Love addict. Confessioni di un seduttore seriale / Koren Shadmi. Milano: Bao Publishing, 2015.
K, il protagonista di questo graphic novel, è un disegnatore e animatore un po’ nerd, che vive a New York dividendo casa con un coinquilino. Ha una vita sentimentale come tutti. Un giorno conosce per caso una ragazza e inizia una storia. Poi dopo un anno la storia va in crisi e K rimane da solo a deprimersi e a farsi consolare dagli amici. Fino a quando il suo coinquilino lo convince a iscriversi a una chat di incontri, Lovebug, cui lui è già iscritto, e gli spiega tutti i segreti e i trucchetti per rimorchiare il più possibile.
Dopo un avvio piuttosto burrascoso e una serie di incontri con persone decisamente borderline, K diventa a poco a poco più bravo e più spregiudicato e la chat diventa per lui una vera e propria ossessione, così come il sesso che finalmente riesce a ottenere con poco sforzo e tutto sommato senza dover gestire quasi nessuna conseguenza sentimentale.
K diventa sempre più sicuro di sé al punto tale da pensare di poter fare a meno della sua psicologa e di aver raggiunto il suo ideale di vita e felicità. Ma sarà davvero così?
Il graphic novel di Koren Shadmi, un fumettista di origine israeliana trapiantato a New York, ci racconta l’amore – o forse meglio sarebbe dire il sesso – ai tempi di Internet, con tutte le contraddizioni che si porta dietro. Perché le possibilità offerte da Internet da un lato sono il riscatto di tutti i timidi e gli insicuri (uomini e donne) che nella vita hanno sempre fatto una fatica boia ad approcciare gli altri e dunque hanno rinunciato – anche quando lo avrebbero voluto – a quel po’ di sesso senza implicazioni sentimentali che, pur condannato da considerazioni moralistiche di vario genere, fa in qualche modo parte di come siamo fatti. Dall’altro, come spesso accade, la facilità produce una ubriacatura, una vera e propria indigestione che – oltre certi limiti – fa male al corpo e allo spirito, innescando un circolo che da virtuoso si fa vizioso, producendo vere e proprie dipendenze dalla possibilità continua di ottenere il soddisfacimento dei propri bisogni superficiali, ma anche producendo alti livelli di frustrazione e insofferenza all’impegno che un relazione umana richiede.
Love addict non è certo una riflessione di spessore elevato su un tema complesso e delicato come quello che tratta; si limita a raccontare una storia con onestà e senza giudizi morali, bensì semplicemente mettendone in evidenza le ricadute positive e le conseguenze negative.
Forse, tra le righe, Koren Shadmi ci sta dicendo che il passaggio da un mondo in cui conoscere una persona e portarsela a letto richiedeva tempo e applicazione a uno in cui tutto diventa così facile da favorire la serialità è qualcosa con cui ancora dobbiamo fare i conti, rispetto al quale non siamo ancora del tutto attrezzati emotivamente e psicologicamente, e in cui ancora non siamo in grado di ricercare un virtuoso giusto mezzo.
Internet fa ormai parte delle nostre vite e le ha cambiate profondamente in moltissimi ambiti, compreso quello della sessualità e dei sentimenti. E come sempre quando abbiamo a disposizione strumenti e possibilità nuove, è necessario un tempo di adattamento evoluzionistico che permetta al genere umano di farne un uso che sia possibilmente vantaggioso e non autodistruttivo. Dall’albo di Shadmi sembrerebbe che la fase costruttiva sia ancora di là da venire.
Voto: 3,5/5
sabato 24 settembre 2016
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia qui un tuo commento... Se non hai un account Google o non sei iscritto al blog, lascialo come Anonimo (e se vuoi metti il tuo nome)!