domenica 28 ottobre 2012
L'intervallo
È il terzo film di seguito che vado a vedere i cui protagonisti sono un lui e una lei.
Qui si tratta di due giovanissimi.
Veronica (Francesca Riso), 15 anni, è stata rinchiusa in un grande edificio abbandonato (un collegio presumibilmente) in attesa che arrivi il boss locale della camorra, Bernardino, a regolare i conti per uno sgarro che la ragazza ha fatto al clan.
Salvatore (Alessio Gallo), 17 anni, è costretto a farle da guardiano, dopo che gli è stato sequestrato il carretto per la vendita delle granite con cui lui e suo padre lavorano.
Veronica è sprezzante e orgogliosa, si atteggia a donna navigata e capace di fronteggiare qualunque situazione pur di difendere le proprie scelte.
Salvatore è chiuso e un po' imbranato, svolge controvoglia l'incarico che gli è stato assegnato ed è infastidito dall'atteggiamento di sfida della ragazza.
La loro conoscenza forzata, che presto diventa complicità e sostegno reciproco, avviene tutta all'interno del muro di cinta del collegio e nell'arco di una giornata (dalla mattina alla notte), in una perfetta unità di tempo e di luogo, che si traduce però per i due ragazzi in una salvifica sospensione spazio-temporale dal loro quotidiano.
Alla fine di questa giornata il rovesciamento può dirsi compiuto anche agli occhi dello spettatore.
La prigione in cui i due ragazzi sono costretti si è trasformata in uno spazio di libertà, nel quale ognuno ha avuto la possibilità di mostrare appieno se stesso: Veronica fragile, desiderosa di una realizzazione di sé che non riconosce nel mondo che la circonda, bisognosa di qualcuno che si prenda cura di lei; Salvatore che ha un rapporto speciale con la natura, che ama raccontare le storie, che ha un animo buono e generoso.
La vera prigione è il mondo esterno, quel mondo difficile, regolato dalle leggi non scritte della camorra, quel mondo che costringe anche due ragazzini come Veronica e Salvatore a indossare una corazza e a vivere una vita che non è la loro.
Dentro l'edificio abbandonato c'è spazio per la fantasia e l'immaginazione, quella che trasforma i sotterranei allagati in un fiume da attraversare e il giardino incolto in un bosco da scoprire, c'è spazio per i sogni e le passioni, e dove lo squallore della quotidianità si trasforma in poesia.
Dentro l'edificio si sente vicinissimo il rombo degli aerei che decollano e sembra così a portata di mano la possibilità di volare lontano.
Ma al calare della notte e all'arrivo di Bernardino, tutto torna irrimediabilmente al suo posto, il posto che la camorra impone. I due ragazzi tornano alle loro prigioni, quelle da cui nessuno, se non - come loro stessi favoleggiano - un terremoto, potrà liberarli.
Nessun riscatto, nessuna salvezza, nessun eroe per questo bel film di Leonardo Di Costanzo.
Voto: 3,5/5
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