mercoledì 10 novembre 2021

Un giretto in Romagna: Santa Sofia e dintorni

Santa Sofia e il fiume Bidente
Per non dimenticare troppo presto lo spirito vacanziero, io e S. già a settembre prenotiamo un weekend in Romagna. Più precisamente la nostra destinazione è il paesino di Santa Sofia, dove abbiamo una serie di contatti, perché un'amica di S. ci è nata e buona parte della sua famiglia ci vive e ha attività lì.

Santa Sofia appartiene a quella parte della Romagna che si inerpica sull'Appennino verso il confine con la Toscana, nella zona del parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.

La sera in cui arriviamo diciamo che di atmosfera estiva ce n'è ben poca. I nuvoloni grigi avvolgono la zona e minacciano pioggia, e c'è un gran freddo, tanto che siamo ben contente di aver portato diversi strati di vestiti da impilare.

Il giardino del b&b
Il nostro b&b, Il vecchio Comune, è gestito dalla sorella dell'amica di S. e si trova appunto in una parte dell'edificio che un tempo ospitava il Comune. La nostra è una vera e propria suite al piano terra, con camera da letto che dà sul giardino, e una zona giorno con tanto di divano.

Quando arriviamo, la nostra prima preoccupazione è come rifocillarci, visto che la nostra idea di mangiare una piadina in un posto di cui abbiamo letto molto bene online è sfumata a causa di orari di apertura non compatibili con il nostro arrivo.

Per fortuna la nostra ospite ci offre un'alternativa molto interessante, ossia l'Osteria in salita, una piccolissima osteria che all'interno sembra un  appartamento un po' retro, e dove in cucina c'è la mamma e ai tavoli serve il figlio. Mangiamo piadina fritta, crostini, tagliatelle con galletti e guanciale, baccalà fritto con contorno di porri, tiramisu e salame di cioccolato. E andiamo a dormire felici.

Nel Parco delle foreste casentinesi
La nostra ospite ha anche pensato alle nostre colazioni, offrendoci due buoni per andare le due mattine che saremo a Santa Sofia alla pasticceria Santa Dolce Vita, gestito da un gruppo di ragazze molto intraprendenti, dove le brioche e i dolci sono molto buoni e freschi, e anche il cappuccino è ottimo.

Il sabato è la nostra giornata di vera gita. Prima di tutto facciamo un giro per Santa Sofia, un paese piccolo ma tenuto molto bene e dove non manca niente. C'è persino un parco con delle sculture sul fiume Bidente, dove andiamo nel tardo pomeriggio prima della cena ma non riusciamo a vedere tutto perché comincia a piovere.

Lago di Ridracoli
Una delle nostre prime tappe in paese è il Centro visite del Parco delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, dove, oltre a incuriosirci delle meraviglie del parco, conosciamo un personaggio incredibile, Pietro Zangheri, un naturalista autodidatta che è stato fondamentale per gli studi sul parco stesso a cui è dedicato il primo piano del palazzo del Centro visite.

Decidiamo poi di dedicare la nostra giornata alla diga di Ridracoli. Arriviamo in macchina al parcheggio del Museo Idro e da lì attraverso un sentiero nei boschi a un certo punto incrociamo la strada asfaltata che porta alla diga. Ci hanno detto che questo è uno dei posti più turistici della zona, ma col clima che c'è quando arriviamo su ad ammirare questa incredibile opera di ingegneria ci siamo solo noi e per fortuna la ragazza del chiosco delle piadine, dove ci rifocilliamo.

La diga di Ridracoli
Torniamo poi indietro per la medesima strada, e quando siamo alla macchina ci scappa una visita al Museo Idro, un museo tutto incentrato - come dice il nome - sull'acqua e la sua importanza per la vita umana, così come sulla necessità di preservarla. È un museo pensato in maniera molto interattiva, come è giusto che sia un museo di natura tecnico-scientifica; peccato che molti degli oggetti da manipolare e con cui interagire sono rotti o non funzionano del tutto. Comunque ci divertiamo lo stesso e usciamo soddisfatte.

Al rientro a Santa Sofia facciamo visita a un negozio, che fin dal principio era una delle destinazioni del nostro viaggio: si tratta di Peromatto, una stamperia artigianale dove si fanno le stampe romagnole rivisitate in chiave moderna ma con tecniche e materiali antichi. Il progetto è del fratello dell'amica di S. e della sua compagna, e gli oggetti che vengono prodotti sono tutti bellissimi. 

Peromatto - stamperia d'arte tessile
Compriamo portapane, runner, cestini e altro. Ma ci saremmo portate via molto altro. Tra l'altro mentre siamo qui arriva un amico del proprietario con una bottiglia di sangiovese e ci scappa pure un bellissimo aperitivo.

La cena l'abbiamo prenotata invece alla Fiaschetteria, un altro posto molto carino gestito da giovani che si trova ai confini del paese, dove mangiamo giardiniera di antipasto e poi come piatti principali una spalla di maiale sfilacciata e una tartare con maionese fatta in casa. Non ci facciamo mancare nemmeno il dolce, e infine un assaggio del gin del Monte Falterona, che inevitabilmente finisco per comprare.

Nel Parco delle foreste casentinesi
La domenica facciamo il pieno di prodotti locali (porcini, formaggi, giardiniera) dalla bottega L'angolo dei sapori, poi decidiamo di andare verso Forlì, dove abbiamo adocchiato la mostra fotografica Essere umane, dedicata alle donne fotografe, in corso ai Musei di San Domenico.

Qui a Forlì, dopo la mostra (di cui vi parlo in altro post), mangiamo da Fuori misura, una specie di ristorante sociale che ci offre un ottimo poke e un polipo croccante con patate.

Direi che la nostra piccola gita fuori porta non poteva essere più soddisfacente. Peccato per il tempo e il freddo, ma in fondo anche così ce la siamo goduta non poco.

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