martedì 11 dicembre 2012

Maximilian Hecker (+ Felix Räuber) al Black Market, 7 dicembre 2012


Questo è il resoconto di una serata surreale, che entra di diritto negli annali delle cose più assurde che mi siano successe a Roma.

Tutto comincia qualche settimana fa, quando gironzolando su Internet mi accorgo che Maximilian Hecker suona a Roma, in un posto che non avevo mai sentito nominare, il Black Market a Monti. Scopro che si tratta di un circolo privato in cui si svolge una manifestazione che si chiama Unplugged in Monti alle cui spalle ci sono gli animatori del sito indieforbunnies.
Le modalità per partecipare al concerto non sono convenzionali. Bisogna, infatti, innanzitutto iscriversi a una mailing list e aspettare che si aprano le iscrizioni per ciascun concerto, cosa che avviene con l’invio di una mail, sperando di essere connessi quando accadrà. E così accade. Mi iscrivo e ricevo quasi immediatamente la conferma della partecipazione al concerto.  

Qualche giorno dopo scopro che venerdì 7 dicembre, la data del concerto, viene a trovarmi il mio amico M., che a quel punto non so se posso portare con me, anzi sono quasi sicura di no, visto che le mail che mi arrivano parlano tutte di sold out per il concerto di Hecker.

La sera diluvia, ma noi imperterriti, con la Panda del car sharing, ci dirigiamo al Black Market in via Panisperna, dove innanzitutto dobbiamo fare una tessera di soci. M. è il primo della lista in caso di rinunce al concerto, a quel punto sappiamo che quasi sicuramente entrerà e intanto ci beviamo un bicchiere di vino.

Nel frattempo spiego a M. chi è Maximilian Hecker (qualche ora prima gli avevo fatto ascoltare qualche canzone dall’album Rose), questo cantante tedesco dalla vena estremamente romantica e malinconica che mi ha conquistata con l’album I’ll be a virgin, I’ll be a mountain, mentre ho ascoltato solo su Internet alcune canzoni dal suo ultimo album Mirage of a bliss.

La sala dove si terrà il concerto è una sala che può contenere al massimo una cinquantina di persone, alcuni seduti su panche addossate ai muri, altri su sedie, altri a terra sui cuscini. M. è troppo alto e si siede sulla panca, io a terra sperando che la mia schiena non gridi vendetta. Sono già pronta a scattare con la mia fidata Nikon. Peccato che la sala è illuminata quasi solo da candele, per cui l’uso del flash è praticamente inevitabile e per di più la posizione scomodissima rende difficile inquadrare in maniera sensata, evitando teste e microfoni!

Maximilian Hecker è accompagnato sul palco da un ragazzotto biondo e un po’ effeminato che si presenta come Felix Räuber. Scopro solo a posteriori, cercando su Internet, che si tratta del leader della band tedescxa Polarkreis18, una specie di boyband che è stata in vetta alle classifiche tedesche qualche anno fa con il singolo Allein allein, in Italia mai arrivato e mai sentito (per fortuna!).

Si capisce a quel punto che il vero protagonista della serata sarà Felix, il quale con le sue interpretazioni che vanno dalla migliore tradizione delle boyband alla voce da castrato di Farinelli, rilegge in modo decisamente astruso le canzoni di Hecker.

Dall’altro lato non si può dire che Hecker sprizzi simpatia e allegria da tutti i pori. Il suo volto triste, l’atmosfera lugubre rendono le sue canzoni quasi una sofferenza.

Al principio Hecker cerca anche di scherzare col pubblico, ma Felix occupa qualunque spazio come una primadonna frustrata. È probabilmente un po’ brillo, e dunque certamente un po’ straparla e un po’ esagera in quasi tutto quello che fa. Non riesco esattamente a capire se Hecker è in imbarazzo, inca**ato nero, semplicemente depresso in generale, oppure totalmente indifferente alla cosa.

M. alla mia sinistra ogni tanto si addormenta, salvo svegliarsi agli acuti di Felix.

Il pubblico si guarda un po’ sconcertato.

Si arriva così all’ultima canzone, dopo la quale Maximilian Hecker si allontana. Nessuno lo richiama sul palco. Torna di sua iniziativa Felix, che ci impone un suo bis e a un certo punto si siede al pianoforte intonando la sua canzone più famosa Allein allein e pretendendo che il pubblico italiano, al suo cenno, ne intoni il ritornello come secondo lui accade continuamente in Germania. Peccato che in sala si faccia il silenzio, mentre la gran parte del pubblico mette il cappotto per andare via.

Fuori dalla sala c’è Maximilian Hecker seduto al suo sgabellino che firma i manifesti del concerto e vende i CD. Ha sempre un’aria triste e sperduta. Riesco a fargli una foto in cui finalmente accenna a un sorriso. Il manifesto del concerto è molto bello (lo vedete in testa a questo post! Complimenti a Sabrina Gabrielli) e me lo faccio firmare. A questo punto perché non farsi fare anche una foto? ;-)

Nel frattempo ecco anche Felix. Io e M. non perdiamo l’occasione di dargli da parlare. Non solo ci firma anche lui i manifesti con tanto di dedica (non aspettava altro!), ma ci racconta la sua vita in 5 minuti e ci chiede un sacco di cose… Arriva la conferma che il ragazzo è un po’ brillo e forse in generale un po’ fuori di melone….

Quando usciamo sta ancora diluviando. Noi stiamo ridendo a crepapelle, come due bambini, come due matti. La mattina dopo ascoltiamo su YouTube Allein allein e per tutto il giorno intoniamo il ritornello e ridiamo.

Meglio non dare un voto a questo concerto. Certo difficilmente tornerò ad ascoltare Hecker, che - come dice M. - dal vivo è un po’ troppo deprimente, però ci ricorderemo a lungo di questa buffissima serata.

Non posso concludere, però, senza farvi ascoltare Allein allein, così siete preparati per il prossimo concerto di Felix in Italia ;-)

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