domenica 3 dicembre 2017

Y'est où le paradis? = A paradise too far

Ed eccomi qui a un altro festival, questa volta piccolo piccolo, ma molto interessante. Si tratta del On the road film festival, in programmazione dal 5 al 26 novembre al Cinema Detour, a Monti.

Il film che ho scelto - negli incastri vari con mille altri impegni - è un film canadese in lingua francese, dal titolo Y'est où le paradis? del regista Denis Langlois, presentato in anteprima italiana al Detour.

Il film racconta la storia di due fratelli, Samuel (Maxime Dumontier) ed Emilie (Marine Johnson), che hanno entrambi un ritardo mentale e che all'improvviso perdono la madre in un incidente stradale.

I due ragazzi - che hanno problemi di comunicazione tra di loro, oltre che con gli altri - vengono ospitati a casa di Diane e Jean, che già accolgono altri disabili mentali, ma entrambi fanno fatica a rendersi conto e ad accettare la morte della madre.

Una notte si mettono in viaggio alla ricerca di Matchi Manitou, un luogo in mezzo ai boschi di cui la madre gli parlava quando erano piccoli, una specie di piccolo paradiso, dove i due fratelli credono che la loro madre sia andata.

Questo viaggio si trasforma ben presto in un'occasione di crescita individuale, nonché di costruzione e poi di rafforzamento del rapporto tra di due giovani, al di là delle loro difficoltà di comunicazione e relazione. Il tutto inserito in un'atmosfera volutamente fiabesca, favorita anche dai paesaggi innevati nei quali si muovono i protagonisti. Gli incontri che i due ragazzi faranno sul loro cammino sono chiaramente ispirati ad alcuni topoi propri delle fiabe: figure che li aiutano, ma che spesso si rivelano anche pericolose, ostacoli da superare prima dello scioglimento narrativo finale.

L'arrivo a Matchi Manitou corrisponderà con la definitiva elaborazione del lutto: Samuel ed Emilie lasceranno andare via l'anima della loro madre con l'aurora boreale che illumina il cielo sopra di loro, ma avranno trovato nel frattempo il senso e la forza dell'affetto che li unisce, al di là della loro disabilità.

Un film delicato e coraggioso, che si muove leggero sul sottile crinale tra reale e metaforico, senza risultare mai eccessivo da nessun punto di vista.

Voto: 3,5/5

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