venerdì 19 aprile 2024

No sleep till Shengal / Zerocalcare

No sleep till Shengal / Zerocalcare; con i toni di grigio di Alberto Madrigal. Milano: Bao Publishing, 2022.

A distanza di sei anni da Kobane calling, e con ormai all'attivo un numero imprecisato di albi e ormai ben due serie tv per Netflix, Zerocalcare torna a parlarci di quell'area del mondo collocata tra Siria, Turchia, Iran e Iraq che è il Kurdistan, ma che come tale non viene riconosciuto da nessuno dei paesi citati e nemmeno da buona parte della comunità internazionale.

A fronte di un mio incontro iniziale piuttosto tiepido con il mondo di Zerocalcare, Kobane calling ha rappresentato per me il momento della svolta, quello che mi ha definitivamente conquistata. La versione graphic journalist di Zerocalcare - ovviamente una versione originale e perfettamente in linea con lo stile di Zero (che a me ricorda un po' Guy Delisle) - è forse quella che mi convince di più o quanto meno quella con cui mi è più facile entrare in sintonia.

E la magia si ripete anche con No sleep till Shengal, che racconta il viaggio compiuto da Zerocalcare tra la primavera e l'estate 2021 nell'area dell'Iraq dove la comunità degli Ezidi rivendica l'autonomia dopo aver messo in piedi una confederazione democratica, ma è oggetto di una persecuzione su vasta scala.

Ancora una volta, dietro il viaggio di Zero c'è la comunità curda di Roma e la necessità di accendere i riflettori su un conflitto volutamente dimenticato. Zerocalcare ce ne parla a modo suo, raccontandoci il viaggio, le traversie, i checkpoint, gli incontri, le paure e i dubbi. E in tutto questo il fumettista romano è sempre lui, con le sue idiosincrasie e le sue pippe mentali, ma anche con sei anni di più, e quindi ancora più idiosincrasie e pippe :-D

In ogni caso, il graphic novel è un buon punto di partenza per incuriosirsi alla vicenda degli Ezidi, popolazione che è stata oggetto di numerosi massacri e tentativi di genocidio durante la sua storia, e che combatte per esistere e sopravvivere. Ovviamente questa è una sintesi semplificata, e - come direbbe Zero - le cose sono molto più complesse di così, e lui è un vero maestro nel mettere in scena - prima di tutto per sé stesso - l'obiezione.

Io me lo sono divorato una sera prima di andare a dormire, e non ho spento la luce finché non ho letto l'ultima pagina, la nota scritta che Zerocalcare pospone all'albo per dire che da quando il viaggio è stato compiuto alla pubblicazione dell'albo è passato circa un anno, e ovviamente le cose sono cambiate e alcune delle persone raccontate non ci sono più, perché questa area del mondo ha un livello di instabilità altissimo e raccontarne le vicende è difficile perché le cose cambiano molto rapidamente. Resta però sempre vero che il Kurdistan e più in generale questa area del mondo non trova pace né equilibrio, non solo per gli interessi vari e contrapposti dei paesi che vi gravitano (primo fra tutti la Turchia), ma anche e soprattutto per l'indifferenza - in buona parte interessata - del mondo occidentale.

Zerocalcare ci aiuta a non dimenticarcelo.

Voto: 3,5/5

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia qui un tuo commento... Se non hai un account Google o non sei iscritto al blog, lascialo come Anonimo (e se vuoi metti il tuo nome)!