Agenzia A / Matsumoto Seichō. Milano: Mondadori, 2020.
Quando ho voglia di leggere qualcosa di intrigante e coinvolgente so di andare praticamente sul sicuro con i romanzi di Matsumoto Seichō, autore giapponese attivo tra gli anni '50 e '70 del Novecento che ho già avuto modo di apprezzare leggendo i romanzi fin qui pubblicati da Adelphi: Tokyo Express, La ragazza del Kyūshū e Un posto tranquillo.
Così quando G. mi parla di Agenzia A, pubblicato da Mondadori, lo acquisto immediatamente e lo porto con me in vacanza. In una pausa della lettura del più impegnativo La vergine nel giardino, dedico un paio di giornate a divorare questo thriller del 1959, che vede protagonisti due novelli sposi, Uhara Ken’ichi (funzionario dell'agenzia pubblicitaria A) e Itane Teiko.
Dopo la luna di miele e prima del trasferimento a Tokyo, Uhara Ken’ichi deve tornare qualche giorno a Kanazawa per il passaggio delle consegne al suo sostituto Honda, ma da quella trasferta non torna più indietro.
A quel punto la moglie Teiko, aiutata dal collega Honda, comincia a indagare sulla scomparsa, avendo dapprincipio pochissimi indizi, anche a causa della limitatissima conoscenza reciproca: il matrimonio tra i due era stato infatti combinato grazie all'intervento di un mediatore (come del resto era tipico del Giappone dell'epoca: vedi i film di Ozu a titolo di confronto) e i due sposi non sapevano quasi nulla l'uno dell'altra.
L'indagine diventa dunque non solo un'esplorazione della psicologia dei protagonisti, ma anche - com'è tipico di questo autore - un'analisi della società giapponese, in particolare in questo caso delle ferite rimaste aperte dopo la fine della guerra.
Man mano che Teiko si addentra nella vita di suo marito scopre cose che non immaginava non solo di Ken’ichi, ma anche di altri insospettabili persone a lui collegate. Ne viene fuori un giallo molto ben congegnato che rende la lettura appassionante e scorrevole.
La lettura di Agenzia A è però - al di là degli aspetti puramente narrativi - soprattutto un'occasione per viaggiare con la fantasia in luoghi più o meno noti del Giappone e per conoscere la storia e la cultura di questo paese, al di là delle banalizzazioni e delle interpretazioni superficiali. Dai libri di Seichō viene sempre fuori un'immagine complessa e stratificata di questo paese, e per quanto mi riguarda a ogni lettura non smetto di meravigliarmi della distanza che intercorre tra i meccanismi relazionali occidentali e quelli giapponesi, senza la consapevolezza dei quali alcuni snodi narrativi resterebbero poco comprensibili.
Per chi non ne ha mai abbastanza di questo paese così familiare e al contempo sfuggente, Agenzia A è una lettura assolutamente necessaria.
Voto: 4/5
mercoledì 15 settembre 2021
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