Una mostra che probabilmente se avessi visto in autonomia (persino con l’audioguida!) avrei trovato interessante ma tutto sommato priva di un vero appeal diventa invece un appassionante viaggio in un periodo cruciale di una vita e di una carriera, quelle di Pablo Picasso, che – come dice la nostra guida – sono state talmente lunghe che sarebbe impossibile riassumerle in una mostra.

Il primo piano della mostra è un percorso attraverso la produzione di questi anni e, in particolare, racconta l’incontro con il classicismo che Picasso assorbe e trasforma in qualcosa di totalmente individuale; le scelte dei quadri in esposizione aiutano però anche a capire la poliedricità dell’artista, spesso associato esclusivamente a un certo tipo di pittura oppure classificato in fasi artistiche rigide che invece – come questo allestimento dimostra – convivono in lui praticamente sempre, nonché le sue ossessioni e i soggetti trasversali a soluzioni pittoriche differenti.

Il secondo piano della mostra è dedicato soprattutto al materiale d’archivio, lettere, fotografie e altra documentazione relativa al viaggio in Italia, nonché alla produzione teatrale, quella che lo vede impegnato al seguito dei Ballets Russes di Diaghilev nel disegnare manifesti, scenografie e costumi.
Certamente questo secondo percorso è un po’ più di nicchia, ma non per questo meno interessante nella misura in cui permette di scoprire un Picasso per me – e credo per molti – inedito e del tutto inaspettato.
Una bella sorpresa. E grazie ancora al nostro competente, preparatissimo e simpatico Gabriele.
Voto: 3,5/5
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia qui un tuo commento... Se non hai un account Google o non sei iscritto al blog, lascialo come Anonimo (e se vuoi metti il tuo nome)!