martedì 15 ottobre 2024

Un piano B di tutto rispetto: la Scania, con sosta a Copenhagen (Seconda parte)

Riserva presso il lago di Ivö 
Leggi qui la prima parte del racconto di viaggio.

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La zona orientale: Kivik, riserva di Haväng, Yngsjö, Åhus, lago di Ivö e Kristianstad 

Il nostro primo approccio con la parte orientale della Scania è una festa svedese a Furuboda, in un casotto sulla spiaggia. Si festeggia la bimba di un'amica svedese, che vive in Italia, e per un’incredibile coincidenza noi siamo a dormire a pochi chilometri da lì (tra Åhus e Yngsjö) proprio nel giorno in cui è previsto il festeggiamento. Lo scopriamo quando siamo già in Scania e l’esperienza è davvero molto bella, con tanto di momento 'fika'(la pausa caffè e dolci che è una vera e propria istituzione per gli svedesi) e di momento “dopp” (calata nelle gelide acque del Baltico) che solo io e uno svedesone ci attentiamo a fare. 

Nella pineta a sud di Åhus
Durante la permanenza nella zona di Yngsjö, facciamo diverse escursioni.

La prima verso il lago di Ivö, a nord di Kristianstad, che al suo interno ha un'isola che si raggiunge con un battellino che trasporta auto e persone. Nell'isoletta all'interno del lago c’è una riserva e una bella chiesetta, la più antica in pietra della Scania. Sulla terraferma, poco lontano dal lago, merita una visita il castello di Bäckaskog: se fate una passeggiata nel parco potrete arrivare a una propaggine dove dondolare su un'altalena che guarda verso l’acqua.

Nel paesino di Kivik
A Kristianstad ci fermiamo per un pranzo da Smäca, nella piazza centrale, e per una breve passeggiata, ma niente attira particolarmente la nostra attenzione.

Molti ci hanno consigliato una gita a Kivik, il paese delle mele. I dintorni sono effettivamente molto belli, e le campagne sono piene di meleti e bellissime case; il paese in sé non ci ha fatto una grande impressione; infatti ci limitiamo a una puntatina al porto e dopo ci dirigiamo verso la riserva di Haväng.

Nella riserva di Haväng
Fallito il tentativo di arrivare al faro della riserva di Stenshuvud – capiamo solo dopo che non esiste un sentiero per arrivarci – facciamo invece una lunga passeggiata sulla spiaggia di Haväng, fino al capanno di pesca dismesso e poi, tornando indietro, risaliamo al promontorio dove c’è un piccolo dolmen. La spiaggia è piena di ragazzoni con i costumi neri che ipotizziamo essere militari della vicina base.

Una giornata intera la dedichiamo a una gita in bicicletta a Åhus. Nel cottage nella pineta dove siamo a dormire (e dove una mattina facciamo scattare l’allarme del rilevatore antifumo facendo bruciare le brioche nel tostapane!) sono a disposizione degli ospiti due biciclette e così imbocchiamo la bella pista ciclabile che, attraverso la pineta e in circa un’oretta, ci porta nella cittadina di Åhus, dominata dalla grande fabbrica di Absolute vodka
Il gelato da Otto & GlassFabriken
Il centro storico è molto carino, e nella piazza ci fermiamo a comprare un gelato di Otto & GlassFabriken, come tutti ci hanno consigliato. Il chioschetto emana un gran profumo di cialda e c’è un gran viavai di gente. La cialda è effettivamente ottima, il gelato insomma, e le dimensioni sono abominevoli. S. non riuscirà a finirlo, io arriverò a fatica in fondo ma solo perché non voglio privarmi della cialda. Insomma, i gelati non sono proprio la specialità degli svedesi!

Sempre in bici ci allunghiamo fino alla spiaggia a nord del paese, Täppet, con una bella pineta alle spalle, le casette colorate e un grande pontile, cosa a cui ormai la Svezia ci ha abituate.

Spiaggia di Täppet
Åhus sarà anche il primo posto dove entriamo in un Systembolaget, praticamente un supermercato di soli alcolici, monopolio di stato in Svezia (nei supermercati normali si trovano solo alcolici sotto i 3,5°).

Al cottage dove dormiamo faremo il nostro ormai classico esperimento vacanziero di accendere un barbecue, e come al solito finirà con innervosimenti generali, gran dispendio di energia e tanta fatica per cuocere due filetti e due fette di halloumi (buoni eh!).

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Verso la penisola di Bjäre
Il nord-ovest: Båstad, penisola di Bjäre, Kullaberg ed Helsingborg


La nostra ultima sistemazione prima della breve sosta a Copenhagen è in una bella casetta – con tanto di giardino d’inverno – nella campagna vicino Grieve, al centro della penisola di Bjäre. Il nostro appartamento è parte di una ex fattoria dove vivono anche i proprietari che si sono trasferiti qui da un’altra zona della Svezia più a nord. Lei, Linda, ha adibito la vecchia stalla ad atelier dove vende i quadri che realizza, ma anche numerosi prodotti di design svedese, tra cui degli splendidi tessili di Ekelund di cui faremo man bassa (anche perché ci sono i saldi e dunque il costo è abbordabile).

Rössjön
Prima di arrivare nella penisola di Bjäre, in una giornata piuttosto grigia e in parte piovosa, incrociamo lungo la strada due laghi, Rössjön e Västersjön, dove ci fermiamo per un po’ di foto. L’atmosfera, per quanto e forse proprio perché cupa, è davvero magica.

Quando arriviamo nel nostro appartamentino il sole ha fatto capolino tra le nubi e dunque decidiamo di cominciare l'esplorazione della penisola, che si rivelerà davvero bella, forse ancora di più di quella più a sud, dove c’è la riserva naturale di Kullaberg.

Lungo le strade della penisola di Bjäre 
Il giro di Bjäre lo iniziamo da Ängelsbäckstrand, poi proseguiamo per Rammsjöstrand. Dopo un po’ di soste nella campagna e sulla strada per fare fotografie e guardare un cielo incredibile - con un nuvolone che ci fa pensare che da quale parte stia piovendo e presto la pioggia ci raggiungerà - arriviamo a Torekov, dove ci fermiamo per una passeggiata per le viuzze e sul porto: molto affascinante. Poi proseguiamo verso Kattvik e da qui verso Båstad, dove facciamo una lunga passeggiata alla ricerca di un negozio che alla fine non ci sarà utile e torniamo indietro attraverso il parco sul mare fino al Kallbadhus dell'hotel Skansen, il casotto con la sauna sul mare che è una specie di simbolo della città (e dove c’è un gran viavai di persone in accappatoio), insieme al campo da tennis collocato in pieno centro per il famoso torneo del circuito ATP.

Tramonto a Torekov
Verso l’ora del tramonto, sempre per ammirare questo cielo quasi atlantico che ci ha accompagnate per tutta la giornata, decidiamo di andare verso il mare e alla fine torniamo a Torekov, dove guardiamo il sole tramontare sull'isola di Hallands Väderö che sta proprio di fronte.

Il giorno successivo è dedicato alla penisola di Kulla. La sosta a Höganäs si può anche evitare a meno che non vogliate andare a fare un giro all'outlet delle ceramiche nella zona industriale della città (cosa che noi faremo successivamente); sulla strada per Kullaberg ci fermiamo prima al castello di Krapperup - che però vediamo solo dall'esterno - e poi a Mölle, dove facciamo una passeggiata sul porto.

Faro di Kullaberg
La nostra destinazione per oggi è il faro di Kullen (che io avevo già visto dieci anni fa quando, durante un tour della Danimarca, avevamo fatto una breve puntatina svedese, ma era un’altra stagione e la percezione era completamente diversa). A questo giro il cielo è grigio e dunque la scenograficità del luogo ne è abbastanza penalizzata. Facciamo anche il breve sentiero che ci porta al piccolissimo faro proprio sulla punta della penisola. 
Sulla strada del ritorno sostiamo brevemente nei paesi di Skaret e Arild, caratteristici luoghi di villeggiatura per gli svedesi, che però – complice il tempo quasi autunnale – sembrano deserti.

Helsinborg
Nella zona di Kullaberg facciamo una sosta gourmet al bistrot Havsveranda di Randsvik, un ristorantino che si sviluppa sul fianco della collina e scende fino ad una spiaggia privata, e dove si mangia in una veranda a vetri che si affaccia direttamente sul mare. Il cibo è particolare, ma buono, un po’ caro: d’altra parte è inevitabile pagare in questo caso anche la location.

L’ultima tappa del nostro giro in Scania è Helsingborg, dove – dopo una passeggiata alla torre di quello che resta del castello e al porto –  facciamo una bella visita guidata della biblioteca (grazie a un’amica svedese), dove c’è un progetto di rinnovamento della sede e di ampliamento con la costruzione di una nuova ala che si svilupperà nel parco verso il mare. Insieme a lei andremo a prendere un aperitivo nella zona del porto e poi a mangiare in un pub. 

Castello di Kronborg
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Danimarca: Helsingør e Copenhagen

A Helsingborg ci imbarchiamo sul traghetto per Helsingør. Dopo una ventina di minuti siamo in Danimarca e andiamo al castello di Kronborg (quello dove è ambientato l’Amleto di Shakespeare e infatti non mancheremo di comprare souvenir a tema shakesperiano), che però visitiamo solo dall'esterno perché non abbiamo molto tempo. 
Imboccando la strada lungo la costa andiamo al Louisiana Museum, che avevo visto nel mio primo viaggio danese e mi era piaciuto moltissimo. Quando arriviamo capiamo subito che c’è qualcosa di strano: il parcheggio è esaurito e le macchine sono parcheggiate ovunque. Inoltre vediamo scendere da una macchina elegante una donna di mezza età con tanto di chauffeur. Parcheggiare è impossibile e decidiamo di procedere oltre. 

A Copenhagen
Capiremo solo dopo che siamo capitate in uno dei giorni del festival della letteratura e forse quella che abbiamo visto scendere dall'auto era Rachel Cusk, di cui proprio quel giorno a quell'ora era prevista l’intervista.

A Copenhagen restituiamo la macchina in aeroporto perché dall'esperienza precedente so che parcheggiare in città è molto caro e comunque i mezzi di trasporto pubblici sono efficientissimi. Il nostro b&b è a 5 minuti a piedi dalla fermata della metro di Amagerbro, zona a 15 minuti di metro dal centro e a 15 minuti di metro dall'aeroporto. Strategico, oltre che davvero molto carino. In questo quartiere, oltre a passeggiare e perdervi nelle strade, consigliamo due ottimi posti dove mangiare: Th. Sørensen Dinér Transportable, un posticino specializzato in smørrebrød dove andremo a mangiare per ben due volte, e la Meyers Bageri, un panificio/caffetteria un po’ hipster, ma con prodotti e caffè davvero molto buoni.

La Water Culture House in costruzione sulla paper island
Per girare dentro Copenhagen facciamo un biglietto 24 ore per i mezzi pubblici e con quello risolviamo tutti i nostri problemi di spostamenti. Il pomeriggio del nostro arrivo andiamo prima al centro, nella zona di Nyhavn, che però trabocca di turisti (tantissimi italiani!!) in ogni dove, al punto che non si può praticamente camminare. Per questo decidiamo di andare a esplorare la Paper Island, un’isola che sta di fronte a Nyhavn e a questa è collegata da un ponte, dove è tutto un fermento di nuove architetture residenziali, commerciali e culturali davvero sorprendenti, tra cui la Water Culture House ancora in via di realizzazione. Da qui a piedi andiamo fino a un altro edificio notevole, l’Opera House, che non so perché non avevo notato dieci anni fa, oppure non me la ricordavo. Quando siamo all'Opera House, dove c'è il ricevimento di un matrimonio, scopriamo che esiste un traghettino che possiamo prendere con il nostro biglietto giornaliero e che fa un giro tra alcune delle isole che compongono la città, ma i nostri tentativi di prenderlo falliscono perché il traghetto ha un numero di posti limitato e noi rimaniamo a terra due volte.

Nordhavn
Per sfuggire alla pazza folla, il pomeriggio/sera decidiamo di trascorrerlo a Nordhavn, un quartiere in grande sviluppo. Effettivamente quando arriviamo vediamo un sacco di belle architetture contemporanee, localini molto radical chic e sul mare è stata creata una struttura in legno a gradoni e una casupola che si affaccia su un’area del canale che è stata delimitata ed è diventata una piscina pubblica. Sul pontile in legno è pieno di gente che chiacchiera, mangia e fa il bagno, anche perché nel frattempo è uscito il sole. Proseguiamo poi il giro fino all'estremità nord del quartiere, continuando ad ammirare edifici residenziali da lasciare a bocca aperta, e infine al capolinea riusciamo finalmente a prendere il traghetto che, nell'ora tra il tramonto e il crepuscolo, ci fa attraversare i canali della città fino alla fermata Black Diamond, dove c’è la biblioteca nazionale, e dove scendiamo per prendere la metro e tornare a casa.

La metro verso Ørestad
L’ultima mattina prima di ripartire – dopo aver portato le valigie a un deposito bagagli nella zona del nostro b&b – esploriamo un altro quartiere periferico in grande fermento, Ørestad, dove scendiamo a tutte le fermate della metro per vedere i vari edifici di architettura contemporanea realizzati negli ultimi anni tra cui 8-house, Vm-mountain e la DR Concert hall. Siamo praticamente alla periferia sud della città eppure queste zone risultano non solo belle, ma anche vivibili e piene di servizi, tra cui la possibilità di essere in centro in massimo 15 minuti.

Tornando in centro con la metro, ci fermiamo per un ultimo giro nella zona di Nørreport, dove ci affacciamo al mercato di Torvehallerne che, rispetto a come lo ricordavo, si è turisticizzato tantissimo e ha perso moltissimo del fascino che ricordavo.

Ancora Ørestad
Di Copenhagen trovo sorprendente la capacità di trasformarsi con una rapidità incredibile, il fatto di essere sempre avanti su moltissimi fronti, la presenza di tantissimi giovani, la raffinatezza delle scelte, l’efficienza delle soluzioni. Però i danesi – c’è poco da fare – non mi sono simpatici: tutti mediamente in forma, in abbigliamento tecnico, con figli bellissimi al seguito e quasi sempre in bicicletta o di corsa! So che è una generalizzazione, ma non ci posso fare niente.

In questo senso devo dire che la Scania è molto più rilassante e accogliente: noi ci siamo sentite davvero a nostro agio. 
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Note finali - in ordine sparso - sul viaggio
Tramonto a Copenhagen
- A parte a Copenhagen (e in misura enormemente inferiore a Malmö) italiani ne abbiamo incontrati pochissimi.
- Mai vista così tanta gente in accappatoio per strada come in Svezia.
- I contanti qui non servono praticamente a nulla, anzi molti negozi non li accettano proprio.
- Dopo le sigarette vere e quelle elettroniche, mi aspetto che anche da noi arrivi la nicotina da bocca, in Svezia diffusissima.
- Di alci – nonostante i numerosi cartelli per strada che invitavano a prestare attenzione – non ne abbiamo incontrato nemmeno uno, e un po’ mi dispiace, ma forse non era stagione.
La campagna della Scania
- Se il cambiamento climatico continua a questo ritmo, tra qualche anno toccherà venire l’estate al mare in Svezia (dove comunque le spiagge sono bellissime e per il momento molto libere!). 
- Amici svedesi, che caspita di asfalto usate per le strade cosicché appena piove andarci in macchina diventa un incubo e sorpassare i camion è quasi impossibile perché si viene investiti da un pericolosissimo getto d’acqua?

Infine: grazie Scania, perché ci hai salvato dalla depressione di un viaggio saltato, e ci hai comunque regalato un viaggio bellissimo, fresco e caloroso al tempo stesso.
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Per una selezione più ampia di foto del viaggio in Scania si veda qui sul mio profilo Behance.

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