giovedì 5 maggio 2022

Infanzia di un fotografo / Massimiliano Tappari

Infanzia di un fotografo / Massimiliano Tappari. Milano: Topipittori, 2021.

Il libro di Massimiliano Tappari - uno dei primi regali ricevuti per il Natale 2021 - è stato per me una felice scoperta. Lui è del 1967, ed è un fotografo, ma anche un poeta, un autore e un camminatore (come dicono le sue biografie), molto impegnato soprattutto nelle attività ludiche e formative per bambini e adulti.

Io non lo conoscevo, non avevo mai letto né visto niente di suo. Ma già la frase stampata sulla copertina mi ha conquistata, perché mi ci sono profondamente riconosciuta: "Il mondo si divide in due categorie di persone: chi divide il mondo in due categorie di persone e chi non lo fa. Io sto cercando di smettere ma la tentazione è irresistibile e ogni tanto ci ricasco. Sarà perché ho due nomi e quindi io stesso mi sento diviso in due."

Questa frase, oltre a calzarmi a pennello, tanto più che io sono del segno dei Gemelli, offre un indizio molto significativo di quello che si andrà a leggere e a guardare nel libro. Il libro di Tappari è più facile da definire per negazione, ossia dicendo cosa non è: non è un libro di fotografia, non è un romanzo, non è un'autobiografia, non è un libro di racconti, e nello stesso tempo però è tutto questo.

Il testo è fatto di frammenti, brevi aneddoti, piccoli racconti, talvolta aforismi, che letti tutti insieme e di seguito non solo gettano luce sul suo autore e sul suo modo di vedere la vita, ma in alcuni casi aprono squarci interessanti di riflessione e in altri aprono il viso a un sorriso o a una vera e propria risata.

Questo effetto è reso ancora più intenso dal dialogo talvolta sotterraneo, altre volte esplicito, tra testo e fotografie, e anche tra le fotografie stesse. Queste ultime sono spesso espressione di un disturbo di cui Tappari dice di soffrire da sempre, la pareidolia, che è un fenomeno umano istintivo che ci porta a riconoscere forme e figure note (umane, e non solo) in oggetti e cose che ci circondano. Per Tappari questa non è solo una tendenza, bensì una vera e propria “malattia” che condiziona profondamente il suo sguardo sul mondo, con risultati molto particolari a livello di fotografie.

La scrittura di questo libro appare una specie di operazione di memoria e di autocoscienza per il suo autore, che diventa per noi lettori occasione di scoperta e di meraviglia.

Un libro che potrà interessare i fotografi a qualunque livello, ma anche tutti coloro che amano riflettere sui piccoli e grandi episodi che la vita ci riserva.

Consigliato!

Voto: 4/5

2 commenti:

  1. Mi ha colpito molto, lo cerco. Grazie.

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    1. E' un librino senza pretese, ma secondo me vale la pena. Mi dirai...

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