In prossimità del fiume Torre |
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Alloggio
Ci arriviamo in macchina da Bologna e la nostra casa per questi giorni sarà un grande monolocale alla Stasion di pueste, una specie di casale di campagna alla periferia di Nogaredo al Torre. Il fiume Torre - per me sconosciuto - sta proprio dietro il casale, a 5 minuti di strada: ci andiamo per constatare che il letto è privo d'acqua (come ci dicono, l'acqua scorre al di sotto in questo momento dell'anno) e per sorprenderci di quanto sia grande. Di fronte al nostro casale ci sono altre case in pietra ristrutturate e soprattutto Villa Gorgo, una grandiosa villa veneta della metà del Settecento con la bella scuderia affrescata, tappa obbligata per chi al tempo era in viaggio verso l'Austria.
Nogaredo al Torre |
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I giri
Da Nogaredo nei giorni a seguire esploriamo i dintorni, sebbene non giriamo tantissimo perché l'idea è quella di riposarsi e anche perché il meteo non invoglia quasi per niente.
Aquileia |
Un'altra giornata è dedicata al sentiero di Rilke, quello che si snoda lungo il costone delle scogliere sul mare tra Sistiana e Duino. Purtroppo becchiamo una giornata particolarmente brutta, e all'andata facciamo più di metà del sentiero con la pioggia. Dopo la pausa a Duino (ci salva l'unico bar aperto del paese), torniamo indietro con un meteo leggermente più favorevole e riusciamo a vedere un piccolissimo sprazzo di tramonto sul castello di Duino.
Sul sentiero di Rilke |
Forse perché è inverno l'ingresso non è regolamentato e non si paga il biglietto (al parcheggio ci sono pochissime auto): così iniziamo il percorso circolare che prima ci porta giù fino al fiume, poi ci fa risalire per andare al fondo della gola (bellissima e inquietante), poi tornando facciamo un "avanti-e-indietro" sul ponte tibetano, quindi ci immergiamo nel sentiero che ci porta alla roccia a forma di orso e infine risaliamo sulla strada, verso la cosiddetta grotta di Dante (così chiamata perché si dice che l'abbia visitata Dante e che sia stata di ispirazione per l'Inferno) che però è chiusa.
Lungo la strada arriviamo al ponte di ferro (detto anche del diavolo, rinforzato e usato dai soldati durante la guerra) e infine eccoci al parcheggio. In questa giornata la nebbia sembra averci offerto una tregua e abbiamo potuto persino godere di un bel sole. Poiché è ancora presto, decidiamo di allungarci fino alla chiesetta di Javorca, costruita dai soldati austro-ungarici come monumento alla riconciliazione e alla pace. La strada che porta alla chiesetta è una stradina in mezzo ai boschi a un'unica corsia e in buona parte sterrata che a tratti fa un po' paura , soprattutto se in macchina si incrocia qualcun altro che viene nel senso opposto. Però attraversa un paesaggio fantastico, che è ancora più spettacolare ora che l'atmosfera si è fatta di nuovo brumosa.
Al termine di questa strada si parcheggia e poi con altri circa 20 minuti a piedi si è alla chiesetta (chiusa ovviamente), da cui si domina il paesaggio circostante, dove il sole al tramonto cerca di aprirsi una piccola feritoia tra le nuvole.
L'ultimo giorno lo dedichiamo a Trieste, in particolare il nostro obiettivo è il castello di Miramare che il primo gennaio risulta aperto e anche gratuito. Non a caso quando arriviamo c'è parecchia gente che evidentemente ha avuto la nostra stessa idea. Dopo un pochino di fila, riusciamo a prendere i biglietti e facciamo la visita all'interno (bella, ma non entusiasmante), poi un piccolo giro nel parco, quindi andiamo a Trieste città.
Gole di Tolmino |
Al termine di questa strada si parcheggia e poi con altri circa 20 minuti a piedi si è alla chiesetta (chiusa ovviamente), da cui si domina il paesaggio circostante, dove il sole al tramonto cerca di aprirsi una piccola feritoia tra le nuvole.
L'ultimo giorno lo dedichiamo a Trieste, in particolare il nostro obiettivo è il castello di Miramare che il primo gennaio risulta aperto e anche gratuito. Non a caso quando arriviamo c'è parecchia gente che evidentemente ha avuto la nostra stessa idea. Dopo un pochino di fila, riusciamo a prendere i biglietti e facciamo la visita all'interno (bella, ma non entusiasmante), poi un piccolo giro nel parco, quindi andiamo a Trieste città.
Verso il castello di Miramare |
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Il cibo e il vino
In Friuli - si sa - si mangia e si beve bene, e talvolta benissimo, praticamente ovunque.
Verso la chiesetta di Javorca |
Di seguito i posti sperimentati con successo durante la nostra permanenza friulana.
Innanzitutto la Fricheria/Trattoria Al Cavallino a Strassoldo, dove ci siamo fermate il primo giorno arrivando: tantissimi tipi di frico, certo non leggeri, ma molto buoni.
A Grado, durante la nostra breve sosta, abbiamo mangiato al Bar Cicchetteria Rampa d'oro, che non gli si darebbe un centesimo, invece si rivela un posto buono e dall'atmosfera simpatica.
Una sera invece mangiamo insieme alla nostra amica M. e alla sua famiglia all'osteria Agli antenati a San Lorenzo Isontino, dove tra cjarsons, secondi di carne, dolci e amari usciamo satolle e contente.
Alle gole di Tolmino |
Sul sentiero di Rilke |
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Salutiamo un Friuli che per questa volta ci ha mostrato un volto prevalentemente grigio, piovoso e avvolto nella nebbia (a parte alcune ore della nostra gita slovena), ma che non per questo ci è risultato meno affascinante e attrattivo. Non sarà di certo la nostra ultima visita in questa regione, dove tante cose ancora aspettano di essere scoperte e apprezzate.
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