mercoledì 16 novembre 2022

Le perfezioni / Vincenzo Latronico

Le perfezioni / Vincenzo Latronico. Milano: Bompiani, 2022.

Qualche tempo fa avevo visto su Internet una vignetta di Maicol e Mirco in cui ci sono due dei loro più tipici personaggi, l’analista e il paziente sul lettino, e quest’ultimo dice: “Vorrei solo essere felice come appaio su Internet, dottore”.

Ebbene, mi pare che questa vignetta di Maicol e Mirco esprime molto sinteticamente il tema centrale del romanzo breve di Vincenzo Latronico, che – come esplicitato fin dalla frase in esergo – è un esercizio narrativo di aggiornamento del romanzo Le cose di Georges Perec (che però io non ho letto).

I protagonisti di questo romanzo sono una giovane coppia, Tom e Anna, ritratti nel periodo della vita che li traghetta dai venti ai trent’anni. Si tratta di due creativi freelance che hanno deciso di vivere a Berlino, la città delle mille opportunità, alla ricerca di una vita perfetta, quella che tutti i giorni vediamo scorrere sui feed dei nostri social, e che è fatta di immagini nitide dai colori perfettamente abbinati secondo un’estetica che ormai accomuna – forse proprio per effetto dei social – tutto il mondo occidentale e anche oltre.

Tom e Anna sono giovani, innamorati, hanno un lavoro molto cool, vanno alle serate giuste, partecipano alle inaugurazioni di mostre ed eventi culturali, sono circondati di amici provenienti da tutto il mondo, sostengono le giuste cause, scelgono i caffè e i ristoranti più trendy, cucinano con ingredienti biologici e locali, fanno vacanze invidiabili mettendo in affitto il loro appartamento reso per l’occasione ancora più essenziale ed attraente.

Questa vita si specchia costantemente nelle immagini, nei video e nelle stories che i due pubblicano sui social e che ricevono centinaia di like dalla loro cerchia di amici e conoscenti.

Man mano che la loro vita perfetta va avanti Tom e Anna si accorgono però progressivamente del fatto che i loro sentimenti e il loro stato d’animo sono molto diversi da quelli che appaiono sui social, mentre a più riprese la noia fa capolino in una vita che invece vorrebbe essere sempre vissuta alla massima intensità, come se si fosse sempre in una pubblicità.

Contemporaneamente anche Berlino cambia, nuove generazioni si fanno spazio, i modelli si aggiornano e anche l’estetica non è più la stessa. Tom e Anna cercano nuovi stimoli altrove, prima a Lisbona – che gli appare la versione mediterranea e un po’ più decadente di Berlino – e poi in una Sicilia ideale e vagheggiata, ma molto diversa nella realtà.

Un’eredità darà nuova linfa alla progettualità dei protagonisti che dovranno necessariamente fare i conti con la differenza tra la vita reale e la sua proiezione su Internet.

Apparentemente, il libro di Vincenzo Latronico è un libro sulla generazione dei millennials (anche se mi pare che l’inizio della storia si collochi in una Berlino più risalente nel tempo) e sulla loro difficoltà a trovare un equilibrio tra vita vissuta e suo rispecchiamento nel panopticon dei social networks.

In realtà, si tratta di un libro che parla a tutti noi, o almeno a quelli che appartengono a un certo ambiente culturale e sociale, e che non potranno fare a meno di riconoscersi – in parte vergognandosi – in alcune delle idiosincrasie di Tom e Anna e in alcune delle forme della loro frustrazione. Dunque più che di una generazione mi sono fatta l’idea che il libro di Latronico parli di un’epoca, e lo fa in un modo per certi versi così puntuale e minuzioso da sembrare un trattato socio-antropologico piuttosto che un vero e proprio romanzo.

Leggo in varie recensioni che sul piano stilistico le scelte di Latronico sono volutamente ispirate al modo in cui Perec si approccia al romanzo Le cose a cui lo scrittore romano si ispira.

Personalmente mi ha colpito la totale assenza di dialoghi, il tono molto neutro e privo di giudizio della narrazione, la quasi inesistente contestualizzazione relazione dei protagonisti.

Al termine della lettura, che pure ho trovato molto interessante per le riflessioni che mi ha suscitato, mi è rimasta una sensazione di perplessità: non ero in grado di dire se il libro mi fosse effettivamente piaciuto oppure lo considerassi una mezza fregatura. Non avendo sciolto questo dubbio, mi mantengo su un giudizio intermedio, pur contenta tutto sommato di averlo letto.

Voto: 3/5

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