venerdì 4 novembre 2022

L'arte della gioia / Goliarda Sapienza

L'arte della gioia
/ Goliarda Sapienza; pref. e Ritratto di Goliarda Sapienza di Angelo Pellegrino; postfazione di Domenico Scarpa. Torino: Einaudi, 2015.

Varie persone mi avevano consigliato a più riprese di leggere questo libro. Come spesso mi accade, era rimasto sullo scaffale a lungo finché non è arrivato il momento giusto.

L'arte della gioia mi ha accompagnata in tutta l'ultima parte dell'estate fino alla ripresa della routine post-vacanziera.

La storia di questo libro, raccontata nella prefazione di Angelo Pellegrino e approfondita nella postfazione di Domenico Scarpa, è stata fortemente travagliata: il manoscritto è stato rifiutato nel tempo da numerosi editori italiani, e solo dopo essere stato pubblicato e aver avuto successo all'estero ha finalmente trovato anche in Italia uno spazio editoriale degno (dopo una prima edizione realizzata a sue spese dallo stesso Angelo Pellegrino). Sicuramente non è un libro facile: è corposo e ha un andamento classico, pur raccontando una storia che per molti versi ha dei fortissimi tratti di modernità. La sua autrice, Goliarda Sapienza, è stata a sua volta una figura controversa e discussa per le sue scelte di vita eccentriche e anticonformiste.

Insomma, l'Italia dell'epoca probabilmente non era pronta per un libro come questo, che invece si sta rivelando oggi un longseller apprezzato non solo dalle persone della mia età, ma anche da quelle delle generazioni successive alla mia.

La protagonista de L'arte della gioia è Modesta, una ragazzina siciliana di umile provenienza che dopo la morte della madre e della sorella cresce in un convento di suore, da dove - entrata nelle grazie di suor Leonora - alla morte di quest'ultima sarà trasferita nella villa dei Brandiforti. Qui non solo Modesta potrà proseguire nella sua formazione da autodidatta ma potrà avviare la sua scalata sociale che - grazie alla sua intelligenza e alla sua astuzia - la porterà a ereditare il ruolo di principessa. Seguiremo la vita di Modesta in tutte le sue fasi, scandite sul piano personale da amori per donne e uomini, figli ufficiali e non, sodalizi a vario titolo, e sul piano sociale da una partecipazione attiva o dietro le quinte alle principali vicende che scandiscono la storia dell'Italia nel Novecento e alla vita politica del paese, fino al carcere patito per il sospetto del suo sostegno a rivoluzionari e anarchici.

Modesta è un personaggio dissacrante, capace di mettere in discussione tutte le convenzioni sociali e i punti di vista tradizionali, per affermare delle verità basate sulla sua esperienza di donna veramente libera dai lacci della religione e della moralità. Una donna innamorata e affamata della vita, capace di trasfondere questo amore nelle persone che la circondano, ma anche di fare propri tutti gli insegnamenti utili che le arrivano dalle persone che incontra.

Quella di Modesta è una vera e propria epopea, in cui gli eventi e i personaggi sono talmente tanti e si snodano su un periodo talmente lungo, creando intrecci a volte imprevedibili, che il lettore (o almeno a me è successo) si perde talvolta in alcuni di questi meandri. Non è dunque una lettura sempre facile quella de L'arte della gioia: a volte trascina, altre volte respinge, altre ancora confonde.

Non v'è dubbio però che in questo libro alberghino pagine memorabili, così come sono sicura che il personaggio di Modesta è di quelli che rimangono scolpiti nella mente del lettore e destinati a diventare dei capisaldi della letteratura italiana. A sfregio perenne per gli editori e i critici letterari che non ne riconobbero l'eccezionalità, troppo bigotti e troppo chiusi nei loro piccoli mondi per capire qualcosa di così antico e moderno allo stesso tempo.

Voto: 3,5/5

2 commenti:

  1. Mah, purtroppo è un libro che non amai particolarmente e di cui ho resettato tutto. Me lo passò mia sorella esaltandolo, ma non mi fece impazzire, ne discutemmo anche ricordo, decisamente non un libro che mi è rimasto . 🤷

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    1. Posso capire. Sui libri - come su tutto il resto - c'entra il gusto individuale e anche tanto il momento in cui li si approccia. Personalmente non credo sia un capolavoro, ma certamente è un esperimento letterario interessante e sicuramente molto dirompente per il momento in cui fu scritto.

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