La mostra antologica su Willy Ronis al Palazzo dei Tre Oci, il palazzo novecentesco della Giudecca ormai deputato alla fotografia, è stata l'occasione di un bel weekend veneziano, in cui abbiamo potuto godere di molte altre meraviglie. Devo dire però che la mostra da sola vale il viaggio.
Willy Ronis è un fotografo francese, figlio di immigrati dall'Est Europa, che nella sua lunga vita (è morto nel 2009 a 99 anni) è stato attivo sul fronte fotografico per oltre 75 anni e lo ha fatto senza mai tradire la sua vocazione per il filone della "fotografia umanista".
Ronis - pur avendo viaggiato molto e a lungo e avendo fatto fotografie in tutto il mondo (come testimonia una sezione della mostra che ospita anche le foto fatte a Venezia) - ha sempre mantenuto un rapporto privilegiato con la Francia, in particolare con la città di Parigi, e nello specifico con il quartiere di Belleville e Ménilmontant. Nelle sue foto - realizzate tutte in uno splendido bianco e nero - prevalgono le situazioni catturate per strada, ma i protagonisti non sono solo sconosciuti e passanti, bensì spesso anche familiari e amici. Due delle foto più famose di Ronis sono infatti quella della moglie Marie-Anne che si lava nuda a un lavabo della casa di campagna e quella di suo figlio Vincent che fa volare un aeroplanino.
Il suo lavoro però comprende anche numerosi reportage e fotografie realizzate su commissione, che raccontano alcuni momenti e aspetti significativi della recente storia francese, come ad esempio gli scioperi e la vita nelle fabbriche.
La mostra veneziana consente al visitatore di effettuare un percorso attraverso le oltre 120 fotografie selezionate, che sono organizzate per filoni di interessi, tematiche e chiavi di lettura significative. Tali sezioni sono introdotte da pannelli illustrativi brevi ed efficaci che arricchiscono la visita senza rallentarla né appesantirla. Le foto sono tutte corredate di didascalie, e alcune di queste riportano il commento dello stesso Ronis che offre dei dettagli sulle circostanze e i modi dello scatto, nonché - cosa piuttosto rara - sul lavoro effettuato in fase di stampa.
Il percorso attraverso i tre piani della mostra è reso ancora più interessante dalla possibilità di fermarsi per un approfondimento nelle due salette allestite con due video dedicati al fotografo: in uno vediamo lo stesso Ronis ultranovantenne ma lucidissimo che racconta la sua storia fotografica e personale, nell'altro ascoltiamo il direttore dei Tre Oci che ci racconta come è nata la mostra e ci offre il suo punto di vista sul fotografo e la sua produzione. Entrambi i video risultano interessanti e della giusta durata nell'economia della visita alla mostra.
Una nota di merito infine al fatto che, all'interno degli spazi della mostra, è possibile scattare fotografie, cosa che non sempre viene consentito.
All'uscita ci regalano una cartolina con la riproduzione di una fotografia di Ronis, quella famosa dei due innamorati che amoreggiano a una terrazza che si affaccia sullo splendido panorama parigino, ma peccato che non sia possibile acquistare le locandine della mostra, che pure sono state realizzate in diverse versioni. Io mi consolo comprando il libro Le regole del caso, nella serie "Lezioni di fotografia" che l'editrice Contrasto ha dedicato appunto a Ronis e alle sue fotografie.
Una mostra molto bella e suggestiva, in un ambiente altrettanto bello e con una vista magnifica sulla Chiesa della Salute, dall'altra parte del Canale della Giudecca.
Voto: 4/5
mercoledì 19 dicembre 2018
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