domenica 1 marzo 2020

Gabriele Basilico, Metropoli. Jim Dine. Palazzo delle Esposizioni, 15 febbraio 2020

È in corso al Palazzo delle Esposizioni fino al 13 aprile 2020 la grande mostra retrospettiva dedicata al grande fotografo Gabriele Basilico (morto nel febbraio del 2013), intitolata Metropoli, tema che è sempre stato al centro dei suoi interessi fotografici.

La mostra, curata da Giovanna Calvenzi e Filippo Maggia, si apre con un racconto illustrato della sua biografia e del suo percorso artistico e professionale, per poi snodarsi attraverso 250 fotografie che afferiscono a cinque nuclei principali: uno dei primi progetti sulla città, dal titolo “Milano. Ritratti di fabbriche 1978-1980”; poi le “Sezioni del paesaggio italiano”, ossia sei itinerari fotografici attraverso l'Italia, realizzati in collaborazione con Stefano Boeri, che in un video ci spiega senso e retroscena del progetto; segue una raccolta di fotografie dedicate alle “città del mondo”, che testimoniano quanto Basilico abbia raccontato nel corso di diversi decenni le trasformazioni delle metropoli contemporanee, a partire dalle città italiane per arrivare a città quali Istanbul, Gerusalemme, Shanghai, Mosca, New York, Rio de Janeiro e molte altre ancora.

La prima parte del percorso espositivo si chiude con le fotografie su “Roma”, una città che - come si può immaginare - Basilico ha raccontato a più riprese, fino a tentare un'impresa quasi disperata nel 2010, ossia mettere a confronto la città contemporanea con le settecentesche incisioni di Giovan Battista Piranesi.

Nell'ultima parte della mostra sono esposti per la prima volta insieme i risultati delle due campagne fotografiche dedicate da Basilico a Beirut, la prima realizzata nel 1991, in bianco e nero, che documentava le ferite profonde inferte alla città dalla lunga guerra, la seconda del 2011, a colori, che racconta invece la ricostruzione e la rinascita.

In una saletta apposita è possibile anche vedere due video sul fotografo, il primo realizzato da Tanino Musso nel 1991 a Beirut e rimontato da Giacomo Traldi, e un altro del 2012 relativo a un’intervista del regista Amos Gitai dedicata a Roma e a Piranesi.

Indubbiamente una carrellata affascinante che risulterà interessante sia per chi vuole avvicinarsi all'opera del fotografo, sia per chi già conosce l'universo fotografico di Basilico e qui avrà l'occasione di guardarlo da vicino e di approfondire la conoscenza del suo stile.

Nel poco tempo che mi resta a disposizione, faccio una rapida passeggiata al piano terra del Palazzo delle Esposizioni dove è in corso un'altra mostra, dedicata all'artista pop vivente Jim Dine.

Non ho competenze sufficienti per esprimermi in proposito: posso solo dire che le sue opere - per quanto molto colorate e a prima vista quasi divertenti - comunicano un senso profondo di angoscia e un'inquietudine difficile da tradurre in parole, che secondo me trova il suo momento culminante nella sala dei Pinocchio, in cui sono collocate in ordine sparso statue di Pinocchio in vari materiali e nelle pose e dimensioni più varie, mentre sulle pareti sono tracciate delle frasi - in parte cancellate - non esattamente rassicuranti.

Persino i numerosi cuori colorati, spesso protagonisti dei suoi grandi quadri, sono tutto fuorché pacificanti.

Per fortuna i tanti bimbi in giro per il Palazzo delle Esposizioni, addirittura in posa in gruppo davanti a una grande e inquietante statua di Pinocchio, mi strappano un sorriso prima di mettere piede fuori dalla mostra.

Voto: 3,5/5

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