lunedì 23 ottobre 2023

La Corsica, lentamente

La nostra vacanza estiva e di mare di quest'anno ha come destinazione la Corsica, un'isola che io non avevo mai visitato e che mi incuriosiva da tanto tempo. Prenotiamo parecchi mesi prima i biglietti del traghetto (di questo dirò qualcosa più avanti) e iniziamo da subito a leggere resoconti di viaggio di gente che in alcuni casi ha fatto il giro completo dell'isola in una settimana. Noi però decidiamo fin da subito che questa nostra vacanza sarà all'insegna della lentezza e del relax, e per questo dedichiamo le due settimane di permanenza a due sole aree dell'isola: Capo Corso la prima settimana, e, dopo una sosta di una notte a Corte, la zona dei calanchi e dei golfi occidentali la seconda settimana.

Erbalunga
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Capo Corso

Capo Corso è il dito dell'isola che punta verso nord, direzione Liguria. Noi alloggiamo sulla costa orientale, nell'interno di Sisco, in una casetta di pietra di un piccolo borgo tipico che ameremo moltissimo.

Appena arriviamo capiamo una prima cosa importante: i comuni di Capo Corso (e anche di altre parti dell'isola) sono in realtà la somma di tantissime frazioni (possono arrivare quasi a una ventina) e talvolta il nome del comune non coincide con quello di alcuna di queste frazioni. E già questo è strano e dice tanto di quel mondo piuttosto originale e incomprensibile che è la Corsica.

Sul sentiero verso Barcaggio

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Spiagge

Complice un certo fastidio che sto sviluppando negli ultimi tempi per blog di viaggi sempre più standardizzati che suggeriscono solo cose banali che stanno scritte in qualunque guida e che spacciano come scoperte incredibili cose che è impossibile mancare se si va in un certo posto, in questo mio resoconto (e in quelli futuri) mi limiterò a segnalare da un lato le cose che per me sono state notevoli e che valgono davvero la pena, e dall'altro quelle che invece sono perdibili, sorvolando o accennando rapidamente alle altre cose viste e fatte.

Sulla spiaggia di Macinaggio
Per quanto riguarda le spiagge di Capo Corso, le più belle secondo me sono quelle che stanno tra Macinaggio e Barcaggio, e a cui si arriva a piedi facendo una tratta del sentiero dei doganieri. Noi lo abbiamo percorso da sud a nord, lasciando la macchina a Macinaggio e imboccando il sentiero al termine della spiaggia del paese. Il percorso è abbastanza agevole nella prima parte, sebbene sia quasi completamente privo di ombra e dunque d'estate risulta in ogni caso impegnativo, poi, nell'ultima parte, quella che sale sul promontorio da cui si vede la spiaggia di Barcaggio e l'isola della Giraglia, diventa anche abbastanza impegnativo per il fiato e per le gambe se non si è particolarmente abituati ai trekking. 

Sul battellino San Paulu
Si tratta di un percorso che comunque merita un po' di fatica, e durante il quale si può godere di panorami mozzafiato, oltre che di soste in spiagge dall'acqua cristallina, la spiaggia di Tamarone, la plage des iles, cala genovese e cala dei francesi. Purtroppo noi da questo punto di vista siamo state particolarmente sfortunate, visto che nella giornata in cui ci siamo state l'acqua era straordinariamente trasparente ma anche piena di meduse, quindi ci siamo a malapena bagnate. Al paese di Barcaggio si arriva anche con la macchina da una strada interna della penisola di Capo Corso, ma direi che l'esperienza di arrivarci a piedi, e poi prendere il battellino San Paulu che riporta a Macinaggio è di quelle da non perdere.

Alla spiaggia sotto la Tour de l'osse
Spiagge più facilmente raggiungibili, ma che abbiamo comunque apprezzato molto  sono quella di Pietracorbara e la piccola spiaggetta di sassi sotto la scogliera dominata dalla Tour de l'osse (dove tra l'altro facciamo l'incontro più divertente del viaggio: tre ragazzotti forse belgi con il medesimo costume animalier e gli stessi capelli color platino). Bisogna fare un piccolissimo sentiero nella macchia mediterranea, però poi in spiaggia è un verso paradiso. C'è l'ombra naturale delle canne, un mare bello e due insenature molto affascinanti.

In generale, nel periodo in cui ci siamo state noi (il nostro viaggio si è svolto dal 21 agosto al 3 settembre) le spiagge non erano mai troppo affollate, non solo quelle dove ci siamo fermate ma anche le altre che abbiamo visto dalla strada.

Il panorama da Nonza al tramonto
Sulla costa ovest di Capo Corso abbiamo fatto un lungo giro in macchina, ma ci siamo fermate solo alla spiaggia del golfo di Aliso, dove abbiamo fatto un bellissimo bagno in una vera e proprio piscina naturale in uno scenario incantevole e con poca gente (sebbene ci fossero italiani insoddisfatti per la presenza delle pietre appena entrati in acqua). Anche la cittadina di Pino e le sue spiagge avrebbero meritato una sosta, ma per mancanza di tempo abbiamo dovuto proseguire per arrivare alla spiaggia nera di Nonza per l'ora del tramonto, che ci ha regalato un bel po' di bellissime foto dal belvedere sulla rocca (dove c'è il ristorante A sassa che tutte le guide consigliano, ma oltre a essere strapieno di gente, ci è sembrato sostanzialmente un posto da patiti di Instagram).

Spiaggia di Saleccia
Non siamo propriamente a Capo Corso, ma poiché alle spiagge di Saleccia e Lotu ci si arriva da Saint Florent ne parlo qui. Noi abbiamo preso online i biglietti di Taxi beach che per fortuna scopriamo non essere Taxi plages, visto che quest'ultimo ha i gommoni in avaria e sta rimborsando i clienti. Da Saint Florent in 15 min si è a Lotu, una spiaggia paradisiaca, con la sabbia finissima e bianca e l'acqua di tutti gli azzurri, trasparentissima, oltre che un contesto bellissimo. La presenza di un molo abbastanza defilato fa sì che anche l'arrivo dei gommoni e dei barchini che portano i turisti non dia particolarmente fastidio. Da qui, dopo una sosta e un bagno, andiamo a piedi a Saleccia per il percorso interno che passa attraverso il deserto di Agriates. In 45 minuti siamo a Saleccia, più lunga ma meno profonda e con alle spalle dune coperte di pini marittimi. Acqua bellissima, ma per noi meno scenografica dell'altra. Ci fermiamo qui fino alle 19 quando arriva la navetta del ritorno. Il ragazzo che guida il gommone comincia a fare delle virate molto strette che fanno sollevare il gommone sui lati e in prossimità di Saint Florent ci intrattiene con manovre divertenti e che fanno un po' paura.

Erbalunga
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Luoghi e altre cose notevoli

A Capo Corso ci sono molti posti carini da vedere, dove fare una passeggiata o dove fermarsi a prendere un aperitivo, e si tratta sia di paesini sul mare che di frazioni collocate nell'interno cui si arriva facendo stradine che si inerpicano su colline e montagne.

A noi sono piaciuti molto Erbalunga, con le sue case che si distribuiscono su un costone di roccia che si allunga nel mare, Porticello con la sua semplicità e il suo porticciolo invitante dove c'è sempre qualcuno che prende il sole sul muretto, alcuni paesini nell'interno di Sisco, in particolare Barrigioni (dove davanti a una casetta con la porta aperta che fa intravedere l'interno c'è un ragazzo che sembra scrivere un diario e una macchina giardinetta color carta da zucchero, tutto molto hipster) e, lungo la strada per Rogliano, Bettolacce e Olivo. L'interno tra l'altro è punteggiato di chiesette rurali (noi abbiamo visto quella di Santa Maria Maddalena in zona Barrigioni) e di conventi (alcuni dei quali abbandonati e semidistrutti, come quello di San Francesco, dalle parti di Olivo, da cui si vede anche il castello di San Colombano). 
Il panorama da Moulin Mattei
Proseguendo lungo la strada interna che porta dalla costa est a quella ovest, vale la pena una sosta al belvedere di Rogliano da cui si possono ammirare Barcaggio e l'isola della Giraglia, prima di arrivare in quel posto splendido che è Moulin Mattei, da cui si domina il panorama a 360 gradi vedendo il mare sia verso Porto Centuri sia verso la Giraglia e la costa est, come se fossimo davvero su un'isola.

Sulla costa ovest, lasciate perdere Porto Centuri che è decisamente più bella vista dall'alto, mentre ho già citato Pino e Nonza che sicuramente meritano una sosta, e devo dire che io avrei molto gradito fermarmi in zona Canari dove si incontra la grande fabbrica abbandonata di estrazione e lavorazione dell'amianto e un'altra spiaggia nera (grigia), quella di Albo.

Saint Florent
La costa ovest di Capo Corso, che noi abbiamo visitato in un'unica giornata e dopo alcuni giri nell'interno, richiede sicuramente del tempo, anche perché la strada che la costeggia è tutta strada di corniche e dunque si deve prestare attenzione e non si può andare particolarmente veloci.

Merita una visita anche Saint Florent, cittadina vivace e parecchio turistica, ma la zona dei "carruggi" e della cittadella è suggestiva sia vista da lontano che passeggiandoci in mezzo. Da qui, se si ha tempo, può valere la pena anche fare il percorso in macchina attraverso il deserto delle Agriates, ma non vi aspettate dune di sabbia e scarsa vegetazione: anche nella zona disabitata si tratta di un deserto anomalo fatto di rocce e vegetazione bassa ma diffusa.

Il castello di Corte
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Corte

Nel nostro itinerario corso abbiamo deciso di inserire una breve tappa a Corte per poter apprezzare sia la cittadina sia l'interno dell'isola. La cittadina merita una passeggiata nei suoi vicoli un po' sgarrupati ma anche affascinanti, oltre a quella che porta al belvedere da cui ammirare la cittadella e il castello costruiti su uno sperone di roccia aggettante (che mi ha ricordato molto Roccascalegna in Abruzzo), che qui chiamano "nido d'aquila".

Non ci siamo fatte mancare un bagno alle Gole della Restonica. Quando si imbocca la strada che costeggia la gola, fin dai primi chilometri ci sono persone che fanno il bagno nel fiume, ma noi andiamo avanti e ci inerpichiamo in macchina su per la stradina che in alcuni periodi è a numero chiuso, stradina che si fa sempre più stretta e che non ha guardrail, infilata tra la parete di roccia e lo strapiombo dove passa il fiume. Fa parecchio paura ma noi per fortuna siamo nella parte interna.

Alle gole della Restonica
Quando mancano circa 5 km al parcheggio finale all'altezza di un ponte e di un ristorante decidiamo di fermarci e scendiamo al fiume per fare il bagno nell'acqua gelida, in cui non ci immergiamo davvero del tutto. Camminiamo un po' sui grandi massi, facciamo foto e quando il sole non riesce più a filtrare in basso ce ne andiamo sperando che non salga più nessuno in macchina (considerato anche che sono quasi le 19), perché in discesa stando dalla parte del burrone non deve essere una bella sensazione passare in due. Per fortuna per noi la strada è libera e torniamo indietro col nostro ritmo e senza eccessivi patemi.

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La costa ovest e la zona dei Calanchi

Nella seconda settimana della nostra permanenza in Corsica siamo di stanza nella zona di Calcatoggio, a nord di Ajaccio e un po' più a sud della zona dei Calanchi. Abbiamo una casetta con uno spazio esterno enorme e un panorama sul golfo davvero da urlo (panorama che io ho fotografato in tutte le situazioni atmosferiche). Questa parte della Corsica è altrettanto bella di quella dalla quale veniamo, ma ricordatevi che qui non contano le distanze in km tra i posti, bensì le distanze in tempo di percorrenza, che dipende da quante curve ha la strada e da quanto è stretta. Detto ciò questa zona è davvero imperdibile.

Spiaggia di Arone
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Spiagge

Anche da questa parte dell'isola ci sono spiagge bellissime e ce ne sono talmente tante che non farete fatica a trovare quella che più si adatta a voi. Non ho detto prima che in Corsica le spiagge sono praticamente tutte libere da lidi e aree attrezzate. Se ci sono delle parti attrezzate occupano parti piccole della spiaggia al punto che quasi non si notano. In molte spiagge ci sono invece noleggi di canoe, SUP e altro per fare dei giri in mare.

Va detto che sulla costa ovest - esattamente come accade in Sardegna - il mare è più "aperto" e dunque può capitare più frequentemente che sia agitato e, quando lo è, fa un po' paura (in alcuni casi, come dicono le guide, è anche pericoloso a causa delle correnti). Noi nello specifico abbiamo avuto tre giorni di maltempo in cui il mare era improponibile e abbiamo approfittato per fare dei giri nell'interno o anche semplicemente per riposarci.

Spiaggia del Liamone
La prima spiaggia che mi sento di segnalare è quella di Arone, che sta dopo Piana prendendo una stupenda strada che passa in mezzo alla penisola di Capo Rosso e da cui si gode di un meraviglioso panorama, da Scandola fino ad Arone. La spiaggia è molto bella sia come contesto che come mare: noi la vediamo in un giorno di cielo coperto e bianco che quasi si confonde con il mare ma la apprezziamo molto lo stesso.

Di spiagge belle lungo la strada che va da Ajaccio a Cargese ce ne sono numerose: noi nei giorni di bel tempo (invero pochi) ne scegliamo due, entrambe consigliate: la spiaggia di Chiuni, dove c'è vento e non c'è bisogno di montare la tenda, c'è un fiume che scende dalle montagne retrostanti (come spesso accade in Corsica) e l'acqua è molto pulita; e la spiaggia di Menasina, che sta sotto la scogliera prima di Cargese, cui si arriva dalla strada con una passeggiata di 15 minuti circa e che offre anche l'occasione di esplorare piccole calette che si susseguono all'interno del medesimo golfo.

I calanchi di Piana
Non posso non menzionare qui anche la spiaggia del Liamone, dove non abbiamo fatto il bagno, ma che abbiamo potuto ammirare e fotografare con il mare agitato, dove sembrava davvero di stare in una delle grandi spiagge atlantiche. Colpo d'occhio bellissimo.

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Luoghi e altre cose notevoli

Innanzitutto segnalo la strada di montagna percorsa per arrivare da Corte a Cargese, passando per Calacuccia e superando i passi di Verghjia e Evisa. Vera e propria strada di montagna che attraversa i boschi in cui sono tantissimi i sentieri per gli appassionati di trekking.

In questa zona è ovviamente imperdibile la strada dei calanchi, in particolare nel pezzo che unisce Porto a Piana, dove ci sono rocce rosse spettacolari e scorci stupendi. Noi abbiamo fatto anche la parte della strada che prosegue dopo Porto fino a Partinello: molto bella anche questa e sicuramente meno affollata, permette di vedere i calanchi dalla prospettiva opposta.

Tramonto alle Iles sanguinaires
Tappa imperdibile in zona Ajaccio sono le Iles sanguinaires, che sono delle isolette, praticamente degli scogli, al largo della punta della Parata. Noi le vediamo una prima volta da lontano con il mare in tempesta e la pioggia, ma decidiamo di non incamminarci fino alla punta anche perché non siamo attrezzate (anche se sono sicura che sarebbe stato uno spettacolo notevole), e una seconda volta al tramonto, al termine di una giornata piuttosto limpida. Dopo il breve sentiero a piedi ci sediamo insieme a molte altre persone sulle rocce della punta della Parata e ci godiamo tutto il tramonto, fino a quando il sole sprofonda nell'acqua. Poi ci incamminiamo sul sentiero che aggira il promontorio dall'altro lato e possiamo ammirare il mare e il paesaggio (il punto dell'istmo che unisce punta della parata al resto della penisola è molto bello) al crepuscolo e alla cosiddetta ora blu. Tra l'altro quella stessa sera abbiamo la fortuna di vedere sorgere una luna piena enorme e rossastra sul golfo di Ajaccio, che è uno spettacolo altrettanto strepitoso.

Tramonto da Cargese
Un altro tramonto molto bello che consiglio è quello che si può ammirare da Cargese (esattamente dal parcheggio poco fuori dal centro) verso il golfo di Pero.

Vale la pena anche la gita nell'interno che facciamo un giorno in cui il tempo ancora non invita alla spiaggia. Il nostro obiettivo è il paesino semiabbandonato di Muna, ma per arrivarci passiamo per Vico, poi per il convento di San Francesco, per Murzo, quindi imbocchiamo una lunghissima strada di montagna sempre più piccola e stretta, che in alcuni punti si affaccia su gole profondissime, come all'altezza della boucle du Liamone, dove il fiume ha scavato la montagna e fa un'ansa impressionante prima di riprendere il suo percorso verso il mare. La visita al paesino di Muna, con le sue case in parte ristrutturate e semiabitate, in parte diroccate, è molto bella, anche se mentre saliamo e poi scendiamo per la stradina di pietra che risale il paesino lungo il costone della montagna, ci chiediamo come si faccia a vivere in un posto così. Proseguendo dopo Muna passiamo per un certo numero di paesini più o meno sperduti (Salice, Azzana, Lopigna, Arro e Ambiegna) costeggiando spesso il corso del fiume Liamone e, dopo ennemila curve, siamo finalmente al mare proprio all'altezza della spiaggia del Liamone.

Museo Fesch ad Ajaccio
Della città di Ajaccio, la capitale meridionale della Corsica, non serbiamo un ricordo particolarmente entusiasmante. Va detto che l'abbiamo visitata in una giornata di pioggia, e dunque non abbiamo potuto goderci la passeggiata nelle sue stradine sul porto. Ci ha dato l'impressione di una cittadina di mare non particolarmente elegante, ma con tutti i servizi. Noi, considerata la pioggia, abbiamo approfittato per una visita in libreria (dove ho comprato l'ultimo giallo della Vargas non ancora uscito in Italia) e al Museo Fesch, che prende il nome dal cardinale collezionista di arte, nonché zio di Napoleone Bonaparte. Sono quattro piani di arte - dipinti e qualche scultura - dal rinascimento all'ottocento. Pochi pezzi davvero rilevanti, ma nel complesso molto gradevole. C'è anche una mostra su Plon Plon ossia Napoleone Giuseppe Carlo Paolo Bonaparte, nipote del più famoso Napoleone I. E del resto ad Ajaccio - e un po' in generale in Corsica - tutto ruota attorno a Napoleone.

Al porto di Bastia
Bastia - dove ci fermiamo una notte prima di riprendere il traghetto - ci appare molto più elegante, quasi radical chic, cosa che in questo caso ci colpisce favorevolmente. Bella la cittadella, nelle cui strade ci perdiamo molto volentieri e da cui si ammirano stupendi panorami, bella la zona del porto e tutte le stradine che vi arrivano, belle anche le strade dello shopping e le grandi piazze. Per noi Bastia vince su Ajaccio. Non lontano da Bastia verso l'interno suggeriamo una visita alla chiesa in stile pisano di San Michele a Murato, una esperienza quasi destabilizzante, ma anche affascinante.

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Il cibo

Nell'interno di Capo Corso
Ce lo avevano detto diversi amici, ma personalmente non ci volevo credere: in Corsica non si mangia particolarmente bene. Dopo qualche esperienza non felicissima passa la voglia di mangiare fuori e anche di comprare i loro prodotti tipici (i salumi e i formaggi). La loro è una cucina che vuole prendere le distanze sia da quella francese che da quella italiana, ma alla fine risulta una cattiva imitazione di entrambe e non particolarmente raffinata (cosa che si potrebbe dire anche della lingua corsa, una specie di mix di dialetti del centro Italia).

Ciò detto, per fortuna ci sono le boulangerie, soprattutto quelle di verace ispirazione francese. Nel nostro viaggio ne abbiamo sperimentate numerose (io ho una specie di ossessione per la viennoiserie francese e S. una ossessione per le baguette). Da questa nostra ricerca vi segnaliamo tre ottimi posti: la boulangerie Straboni a Marina di Sisco (croissant e similari eccellenti), L'artisan dessert nella periferia di Ajaccio (vincitrice di numerosi premi) e boulangerie Galeani nel pieno centro di Ajaccio.

Nelle stradine del centro storico di Bastia
Cene e aperitivi fuori ne abbiamo fatti pochissimi, visto che rapidamente ci siamo rese conto che non ne valeva particolarmente la pena. Abbiamo preso un discreto aperitivo a U scalu, nella piazzetta di Erbalunga, volevamo fermarci un paio di volte da Apperitivu, un camioncino che allestisce dei tavolini in uno slargo sulla strada con vista sugli stagni di Biguglia, ma entrambe le volte era chiuso. Abbiamo cenato una volta da Le Farniente alla Marine de negru (baia bellissima, cibo buono ma non memorabile), una volta al bistrot A piazzetta a Erbalunga, un'ultima volta a L'ardoise nella bellissima piazza del mercato di Bastia (location fantastica, cibo anche qui non memorabile).

Insomma la migliore cena fuori è stata la pizza napoletana della pizzeria Napul'è di Ajaccio. Io sono una che all'estero non va mai a mangiare la pizza o nei finti ristoranti italiani, ma qui lo abbiamo davvero voluto e non ce ne siamo pentite.

Tramonto sulla costa ovest
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Qualche considerazione finale

La Corsica è un'isola bellissima e che vale la pena gustarsi con lentezza. Sono dunque contentissima di aver scelto di non fare il tour completo in due settimane, perché non avrei probabilmente apprezzato abbastanza questi paesaggi. Per quanto mi riguarda conto di tornarci e di esplorare zone cui in questo primo giro abbiamo deciso di rinunciare.

Poi ci sono un po' di note diciamo di colore, che mi limito a richiamare dichiarando fin d'ora che ovviamente non pretendo di aver capito alcunché di questa terra e di questo popolo, e anzi con l'intento di far passare l'idea che la realtà corsa è molto più complessa di quello che appare (e in questo è stata molto interessante la lettura di Le temps est assassin di Michel Bussi che mi ha accompagnata nella seconda settimana della vacanza).

San Michele a Murato
Già ho detto del cibo e della lingua. Dalla Corsica ci siamo portate in Italia solo alcuni prodotti francesi, e anche trovare qualche souvenirs da regalare agli amici è stato difficile se non impossibile.

Aggiungo che i corsi guidano abbastanza come dei pazzi e che in particolare con le macchine dei turisti sono totalmente impazienti, cosa che capisco ma fino a un certo punto viste le strade che si ritrovano. In generale non mi sono sembrati del tutto accoglienti, in primis nei confronti dei francesi, ma in generale verso i turisti. Ovunque ci sono scritte nazionaliste e indipendentiste, frutto di una storia di rapporti complessi con la Francia; dall'esterno appare tutto piuttosto insensato, e probabilmente queste frange rappresentano solo una piccola parte dei corsi, però non c'è dubbio che la questione esista visto che i morti nel tempo e anche recenti non sono pochi.

Sul traghetto
Infine, Corsica Ferries - che però è gestita da italiani - è abbastanza un incubo. I traghetti vengono spostati di orario (e sembra in alcuni casi anche di giorno) all'ultimo minuto costringendo a cambiare programmi in maniera repentina. A noi gli orari sono cambiati anche più volte sia per il viaggio di andata che di ritorno, per fortuna senza grandi conseguenze organizzative, ma la cosa è abbastanza assurda. All'interno, i traghetti sono discreti, ma - come spesso accade nei viaggi in traghetto, soprattutto quando si cerca di riempirli fino all'orlo - le fasi di imbarco e di sbarco sono abbastanza un delirio. D'altra parte da Livorno a Bastia in traghetto sono solo quattro ore e questo li rende il mezzo migliore per raggiungere la Corsica.

Insomma, nonostante tutto, prima o poi voglio ritornare in questa bizzarra isola.

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Per una selezione più ampia di foto del viaggio in Corsiva si veda qui sul mio profilo Behance.

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