mercoledì 15 maggio 2024

La bataille de Solférino = La battaglia di Solferino

Ho approfittato della giornata dedicata a Vincent Macaigne, organizzata dall'Institut français Centre Saint-Louis, come coda del Festival Rendez-Vous, per andare a vedere al Cinema Nuovo Sacher La bataille de Solférino, il primo lungometraggio di Justine Triet (anche se pare ce ne sia uno precedente ambientato in Brasile, ma non riesco a trovare riferimenti precisi).

Il film è uscito nel 2013 ed è l'evoluzione di un corto dal titolo Solférino uscito nel 2009 e girato nel 2007 in occasione delle elezioni presidenziali francesi che videro la vittoria di Sarkozy. La bataille de Solférino viaggia su un doppio binario narrativo, uno pubblico e uno privato, che si intrecciano nella giornata del 6 maggio 2012. Da un lato c'è la vicenda di Laetitia (Laetitia Dosch) e Vincent (Vincent Macaigne), divorziati con due figlie piccole, sulla gestione delle quali ci sono delle conflittualità aperte; dall'altro c'è l'attesa dell'annuncio dei risultati del secondo turno delle presidenziali, da cui uscì vincitore François Hollande, che riempie le piazze di Parigi.

Laetitia è una giornalista televisiva che deve andare in mezzo alla folla a raccontare in diretta gli esiti delle presidenziali, dunque lascia le due bambine a un giovane babysitter, mentre Vincent si dirige verso casa di Laetitia perché vuole stare un po' con le sue figlie, sebbene Laetitia disapprovi questa possibilità. In questo ping pong si inseriranno vari altri personaggi: il nuovo compagno di Laetitia, Virgil, l'amico di Virgil, nonché aspirante avvocato Arthur (Arthur Harari, nella vita marito di Justine Triet), il vicino di casa di Laetitia e ovviamente il povero babysitter. La confusione regna sovrana a casa di Laetitia, tra bambine che urlano e giocattoli sparsi ovunque, ma anche nelle piazze e per le strade dove masse di gente si accalcano in attesa dei risultati e si contrappongono agli avversari politici.

Come ci racconterà al termine del film Vincent Macaigne, Justine Triet - con la freschezza e l'energia dei trent'anni - gira un film che, certo, appare imperfetto, ma è pieno di un entusiasmo e di una vitalità tipicamente giovanili, e che riesce anche a sfruttare un'epoca nella quale era stato possibile girare un film "dal vero", con l'attore che si muove in mezzo alla folla reale di Rue Solferino e viene ripreso dall'alto dai balconi, ovvero con i cameramen che filmano i veri partecipanti delle manifestazioni e le loro dichiarazioni. Insomma, un originale mix di fiction e documentario, nel quale il conflitto privato e quello pubblico si scioglieranno entrambi verso la fine del film, con tutti i protagonisti che si ritrovano dove tutto era iniziato, a casa di Laetitia, a condividere un momento di armonia, prima che il conflitto divampi ancora.

Divertente, magnificamente recitato, con un ritmo forsennato, che si guarda oggi - forse perché nel frattempo il tempo è passato e perché possiamo utilizzare il senno di poi - con un po' di nostalgia e al contempo di cinismo in merito alle aspettative politiche e all'evoluzione della situazione non solo francese, bensì anche europea.

Voto: 3,5/5


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