mercoledì 15 febbraio 2023

Tra le nebbie friulane (e quelle slovene)

In prossimità del fiume Torre
Quest'anno io e S. decidiamo di trascorrere i giorni a cavallo tra il 2022 e il 2023 in Friuli. Ci ero già stata in vacanza nel 2016, quella volta nella zona del Tagliamento. A questo secondo giro la destinazione è più spostata verso est, nella zona dell'Isonzo e verso il confine con la Slovenia.

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Alloggio

Ci arriviamo in macchina da Bologna e la nostra casa per questi giorni sarà un grande monolocale alla Stasion di pueste, una specie di casale di campagna alla periferia di Nogaredo al Torre. Il fiume Torre - per me sconosciuto - sta proprio dietro il casale, a 5 minuti di strada: ci andiamo per constatare che il letto è privo d'acqua (come ci dicono, l'acqua scorre al di sotto in questo momento dell'anno) e per sorprenderci di quanto sia grande. Di fronte al nostro casale ci sono altre case in pietra ristrutturate e soprattutto Villa Gorgo, una grandiosa villa veneta della metà del Settecento con la bella scuderia affrescata, tappa obbligata per chi al tempo era in viaggio verso l'Austria.

Nogaredo al Torre
Oggi il borgo di Nogaredo è veramente un piccolissimo paesino, gradevole, ma dove a parte villa Gorgo, qualche b&b e una trattoria non c'è praticamente nulla, anche se la location è davvero bella e suggestiva, anche in una situazione di nebbia e di pioggerellina come quella che viviamo in questi giorni.

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I giri

Da Nogaredo nei giorni a seguire esploriamo i dintorni, sebbene non giriamo tantissimo perché l'idea è quella di riposarsi e anche perché il meteo non invoglia quasi per niente.

Aquileia
Una sera andiamo a fare un giro a Palmanova, la città fortificata a forma di stella, con la grande piazza centrale, girando intorno alla quale si ha quasi un senso di spaesamento. Una mattinata la trascorriamo ad Aquileia, città dalle rilevanti vestigia romane, tra cui i resti del foro e del porto fluviale, oltre ai magnifici mosaici a tema marino poi inglobati nella splendida basilica. Il pomeriggio dello stesso giorno andiamo a Grado, dove resto affascinata dalla laguna, un tipo di ambiente che fotograficamente mi piace sempre tanto. Il paese lo guardiamo in modo molto superficiale e periferico, quindi non sono in grado di esprimere alcuna valutazione.

Un'altra giornata è dedicata al sentiero di Rilke, quello che si snoda lungo il costone delle scogliere sul mare tra Sistiana e Duino. Purtroppo becchiamo una giornata particolarmente brutta, e all'andata facciamo più di metà del sentiero con la pioggia. Dopo la pausa a Duino (ci salva l'unico bar aperto del paese), torniamo indietro con un meteo leggermente più favorevole e riusciamo a vedere un piccolissimo sprazzo di tramonto sul castello di Duino.

Sul sentiero di Rilke
Non ci facciamo mancare una puntata slovena. Il 31 dicembre attraversiamo il confine, passando per l'altopiano del Carso che però non abbiamo il tempo di visitare, e andiamo alle gole di Tolmino, il punto di ingresso più basso del Parco Nazionale del Triglav

Forse perché è inverno l'ingresso non è regolamentato e non si paga il biglietto (al parcheggio ci sono pochissime auto): così iniziamo il percorso circolare che prima ci porta giù fino al fiume, poi ci fa risalire per andare al fondo della gola (bellissima e inquietante), poi tornando facciamo un "avanti-e-indietro" sul ponte tibetano, quindi ci immergiamo nel sentiero che ci porta alla roccia a forma di orso e infine risaliamo sulla strada, verso la cosiddetta grotta di Dante (così chiamata perché si dice che l'abbia visitata Dante e che sia stata di ispirazione per l'Inferno) che però è chiusa. 

Gole di Tolmino
Lungo la strada arriviamo al ponte di ferro (detto anche del diavolo, rinforzato e usato dai soldati durante la guerra) e infine eccoci al parcheggio. In questa giornata la nebbia sembra averci offerto una tregua e abbiamo potuto persino godere di un bel sole. Poiché è ancora presto, decidiamo di allungarci fino alla chiesetta di Javorca, costruita dai soldati austro-ungarici come monumento alla riconciliazione e alla pace. La strada che porta alla chiesetta è una stradina in mezzo ai boschi a un'unica corsia e in buona parte sterrata che a tratti fa un po' paura , soprattutto se in macchina si incrocia qualcun altro che viene nel senso opposto. Però attraversa un paesaggio fantastico, che è ancora più spettacolare ora che l'atmosfera si è fatta di nuovo brumosa.

Al termine di questa strada si parcheggia e poi con altri circa 20 minuti a piedi si è alla chiesetta (chiusa ovviamente), da cui si domina il paesaggio circostante, dove il sole al tramonto cerca di aprirsi una piccola feritoia tra le nuvole.

L'ultimo giorno lo dedichiamo a Trieste, in particolare il nostro obiettivo è il castello di Miramare che il primo gennaio risulta aperto e anche gratuito. Non a caso quando arriviamo c'è parecchia gente che evidentemente ha avuto la nostra stessa idea. Dopo un pochino di fila, riusciamo a prendere i biglietti e facciamo la visita all'interno (bella, ma non entusiasmante), poi un piccolo giro nel parco, quindi andiamo a Trieste città. 

Verso il castello di Miramare
Il tempo continua a essere grigissimo. Guardando il mare non si riconosce la linea che lo separa dal cielo e le navi sembrano sospese nel nulla. In città facciamo una passeggiata nella parte bassa e visitiamo qualche mercatino di Natale, poi andiamo verso il caffè San Marco a prendere una cioccolata calda e un dolce. Quando usciamo dal bar siamo troppo stanche per salire nella zona alta medievale e quindi decidiamo di riprendere la macchina e tornare verso casa a riposare.

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Il cibo e il vino

In Friuli - si sa - si mangia e si beve bene, e talvolta benissimo, praticamente ovunque.

Verso la chiesetta di Javorca
Noi abbiamo avuto pochi giorni a disposizione, ma direi che anche da questo punto di vista siamo tornate a casa soddisfatte.

Di seguito i posti sperimentati con successo durante la nostra permanenza friulana.

Innanzitutto la Fricheria/Trattoria Al Cavallino a Strassoldo, dove ci siamo fermate il primo giorno arrivando: tantissimi tipi di frico, certo non leggeri, ma molto buoni.

A Grado, durante la nostra breve sosta, abbiamo mangiato al Bar Cicchetteria Rampa d'oro, che non gli si darebbe un centesimo, invece si rivela un posto buono e dall'atmosfera simpatica.

Una sera invece mangiamo insieme alla nostra amica M. e alla sua famiglia all'osteria Agli antenati a San Lorenzo Isontino, dove tra cjarsons, secondi di carne, dolci e amari usciamo satolle e contente.

Alle gole di Tolmino
Il punto culinariamente più alto della vacanza è la cena all'osteria La Preda della Subida (un borgo che è tutto di una famiglia dove c'è anche un ristorante stellato e altri servizi). La cena è di ottimo livello, soprattutto il tagliere misto (prosciutto D'Osvaldo, speck, soppressa, formaggi e giardiniera) e il primo piatto di ravioli con crema di cime di rapa e nocciole. Un po' meno riuscito il petto d'anatra confit, forse perché le cosce - previste in menu ma non disponibili - erano state sostituite da una carne un po' troppo asciutta come il petto. Ottima la cheesecake finale e anche amari e grappe, per non parlare dei vini. Andando via compriamo un barattolo di giardiniera e uno di asparagi in agrodolce da portarci a casa, acquisti che si vanno ad aggiungere a varie altre cose comprate nei supermercati friuliani e sloveni (ho una vera ossessione per i supermercati in qualunque posto io vada).

Sul sentiero di Rilke
Infine, a proposito di vini, una delle attività turistiche che facciamo in questi giorni è andare in giro per cantine per fare incetta di bottiglie da portare a casa. Visitiamo la cantina dei Produttori di Cormons (ottimo rapporto qualità-prezzo), Gradis'ciutta (bellissima cantina e vini di alto livello), e infine Magnàs a Monticello (un borghetto ad alta intensità culinaria, oltre che molto suggestivo), e attraversiamo a più riprese - senza avere purtroppo il tempo di soffermarci adeguatamente - la zona del Collio, che merita una seconda visita in una stagione più favorevole.

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Salutiamo un Friuli che per questa volta ci ha mostrato un volto prevalentemente grigio, piovoso e avvolto nella nebbia (a parte alcune ore della nostra gita slovena), ma che non per questo ci è risultato meno affascinante e attrattivo. Non sarà di certo la nostra ultima visita in questa regione, dove tante cose ancora aspettano di essere scoperte e apprezzate.

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