In questo caso ho capito subito che il sound dei Sun June è nelle mie corde e dunque, insieme a F., ci siamo immediatamente prenotate per il concerto, oltre a comprare e condividere l'ascolto dell'album Years, che è l'album di esordio del gruppo.
 Al Black Market i Sun June non sono in formazione completa (sarebbero in cinque), ma i pezzi forti ci sono, ossia la cantante Laura Colwell e il chitarrista Stephen Salisbury. Oltre a loro c'è anche un altro bravo chitarrista, il cui apporto alla serata è molto significativo.
Al Black Market i Sun June non sono in formazione completa (sarebbero in cinque), ma i pezzi forti ci sono, ossia la cantante Laura Colwell e il chitarrista Stephen Salisbury. Oltre a loro c'è anche un altro bravo chitarrista, il cui apporto alla serata è molto significativo. Si capisce che i Sun June, rappresentati nella loro interazione con il pubblico da Laura Colwell, sono ancora agli esordi, in quanto mostrano quella timidezza e quasi imbarazzo, misto forse a paura e nervosismo per essere su un palco, di chi non ha alle spalle anni di concerti.
 Per tutta la durata del concerto Laura Colwell - con il suo volto acqua e sapone e gli occhi grandi - sembra quasi scusarsi con il pubblico per qualunque cosa, ma in realtà la sua voce appare cristallina e perfetta in tutte le canzoni del loro piccolo repertorio. Indubbiamente gli arrangiamenti, fatti con qualche base di ritmo registrato e le due chitarre più una piccola tastiera, non possono competere con gli arrangiamenti del gruppo al completo e rendono le canzoni un pochino diverse da quelle ascoltate sull'album. Resta però il fascino di un sound discreto, lo-fi, e delle atmosfere casalinghe e sognanti che questi ragazzi di Austin ci trasmettono.
Per tutta la durata del concerto Laura Colwell - con il suo volto acqua e sapone e gli occhi grandi - sembra quasi scusarsi con il pubblico per qualunque cosa, ma in realtà la sua voce appare cristallina e perfetta in tutte le canzoni del loro piccolo repertorio. Indubbiamente gli arrangiamenti, fatti con qualche base di ritmo registrato e le due chitarre più una piccola tastiera, non possono competere con gli arrangiamenti del gruppo al completo e rendono le canzoni un pochino diverse da quelle ascoltate sull'album. Resta però il fascino di un sound discreto, lo-fi, e delle atmosfere casalinghe e sognanti che questi ragazzi di Austin ci trasmettono.  A un certo punto Laura dice qualcosa a proposito di Terrence Malick e del fatto che lui in America non è molto famoso, e sinceramente non capisco perché. Poi leggo su Internet che al lancio della band è stato detto che i due componenti principali lavoravano insieme nella sala montaggio del regista, e che lì sono cominciate le loro sperimentazioni musicali.
A un certo punto Laura dice qualcosa a proposito di Terrence Malick e del fatto che lui in America non è molto famoso, e sinceramente non capisco perché. Poi leggo su Internet che al lancio della band è stato detto che i due componenti principali lavoravano insieme nella sala montaggio del regista, e che lì sono cominciate le loro sperimentazioni musicali. La serata scivola via leggera e affettuosa, e il pubblico risponde con silenzio e attenzione alle melodie dei Sun June. Al termine del concerto l'applauso sembrerebbe richiedere l'esecuzione di qualche altro brano, e Laura Colwell parrebbe anche propensa ad accontentarci, ma dopo un breve conciliabolo con il chitarrista capiamo che purtroppo dovremo fare a meno del bis.
Del resto questi ragazzi al loro primo album - e adesso impegnati a scrivere altre canzoni per future incisioni - ci hanno offerto un saggio ampio della loro musica e non si sono minimamente risparmiati.
Potrebbe essere un gruppo di cui sentiremo parlare.
Voto: 3,5/5

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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