L'ombra del vento / Carlos Ruiz Zafón; trad. di Lia Sezzi. Milano: Mondadori, 2006.
Ed ecco un altro libro che avevo sullo scaffale da tempo immemore, anzi forse l'avevo comprato per regalarlo visto che il prezzo era coperto dall'adesivo Feltrinelli (o forse peggio, era un regalo e io non mi ricordo di chi! Glab...). I giorni di assoluto riposo, silenzio e pace di Mathraki me ne hanno finalmente consentito la lettura. Tutta d'un fiato.
L'ombra del vento è una specie di omaggio al piacere di raccontare. Non a caso protagonisti sono: una specie di biblioteca sui generis, il cosiddetto "cimitero dei libri dimenticati", un libro che un bambino trova in questa biblioteca e che si intitola appunto L'ombra del vento, ed il suo autore, Julian Carax, che sembra scomparso nel nulla insieme ai suoi libri.
Zafón ci racconta di come questo bambino diventa adulto e lo fa investigando sulla vicenda del libro che ha trovato e del suo autore.
A metà strada tra un thriller con qualche venatura macabra e horror, un romanzo d'amore e di formazione e un romanzo storico, L'ombra del vento conquista per l'intreccio narrativo sapientemente articolato, per la vividezza dei personaggi, anche quelli minori, e soprattutto per la piacevolezza e al contempo ricercatezza della scrittura, che ci conduce attraverso le strade di Barcellona nei quartieri famosi (la Barceloneta, il Montjuic), ma anche negli angoli più bui e sconosciuti.
Nel libro di Zafón ci sono molti stili e molti echi di generi e topoi letterari che ne fanno un romanzo di spessore e qualità elevate, ma anche una lettura piacevole e coinvolgente. Una specie di romanzone d'appendice dei nostri tempi.
Certo non un libro da leggere a spizzichi e bocconi prima di addormentarsi, innanzitutto perché ci si perderebbe nei dedali della storia e nella congerie dei personaggi, in secondo luogo perché la componente soprannaturale e quella macabra potrebbero agitare il sonno anziché conciliarlo.
Ed è proprio questa partecipazione quasi fisica che Zafón realizza con la sua scrittura a fare in modo che la lettura di questo libro resti appiccicata sulla pelle per diversi giorni dopo averlo chiuso.
Voto: 4/5
mercoledì 24 ottobre 2012
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Molto scettica visto il successo pazzesco, l'ho letto quasi tutto d'un fiato! Fa bene ricredersi :)
RispondiEliminaAnche per me stesso motivo di ritardo nella lettura, stesso risultato ;-)
Eliminammm, a me non ha convinto per niente. L'ho trovato poco sincero, costruito pezzo per pezzo, molto artificiale, fatto a tavolino. Dopo poche pagine si vedeva che ci buttava dentro di tutto, con un occhio puntato ad un grande pubblico: la biblioteca misteriosa, l'atmosfera del periodo, protagonisti con passato tortuoso, l'avventura dell'infanzia, bellezze conturbanti, giallo, storia, horror, e cosi' via. Si', la storia e' anche ben raccontata, e di solito mi faccio prender e non mi curo molto di come e' stato scritto un libro, o perche'. Ma in questo caso si'. Probabilmente l'autore e' una bravissima persona, che fa bene il suo lavoro, e mi sto sbagliando, nel qual caso chiedo scusa per il cinismo. Pero' anch'io sono una brava persona, di solito.
RispondiEliminaSicuramente nasce bestseller già nella mente dell'autore... e questo può essere fastidioso.
EliminaPerò nel complesso la storia mi ha preso.
Devo dire d'altra parte che alla conclusione della lettura non ho avuto la minima spinta a leggere i successivi romanzi dell'autore, come mi è capitato in molte altre circostanze ;-)