
Si tratta di una comunità caratterizzata da un esteso degrado e da una profonda povertà, ma anche da una straordinaria voglia di vivere (mirabilmente rappresentata nella scena dei fuochi di artificio) e da una grande solidarietà (altrettanto mirabilmente rappresentata nella scena della ricerca degli abitanti dopo l'uragano).
Un posto dove i bambini devono imparare l'arte della sopravvivenza scontrandosi con la durezza della quotidianità e con lo squallore della vita.
Hushpuppy ha paura come tutti i bambini di sei anni: ha paura dell'uragano che sta per arrivare, ha paura di rimanere da sola perché suo padre è malato, ha paura di non essere all'altezza delle sfide che dovrà affrontare. E per sfuggire a tutto questo si nasconde, come spesso fanno i bambini (e non solo loro!).
Hushpuppy ha però quella incredibile dote umana - particolarmente sviluppata nei bambini - che è l'immaginazione, l'unico modo possibile per trasformare l'incomprensibilità del dolore e la paura in una avventura, l'unico modo possibile nella mente di un bambino per elaborare eventi più grandi di sé e dar loro un significato.
Nel film di Benh Zeitlin (classe 1982) - di cui ancora una volta preferisco il titolo originale Beasts of the southern wild, ben più significativo - non è mai del tutto chiaro dove finisce la rappresentazione quasi documentaristica della realtà e dove comincia la ricostruzione immaginaria ed avventurosa di Hushpuppy. Resta intatta, però, nella realtà come nella fantasia, la bellezza e la forza di questa bambina indomita e fragile alla ricerca del senso della vita e della morte all'interno del movimento incessante dell'universo.
Quando Hushpuppy si volta a guardare negli occhi gli immaginari animali preistorici che la inseguono, sappiamo bene che tutti noi presto o tardi dobbiamo confrontarci con le nostre paure e passarci attraverso per crescere e continuare a vivere.
Immaginifico. Potente. Commovente.
Voto: 4/5
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia qui un tuo commento... Se non hai un account Google o non sei iscritto al blog, lascialo come Anonimo (e se vuoi metti il tuo nome)!