giovedì 8 aprile 2021

Seni e uova / Mieko Kawakami

Seni e uova / Mieko Kawakami; trad. dal giapponese di Gianluca Coci. Roma: edizioni e/o, 2020.

Un libro di oltre 600 pagine deve conquistarti davvero per spingerti a proseguire nella lettura e ad arrivare in fondo, ovvero deve fornirti delle motivazioni forti e tenere alta l'aspettativa fino alla fine per non rischiare di essere abbandonato.

Ma questo è il nostro punto di vista occidentale che niente ha a che vedere con l'approccio narrativo dei giapponesi, cosicché se decidete di affrontare la lettura di Seni e uova, acclamato romanzo di Mieko Kawakami, siate consapevoli di entrare in un modo di raccontare e vivere i sentimenti strutturalmente diverso dal nostro.

Il libro della Kawakami si articola in due parti, quasi due racconti: uno relativamente breve, il primo, uno molto lungo, il secondo. Protagonista, nonché voce narratrice e trait d'union tra queste due narrazioni è Natsuko, una giovane donna che vive a Tokyo, pur essendo originaria di Osaka dove vivono ancora sua sorella Makiko e la nipote Midoriko.

Il primo racconto si riferisce all'estate del 2008, durante la quale Makiko e Midoriko (che allora aveva 12 anni) vanno in visita di Natsuko a Tokyo. Makiko è mossa dal desiderio di rifarsi il seno in una clinica di Tokyo, mentre Midoriko, che sta per fare il salto nell'adolescenza, rifiuta di crescere e guarda con orrore al desiderio della madre, al punto che si è chiusa in un incomprensibile mutismo. Natsuko dovrà fare i conti con entrambe, fino alla straordinaria scena di scioglimento della tensione prima della loro ripartenza.

La seconda parte del libro è ambientata circa dieci anni dopo, nel periodo tra l'estate del 2016 e quella del 2019: Natsuko è diventata effettivamente una scrittrice (ha un libro all'attivo e ne sta faticosamente scrivendo un altro), ha un'agente di cui è diventata anche amica, e vive ancora a Tokyo. Natsuko non ha una relazione ma a un certo punto sviluppa il desiderio di avere un figlio e comincia a informarsi sul tema della fecondazione artificiale, anche entrando in contatto con un'associazione di persone che sono nate in questo modo e non conoscono il proprio padre biologico.

Attraversiamo così i pensieri di Natsuko, le altalene emotive, le sue contraddizioni, i ricordi del passato, in particolare quelli relativi alla madre e alla nonna, e la accompagniamo nelle sue passeggiate attraverso le strade e i quartieri di Tokyo, nei suoi incontri con amiche e colleghe, nella sua conoscenza con Aizawa, che diventerà più che un amico, non un partner, ma certamente un alleato nel progetto che Natsuko porta avanti con convinzione e testardaggine.

Nel libro della Kawakami il tema predominante - come del resto preannuncia il titolo - è certamente quello del corpo femminile, della possibilità per la donna - soprattutto per quella giapponese, ingabbiata dai pregiudizi e dalle rigidità della società di appartenenza - di autodeterminarsi in alcune importanti decisioni che hanno a che fare con il proprio aspetto esteriore, con il sesso, con la possibilità di procreare.

La cosa incredibile di questo libro - che poi è forse una caratteristica tipica della cultura giapponese - è che se da un lato affronta e parla (attraverso il flusso di pensieri di Natsuko) di temi piuttosto delicati in maniera estremamente schietta e fisica, praticamente senza alcun imbarazzo, dall'altro i sentimenti e le relazioni tra le persone risultano quasi ovattati, in sordina, compressi dentro i corpi e le menti dei protagonisti. Accade così che pensieri e azioni appaiano scollate e quasi mai riescano ad allinearsi. Il pudore e la ritrosia giapponese nelle relazioni sociali è un condizionamento potente dietro i quali monta il mare in tempesta dei pensieri e dei desideri profondi che agitano le menti di qualunque essere umano.

Anche la scrittura della Kawakami rispecchia questa tensione compressa e in parte irrisolta: l'andamento non è infatti sinusoidale, tra fasi ascendenti, picchi e discese, ma si muove su una linea più tendente all'orizzontalità, e se mai si dirama per vie secondarie, parentesi e digressioni, che aggiungono elementi senza alzare i toni.

Se amate il modo di essere e la cultura giapponesi, ovvero volete fare una lunga immersione al loro interno senza la pretesa di poter fare necessariamente proprio il loro punto di vista, Seni e uova potrebbe essere il libro per voi. Altrimenti direi che potete anche lasciar perdere.

Considerata la mia curiosità sul Giappone, per me si è trattato di una lettura interessante, ma se fosse terminata 200 pagine prima non ne avrei sofferto.

Voto: 3/5

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