Di Lucia Calamaro avevamo visto a gennaio del 2020, prima che le nostre vite venissero sconvolte dal Covid, lo spettacolo Si nota all'imbrunire, attirata in quel caso dall'interpretazione di Silvio Orlando oltre che dal tema trattato.
Lo spettacolo mi era piaciuto, e così - come mi è successo molte altre volte al teatro - ho cominciato a seguire un po' questa drammaturga. Così quando ho visto che quest'anno all'India era in programmazione un suo spettacolo interpretato da Lucia Mascino ho proposto a F. di andare a vederlo.
È la sera della prima, e nonostante sia anche la prima serata di Sanremo, il teatro è pieno, e ci sono anche alcuni volti noti nel pubblico. Mentre entriamo in sala sul palco c'è già l'attrice che "recita". E quando tutti sono al loro posto, la protagonista si rivolge direttamente al pubblico: si tratta di una scrittrice in crisi, perseguitata dai suoi agenti ed editori perché è molto tempo che non termina una storia, pur avendo moltissimi inizi di storie. Noi siamo il pubblico di un suo reading, organizzato per riavvicinarla al pubblico e rilanciare le vendite.
Ma in realtà il reading diventa una specie di flusso di coscienza, in cui la nostra autrice rivela il suo senso di "smarrimento", le sue fragilità, le sue insicurezze, le idiosincrasie (spesso comuni a tutti coloro che lavorano con le storie e con le parole), ma anche la sua simpatia. L'effetto è fortemente empatico, anche grazie alle forme di "quasi interazione" che lo spettacolo offre a più riprese.
Ho letto che questo testo è stato scritto appositamente per Lucia Mascino, e infatti le calza addosso come un vestito fatto su misura. Lei l'avevo vista altre volte a teatro e in televisione e non ne ero mai stata particolarmente colpita; qui, invece, la apprezzo molto, sembra tirare fuori la parte migliore della sua capacità recitativa, risultando emotivamente intensa e al contempo leggera.
Un'ora di monologo fortemente partecipato che, se vi capita, vi consiglio senza ombra di dubbio di vedere.
Voto: 3,5/5
lunedì 14 febbraio 2022
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