolta in conflitto, altre volte in risata, fino alla catarsi finale.
Non ho letto il testo originale della Reza, anche se nello scheletro narrativo già si riconoscono alcune tematiche tipiche della sua opera. In questo caso però la verve tipica della Reza ne esce appiattita e monocorde, non so se in parte per limiti propri del testo, oppure per una serie di questioni relative alla messa in scena.
Personalmente, lamento innanzitutto un audio pessimo (e comunque una scelta di amplificazione molto discutibile, oltre che tecnicamente non riuscita), in secondo luogo una recitazione decisamente poco brillante, tra lo stereotipato e l'incolore, in terzo luogo un adattamento in italiano (e al contesto italiano) non del tutto convincente (sebbene io non possa giudicare visto che non ho letto l'originale), infine un allestimento e una regia un po' banali.
Mi spiace sempre uscire da uno spettacolo scontenta e con un giudizio negativo, che in ogni caso resta sempre soggettivo ed espresso da una persona che non è un'addetta ai lavori.
Mi sento di dire però - avendo ormai un certo bagaglio conoscitivo come spettatrice di opere teatrali - che questo spettacolo non sia particolarmente riuscito e non renda merito a un'autrice la cui scrittura di solito risulta affilata quanto i temi che tratta.
Voto: 2/5
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