mercoledì 24 luglio 2019

Dalla terra al mare e ritorno: la Poitou Charentes in bicicletta

Nella campagna francese sotto la canicola
Come chi legge questo blog sa già da tempo, sono un'appassionata di viaggi in bicicletta; ne faccio almeno uno all'anno da ormai molti anni e finché le forze e la forma fisica me lo consentiranno conto di continuare a farne (magari a un certo punto si passerà a una bici elettrica ;-) ).

La Francia è una delle mete che io e S. più amiamo per i nostri viaggi in bicicletta, perché è un piacevolissimo compromesso tra molte esigenze: territorio non troppo impervio e dunque per noi affrontabile (almeno in certe regioni), varietà di paesaggi, eccellenza del cibo e dei prodotti locali, lingua comprensibile e in parte per noi parlabile. È per questo che in Francia abbiamo fatto moltissimi viaggi in bicicletta. Però la zona della Poitou-Charentes ci mancava e l'occasione ce l'hanno offerta quest'anno i nostri amici A. e D. che vivono proprio in questa regione della Francia, in un borghetto piccolissimo in campagna che si chiama Puy Doré dove loro hanno un casale (con i vari annessi, stalla, porcilaia, pollaio ecc.).

Il vagone letto a Puy Doré
Nel prato davanti alla stalla, che ora è un garage e un magazzino degli attrezzi, i nostri amici hanno parcheggiato un vecchio vagone di treno che è stato attrezzato per renderlo un'abitazione autonoma, con cucina, letto, divano e bagno (con doccia e water secco, cioè che utilizza della segatura al posto dell'acqua). E questo vagone è diventato la nostra sistemazione per i primi due giorni.

Si tratta di giorni di festa familiare: ci sono figli, nipoti, fratelli e relative famiglie, provenienti da ogni parte della Francia e dall'estero per festeggiare i compleanni di due dei bambini che compiono entrambi dieci anni. Ci aspettano mangiate e bevute come non ci fosse un domani.

Puy Doré
Durante questi due giorni, per provare le biciclette, insieme al nostro amico A. facciamo un giretto (alla fine del quale conteremo circa 26 km) che ci porta prima a Pescalis, un'area attrezzata per la pesca dove si tiene un bel mercato domenicale, e poi a Moncoutant, dove compriamo un numero imprecisato di baguette al forno. Per smaltire le mangiate e le bevute del pranzo e della cena, in serata facciamo una passeggiata verso il vicino paesino di Courlay e godiamo di un tardo tramonto spettacolare.

1° tappa: Puy Doré - Parthenay (48 km)

La voie verte
La mattina della nostra partenza per il viaggio in bicicletta tuona e piove e, nell'incertezza se partire o meno, quando alla fine decidiamo di andare partiamo senza praticamente salutare nessuno. A. ci accompagna per il primo tratto, fino a prendere la voie verte, la pista ciclabile realizzata sul tracciato di una ferrovia dismessa. Proprio in questo tratto si rompe il pedale della bici di S. cosicché A. torna a casa a prenderne un altro (per fortuna ha una bici elettrica!).

Chateau de Tenessus
Con la bici risistemata, ripartiamo da Chapelle Saint Jacques e percorriamo un lungo tratto di voie verte fino alla deviazione per il castello di Tenessus, mentre nel frattempo il cielo si è aperto e comincia a fare caldo. Arrivate a Tenessus facciamo una sosta per vedere il castello dall'esterno e anche per rifocillarci.

Stradine di Parthenay
Da qui, dopo una decina di chilometri, siamo a Parthenay, al Grand Logis, il nostro hotel ospitato da un edificio del Seicento molto bello e con un giardino che affaccia sul quartiere medievale della città, dove prendiamo posto in una stanza enorme (50 mq) dove c'è addirittura un piccolo oratorio per pregare!

Stradine di Parthenay
Parthenay ha una cittadella fortificata il cui ingresso è la porte St Jacques: la città era una tappa importante per i pellegrini durante il cammino verso Santiago e per questo il simbolo della conchiglia è praticamente onnipresente.

Lungo la via principale che sale dalla porta verso il centro si possono ammirare molte case medievali "a colombage", ossia con i tralicci in legno a vista. Per la cena a Parthenay fatichiamo un po' a trovare un ristorante aperto e alla fine optiamo per Les sentiers des saveurs, che - come ci dirà il proprietario del logis - è uno dei migliori della città.

2° tappa: Parthenay-Coulon (56 km) 

Dopo le chiacchiere del gestore del Logis a colazione e un po' di spesa per il nostro pranzo, partiamo un po' tardi da Parthenay e andiamo a prendere la pista ciclabile che parte dall'Eglise Saint Pierre, La Francette, e per un po' la seguiamo anche se è un continuo saliscendi che, combinato con il caldo sempre più intenso, è piuttosto mortale. L'idea è di seguire la pista fino a Champdeniers, poi ci accorgiamo che allungheremmo parecchio e allora ci affidiamo a Google Maps.

Lungo la vélo Francette
Il percorso indicato è certamente più breve, anche se il saliscendi non ci viene risparmiato e di tanto in tanto finiamo in strade sterrate e con la ghiaia non proprio semplicissime da percorrere e un po' pericolose (come può ben testimoniare S. che si è salvata per un pelo dalla caduta!). Il caldo aumenta e non troviamo un posto all'ombra dove fermarci a mangiare; la nostra pausa sarà dunque sul gradino di una casa a La Vergiere per poi ripartire subito e fare il più rapidamente possibile gli ultimi 25 km che ci porteranno a Coulon (non senza prima aver attraversato anche delle strade chiuse a causa dei lavori dove oltre a mettere i piedi e le ruote nel catrame fresco veniamo rimproverate dagli operai!).

Coulon
L'albergo di Coulon, Au Marais, si trova direttamente su uno dei canali che caratterizzano questa zona chiamata Marais Poitevin (detta anche la Venise verte), un'area bonificata in cui è stata realizzata una rete di canali navigabili molto suggestivi. Ci piacerebbe fare la gita in barca sui canali, ma l'ultima è appena partita, cosicché restiamo in stanza al fresco a vedere la partita della nazionale femminile italiana di calcio. A cena andiamo al ristorante accanto all'albergo, la Pigouille, che offre anche rane e anguille (piatti tipici del luogo), ma noi optiamo per le più classiche moules marinieres e per del pesce al forno con contorni di verdure. Durante la passeggiata post-cena abbiamo modo di verificare che il paese di Coulon, pur essendo molto piccolo, è molto gradevole e offre scorci serali sul canale molto suggestivi.

3° tappa: Coulon-La Rochelle (in realtà ci fermiamo a Marans) (42 km)

Marais Poitevin
Nella tappa di oggi attraverseremo la riserva naturale del Marais Poitevin prima di deviare verso la nostra destinazione finale che è La Rochelle. Il percorso è molto bello e rilassante (con paesaggi gradevoli e nessun saliscendi, perché costeggiamo un canale), ma fin dal principio si capisce che oggi è una giornata strana.

Fermandomi su un ponticello per fare una fotografia, il tappo dell'obiettivo si stacca e cade nello spazio tra due assi finendo in acqua. Tra tanti posti dove poteva capitare e dove sarebbe stato recuperabile, accade proprio nel posto peggiore! Ma l'episodio, poco importante, viene rapidamente dimenticato.

Marais Poitevin
Solo che a circa un chilometro da Marans, da dove prenderemo la deviazione per La Rochelle, io foro. Una scocciatura che fa perdere tempo ma che di solito gestiamo agevolmente. Peccato che ci accorgiamo che la pompa che abbiamo dietro - in teoria universale - non è adatta a gonfiare la camera d'aria della mia bici e quindi non sappiamo come fare. Finalmente passano due signori in bicicletta cui chiediamo aiuto. Loro hanno la pompa adatta e così completiamo l'operazione di sostituzione della camera d'aria. Si riparte! Dopo pochi metri però la ruota è di nuovo a terra e noi non abbiamo altre camere d'aria e soprattutto siamo un po' disperate. A quel punto accettiamo volentieri l'offerta di A. di anticipare la loro partenza verso La Rochelle e fare una deviazione a Marans per recuperarci.

Verso Marans prima di forare
Ci avviamo a piedi verso Marans dove ci consoliamo con una bibita fresca e uno spuntino. Intanto arrivano A. e D. con il camper, carichiamo tutto e in breve siamo a La Rochelle, dove siamo alloggiate per la notte in una barca a vela ormeggiata al porto. In attesa del proprietario che ci deve dare le chiavi e spiegare tutto, A. fa un primo tentativo di riparare la camera d'aria, ma ben presto si accorge che è crivellata di buchi a causa di un chiodo da tappezziere che si è infilato nella ruota. Toccherà comprare un'altra camera d'aria e cambiarla dopo aver tolto il chiodo.

Intanto noi abbiamo preso possesso della barca (piccolina ma confortevole) dove decidiamo di portare le biciclette per non rischiare il furto. Però subito dopo aver fatto una sudata clamorosa per caricarle a bordo, veniamo avvisate che le bici non si possono portare sulla barca e che eventuali segni di pneumatici determineranno una multa. E così eccoci di nuovo a tirare giù le bici e portarle fuori dal porto, e poi a pulire tutta la barca per non lasciar nemmeno un segno di pneumatico. Alla fine siamo distrutte. Doccia negli spazi comuni del porto e poi ci dirigiamo al centro storico di La Rochelle con il suo ingresso fortificato dal mare.

La Rochelle
La città è molto bella e offre moltissime cose da vedere e visitare, ma con la "canicule" che ancora si fa sentire nel tardo pomeriggio è difficile stare in giro tranquille. La sera andiamo a mangiare nel posto che ci ha consigliato il proprietario della barca, La Marée, dove effettivamente mangiamo un'ottima cena di pesce. Al ritorno la vista al tramonto e notturna sulla città è molto suggestiva, e non ci lasciamo sfuggire la possibilità di fare qualche foto. Arrivate alla nostra barchetta, c'è ancora un caldo assurdo, soprattutto dentro, così per addormentarmi mi metto fuori e solo a un certo punto della notte mi sposto sottocoperta.

4° tappa: La Rochelle - La Flotte en Ré (21 km)


Plage de l'Arnérault, La Flotte en Ré
Si riparte da La Rochelle nella direzione dell'Ile de Ré. Oggi la tappa è molto breve, nondimeno il caldo che fa e  l'attraversamento del lungo ponte che collega l'isola alla terraferma fanno sì che non si tratti di una passeggiata di relax. In ogni caso, e nonostante la partenza tarda, in tempi piuttosto brevi siamo al nostro albergo, Le Francais, nel paese di La Flotte en Ré, che si rivelerà essere uno dei paesi più carini dell'isola.

Nel pomeriggio c'è anche il tempo di un bagno alla spiaggia del paese, l'Arnerault, dove la marea si sta abbassando a vista d'occhio e ben presto la gente smetterà di fare bagni per raccogliere i frutti di mare che restano scoperti dall'acqua che si ritira. La sera abbiamo appuntamento con i nostri amici A. e D. insieme al loro ospite per un aperitivo nella piazzetta del paese e poi cena al ristorante di pesce del nostro albergo dove per la prima volta nella mia vita assaggio le ostriche (prima non ne avevo avuto il coraggio!) e.... mi piacciono!!!!

Il nebbione sull'Ile de Ré
5° tappa: tour circolare all'Ile de Ré fino al Phare des Baleines e ritorno (52 km)

La mattina quando ci alziamo il cielo è azzurro e il sole splende, quindi temiamo che ci attenda un'altra giornata di "canicule". Però nel tempo che facciamo colazione e siamo pronte a partire, si è alzato dall'oceano un nebbione pazzesco e un vento fresco, quasi freddo, al punto che ci vuole la giacca a vento in bicicletta. La destinazione è il Phare des baleines; di percorsi ciclabili per arrivarci ce ne sono diversi (l'isola è totalmente ciclabile), noi decidiamo di fare quello che costeggia a ovest l'oceano, nonostante il vento contrario che sappiamo attenderci.

La scala a chiocciola del Phare des baleines
Passiamo per il capoluogo dell'isola, St Martin de Ré, con i suoi bastioni e le sue fortificazioni, e poi per altri paesini come Ars en Ré e St Clement des Baleines. Durante il percorso attraversiamo un paesaggio lagunare dove non mancano le saline e i venditori di sale (persino dei punti vendita autogestiti) e gli uccelli tipici di questi ambienti. Arriviamo al faro all'ora di pranzo, compriamo qualche souvenir e mangiamo qualcosa, poi facciamo una passeggiata sulla spiaggia e saliamo sul faro, da dove si gode una vista molto bella sull'isola e si possono abbracciare in un solo sguardo le due coste, nonché l'infinità dell'oceano. Il tempo di un caffè e ripartiamo per rientrare a La Flotte.

La torre dietro il phare des baleines
Alla fine percorriamo 52 km senza neanche accorgercene. Prima di cena facciamo una passeggiata nel nostro paesino e un giro al supermercato locale (cosa che nei miei viaggi all'estero è una tappa obbligata! Questa volta riuscirò anche a rompere un barattolo di marmellata di lamponi), poi ceniamo alla Poissonnerie du Port, dove riprendiamo ostriche e coquillage ora che ci ho preso gusto. Qui riassaggeremo un piatto tipico della zona, che avevamo mangiato già a La Rochelle, la brandade de morue, una specie di pasticcio di baccalà e patate che ha la consistenza del baccalà mantecato veneto.

6° tappa: La Flotte en Ré- Puy du Fou-Mortagne sur Sevre (primo tratto in macchina, poi in bicicletta 17,5 km)

Le saline sull'Ile de Ré
Dovete sapere che quando A. ci ha proposto questo viaggio in bicicletta ha sempre incluso nella nostra settimana come una tappa obbligata un giorno a Puy du Fou. Già prima di partire, cercando su Internet il Grand Parc per fare il biglietto ci eravamo chieste come mai ritenesse questa una destinazione così importante, ma ci siamo fidate. E oggi è il gran giorno! A. e D. ci vengono a prendere col camper e ci portano a Puy du Fou, dove mentre scarichiamo le biciclette e loro vanno via verso casa, noi vediamo decine e decine di pulmann da cui scendono migliaia di persone.

Dopo aver legato per bene le biciclette, aver fatto la fila per entrare e aver lasciato le borse al deposito, iniziamo il nostro giro sotto una calura inverosimile e in mezzo a una folla spaventosa che aumenta sempre di più di minuto in minuto. Praticamente Puy du Fou è un parco divertimenti in cui ci sono attrazioni e spettacoli ispirati alla storia francese e non solo. Alcune attrazioni sono visitabili sempre, altri spettacoli sono a orari fissi. Tentiamo inizialmente di andare a vedere quello sui vikinghi ma quando arriviamo è già al completo.

Per le strade dell'Ile de Ré

Capiamo che di questi spettacoli riusciremo a vederne al massimo uno e scegliamo di andare a Le Bal des Oiseaux Fantômes: attesa sotto il sole in fila per entrare, attesa sotto il sole nel grande stadio dove si tiene lo spettacolo, ma alla fine riusciamo a vedere questa rappresentazione che, sulla base di una storia di cavalieri, è soprattutto un'esibizione di grandi uccelli (falchi, aquile, cicogne ecc.) e dei falconieri che ne governano i percorsi. Affascinante e anche un po' inquietante, perché questi grandi uccelli spesso passano radenti sulla folla.
Delle attrazioni visitabili a ciclo continuo vediamo Le Mystère de La Pérouse, ispirato alla storia di un esploratore e ai suoi viaggi in mare (molto bello!), Les amoureaux de Verdun (la storia di due innamorati, uno dei quali combatte in trincea durante la prima guerra mondiale), e Le Premier Royaume (che racconta la storia del primo re cattolico francese, Clovis). A questo punto però non ne possiamo veramente più, tra caldo e mandrie di persone sudate che sciamano da una parte all'altra del parco e invadono qualunque spazio. Cosicché cerchiamo un posto sul prato all'ombra e ci sdraiamo lì prima per riposarci e poi per vedere la partita della nazionale femminile di calcio (purtroppo sconfitta dall'Olanda!).

Pecore "nere"
Al termine della partita siamo pronte a riprendere le biciclette e a dirigerci al Logis des Treize Vents, che si trova a Mortagne sur Sevre. Mentre ci muoviamo in quella direzione ci rendiamo conto che ci stiamo allontanando dalla nostra meta di domani e ci chiediamo come mai A. abbia prenotato questo albergo. Ci confesserà il giorno dopo che la sua intenzione era di farci dormire al paese di Treize Vents, e che trovando questo logis aveva pensato che fosse appunto nel paese, salvo poi scoprire che era da tutt'altra parte.

I diciassette chilometri che ci separano dal Logis sono impegnativi per i saliscendi e il caldo e quando arriviamo a quello che si presenta come un castelletto senza alcuna insegna non c'è nessuno a cui chiedere la chiave. Dovremo urlare da dietro un cancello oltre il quale si sentono voci di persone che giocano in piscina per attirare l'attenzione di qualcuno e finalmente farci aprire. Il posto è bello, ma è davvero sperduto nel nulla. Per la sera andiamo verso Mortagne a cercare un posto dove mangiare e alla fine ci fermiamo da A comme Alex, un ristorante con un bel patio esterno che alla fine si rivela come il migliore dell'intera vacanza: carpaccio di capesante, pesce spada alla griglia con salsa di melanzane e verdure, formaggi e un dolce di pasta sfoglia e crema al caramello e cioccolato. Tutto ottimo!!

Tornando a Puy Doré
7° tappa: Mortagne sur Sevre-Puy Doré (48 km)

La mattina mi sveglio a causa di un prurito fortissimo sulla schiena e mi accorgo di essere piena di bollicine! Non riesco a capire di cosa si tratti, se punture di insetti oppure una reazione allergica, comunque a parte il prurito per il resto sto bene. Così dopo una bella e abbondante colazione ci mettiamo in sella per tornare verso Puy Doré. Visto che la tappa non è breve e non è in piano, decidiamo di evitare tutte le deviazioni e le stradine secondarie e scegliamo di fare la strada principale, anche perché è domenica e c'è pochissimo traffico. Dopo 3 ore e mezzo di pedalata siamo a Courlay, quindi a soli 3 km da Puy Doré. Qui ci fermiamo al laghetto artificiale per uno spuntino e un riposino, poi ripartiamo. Arriviamo a casa di A. e D. giusto in tempo per aperitivo e cena, entrambi come sempre da loro molto abbondanti. Poi prepariamo le valigie perché è arrivato il momento di partire.

A Puy Doré
La mattina seguente la situazione delle mie bolle non pare migliorata, anzi! E per di più ho uno dei miei attacchi fulminanti di colite. S. è un è po' preoccupata perché oggi ci aspettano due treni, un autobus navetta e un aereo e se continuo ad andare in bagno ogni 5 minuti può essere un problema. Per fortuna l'attacco si risolve nel giro di mezz'ora e quindi posso affrontare il mio viaggio prima un po' rintronata ma col passare delle ore sempre più in forma. Le bollicine invece, quelle me le porterò dietro per settimane, e richiederanno antistaminico e cortisone per attenuarsi. Poi quale sia stata la causa, se l'erba su cui mi sono stesa, i frutti di mare, il caldo e il sudore o altro forse non lo sapremo mai.

Ma intanto anche questa vacanza in bicicletta (in cui i nostri circa 320 km li abbiamo fatti!) è finita e - sono sicura - passerà pure questa agli annali.

Qui altre foto della vacanza su Behance.

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