La macchina Leica fu infatti la prima macchina piccola e compatta, che poteva essere portata sempre con sé e che dunque consentiva al fotografo di essere al centro dell’azione. Questa possibilità – nonché gli sviluppi tecnologici che la caratterizzarono (i tempi di scatto, il mirino, le ottiche ecc.) – trasformarono presto le macchine fotografiche Leica nello strumento preferito da una intera generazione di fotografi e fotoreporter. Anche quando la comparsa delle prime reflex spinse alcuni fotografi ad adottare questa nuova tecnologia e dunque a comprare queste nuove macchine fotografiche, la Leica continuò a essere preferita da chi voleva scattare senza dare troppo nell’occhio e in modo il più possibile istintivo. La mostra allestita al Vittoriano non solo ci permette di vedere i principali modelli di Leica che si sono susseguiti in questi 100 anni, ma anche di fare una lunga passeggiata attraverso centinaia di foto scattate con queste macchine fotografiche. Dalle prime – a loro modo banali, ma ovviamente innovative per l’epoca – scattate dallo stesso Barnack fino a foto che hanno fatto la storia della fotografia: da Morte di un miliziano spagnolo di Robert Capa agli Attacchi al napalm in Vietnam di Nick Út, da V-J Day di Alfred Eisenstaedt a England di Gianni Berengo Gardin, fino a Derriere la Gare Saint-Lazare di Henri Cartier-Bresson. Ma accanto a queste foto e a questi nomi famosissimi sfilano sotto i nostri occhi foto di moltissimi altri fotografi – più o meno noti – che della Leica hanno sfruttato le potenzialità per i generi fotografici più diversi: non solo reportage, street photography e fotogiornalismo (che sono i generi che a questa macchina fotografica più si addicono), ma anche ritratti, fotografie concettuali e molto altro.
La mostra è articolata in sezioni che seguono in parte un ordine cronologico, in parte un ordine tematico, a volte precedute da un cartello illustrativo, altre volte no, il che può essere un po’ disorientante per il visitatore. Le didascalie delle foto – come accade sempre più spesso ultimamente – sono stampate piccolissime, costringendo il visitatore ad avvicinarsi molto alle foto, cosa ottima e possibile quando non c’è molta gente, ma certamente no nei momenti di grande afflusso. Tutto ciò detto, la mostra è un’occasione per vedere foto bellissime (come quelle che ho a mia volta fotografato e messo a corredo di questo post), per scoprire nuovi fotografi, per conoscere importanti lavori fotografici (diventati anche libri fotografici) che hanno fatto la storia della fotografia, per riflettere sulla natura della fotografia e sulle sue potenzialità.
Per me un vero e proprio godimento per gli occhi e per la mente.
Voto: 3,5/5





