mercoledì 13 marzo 2024

Top girls / di Caryl Churchill; regia di Monica Nappo. Teatro Vascello, 23 febbraio 2024

Dopo aver visto qualche anno fa al Teatro India Settimo cielo (con la regia di Giorgina Pi), Caryl Churchill è diventata una delle drammaturghe che volentieri continuo a seguire a teatro per scoprirne le opere. A questo giro, oltre alla possibilità di conoscere un'altra sua opera, ha fatto presa su di me anche la regia di Monica Nappo, attrice da me molto apprezzata che sempre più spesso si cimenta in regie teatrali.

Top girls è un'opera rappresentata per la prima volta nel 1982, dunque è stata scritta non molto dopo l'ascesa di Margaret Thatcher a Primo Ministro del Regno Unito, la prima di sesso femminile, ma con un approccio conservatore e neoliberista.

Ed è su una donna (e sulle donne in generale) che Caryl Churchill vuole riflettere con questo testo. Al centro c'è Marlene (la bravissima Sara Putignano), una donna in carriera che ha appena ricevuto una promozione importante nell'agenzia di collocamento Top girls nella quale lavora. Nel primo atto assistiamo a una cena in un ristorante di lusso, dove Marlene per festeggiare ha invitato alcune importanti donne del passato (storico o letterario), da Isabella Bird, scrittrice e esploratrice scozzese del XIX secolo, a Lady Nijo, cortigiana giapponese del XIII secolo e poi monaca, dalla papessa Giovanna (assurta al soglio pontificio nel IX secolo travestita da uomo), a Dull Gret, la Margherita la pazza del quadro di Brugel, fino a Griselda, personaggio letterario di Boccaccio e Chaucer, nota per la sua totale sottomissione al marito.

In questa prima parte i personaggi, alternandosi e talvolta sovrapponendosi, raccontano le loro storie e le loro differenti visioni dell'essere donne e delle relazioni con le altre donne e soprattutto con gli uomini. Si tratta di un prologo affascinante (tra l'altro con abiti di scena molto belli) che però un po' mi spiazza, non capisco bene chi è la protagonista Marlene e perché c'è questa cena.

Al secondo atto, la vicenda comincia ad acquisire contorni più precisi. Siamo infatti nell'agenzia Top girls dove appunto Marlene è appena diventata dirigente a scapito di un collega di nome Howard, la cui moglie andrà da Marlene a lamentarsi del lavoro "sottratto" al marito. Mentre nell'agenzia vanno avanti i colloqui con donne che cercano lavoro o vogliono cambiare quello che hanno con varie motivazioni, assistiamo anche alle chiacchiere e alle dinamiche di ufficio che vedono protagoniste alcune colleghe di Marlene. Intanto, altrove, due ragazzine, la quindicenne Angie e la più piccola Kit, giocano insieme, nascondendosi da Joyce (la bravissima Valentina Banci), la madre di Angie. Scopriremo ben presto che Angie è la nipote di Marlene e Joyce è sua sorella, rimasta a vivere nel paese di provincia da cui anche Marlene proviene.

Dopo la visita a sorpresa di Angie a Londra nell'ufficio di Marlene, nel terzo atto quest'ultima torna nel suo paese e va a trovare la sorella Joyce ed Angie. In un acceso confronto, Marlene e Joyce parleranno del loro rapporto e delle scelte che hanno fatto, emergeranno i rancori e i rimpianti, gli opposti punti di vista politici, e a poco a poco alcune verità sepolte saranno riportate alla luce.

Top girls è uno spettacolo molto diverso per impianto rispetto a Settimo cielo, ma si riconosce un terreno di fondo comune, che trae ispirazione dal passaggio epocale che la Gran Bretagna stava vivendo al momento della loro scrittura, ossia la svolta neoliberista imposta alla politica e alla società inglese dall'avvento al potere della prima donna chiamata a ricoprire il ruolo di Primo ministro. 

Questa diventa l'occasione per riflettere sui ruoli della donna, sulle aspettative della società nei suoi confronti, sulle sue aspirazioni, sulle ingiustizie sociali, ma la Churchill rifugge qualunque semplificazione e - come già era evidente in Settimo cielo - evita in tutti modi di attribuire a categorie definite qualità positive e negative in maniera aprioristica. Dunque, pur nella consapevolezza della complessità storica e contemporanea della condizione femminile, in parte legata anche alle specificità biologiche e psicologiche, le donne restano per la Churchill esseri umani, con tutte le contraddizioni che li contraddistinguono.

Il cast tutto al femminile, nel quale oltre alle già citate Sara Putignano e Valentina Banci ricordiamo la stessa Nappo nonché Corinna Andreutti, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Paola De Crescenzo, Martina De Santis e Simona De Sarno, tiene benissimo il palco e riesce a creare empatia con il pubblico sia nel registro drammatico che in quello più ironico.

Voto: 3,5/5

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