
Questo conferma la popolarità crescente di questo gruppo che con il suo dream pop conquista un pubblico trasversale sul piano anagrafico e delle provenienze, come si può facilmente cogliere osservando il pubblico che affolla la sala del Monk.
I quattro musicisti che compongono la band (Greg Gonzalez alla chitarra e voce, Jacob Tomsky alla batteria, Phillip Tubbs alle tastiere, e Randy Miller al basso) salgono sul palco alle 23 circa, senza che nessun gruppo o cantante gli abbia fatto da opening, cosicché il pubblico - che attende da più di un'ora - comincia a scalpitare.

Il risultato è un flusso continuo di canzoni romantiche e atmosfere sognanti che manda in visibilio una parte del pubblico, ma che a me conferma l'impressione che già avevo avuto a luglio.

Ciò detto, si deve però riconoscere che i Cigarettes after sex non si risparmiano a livello musicale (offrendo anche un bis al pubblico che lo richiede) e tutto sommato la loro performance e il loro modo di essere sono perfettamente coerenti con la loro musica, che si muove in un universo mentale parallelo, a migliaia di anni luce dalla quotidianità e dalla sua trivialità.
Voto: 3/5
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