mercoledì 4 settembre 2024

Hypericon / Manuele Fior

Hypericon
/ Manuele Fior. Roma: Coconino Press, 2022.

Siamo negli anni Novanta. Teresa ha studiato archeologia ed è stata selezionata per un’importante posizione a Berlino, dove dovrà occuparsi dell’allestimento di una mostra sulla tomba di Tutankhamon. Per questo sta leggendo il libro nel quale l’archeologo Howard Carter racconta modi e tempi della emozionante scoperta della tomba, avvenuta nei primi anni Venti, dopo essere rimasta inviolata per millenni, e che nascondeva un tesoro straordinario.

Teresa è una ragazza che sa quello che vuole, è molto organizzata e nella vita procede come un treno verso i suoi obiettivi. L’arrivo a Berlino e l’incontro casuale con Ruben, un giovane che vive in una casa occupata e va in giro con un cappotto dell’armata russa, mentre il padre lo controlla da lontano e lo mantiene, saranno per Teresa l’occasione per ripensare al proprio percorso e fare i conti con una parte di sé.

Teresa e Ruben non potrebbero essere più diversi: tanto lei è responsabile, lineare, razionale e orientata al risultato, quanto lui è leggero, infantile, non focalizzato, istintivo. Il loro incontro è un colpo di fulmine, da cui inizia una storia d’amore non certo facile, minata dalle profonde differenze tra i due, e anche dall'insonnia cronica di Teresa che la rende spesso intrattabile.

Parallelamente alla storia tra Teresa e Ruben si sviluppa anche quella del ritrovamento della tomba, e le due storie confluiranno nell'allestimento della mostra e nel suo successo.

Manuele Fior, con la sua ormai quasi scontata ma non per questo meno ammirevole perizia, rievoca – quasi fosse un sogno - una stagione della vita, che è quella dei sogni e delle opportunità ma anche quella della definitiva perdita dell’innocenza e del passaggio all'età adulta, e che proprio per questo si tinge di una inevitabile malinconia. Un’età della vita che si rispecchia anche nella Berlino dell’epoca, città in pieno fermento e aperta a mille possibilità.

In un attimo siamo poi all'11 settembre 2001, a quel momento che con l’attentato alle torri gemelle segna la fine di un’epoca e un passaggio decisivo nei destini collettivi, nonché in quelli individuali di Teresa e Ruben.

Il titolo Hypericon fa riferimento ai fiori gialli che accomunano la storia di Teresa e Ruben e quella della tomba di Tutankhamon. È l’iperico che Ruben consiglia a Teresa per combattere la sua insonnia, nonostante quest’ultima non creda nei rimedi omeopatici, e sono i fiori di iperico quelli scolpiti sul sarcofago del re egizio, in quanto capaci di scacciare i demoni e condurre il defunto nell'aldilà senza ostacoli.

I graphic novel di Manuele Fior si leggono sempre con grande interesse e inevitabilmente si viene catturati dai suoi meravigliosi disegni e dalla sua perizia narrativa. Resta che – rispetto ad altre opere dell’autore – qui siamo dalle parti di quelle che, nella sua produzione, sono le piccole storie, vicende in parte autobiografiche, spesso piuttosto minimali, da cui Fior non vuole tirar fuori grandi universi concettuali ed epopee. E però, nel loro essere piccole, queste storie catturano, e in modi più o meno silenziosi toccano il cuore, riuscendo comunque a sollevarsi parecchio al di sopra rispetto a tutte quelle narrazioni a fumetti di tipo autobiografico-ombelicale di cui è piena la produzione italiana e non solo.

Voto: 3,5/5

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