domenica 25 settembre 2011

Carnage

Dopo aver letto una serie di recensioni entusiastiche di questo film, devo dire che provo un po' di imbarazzo nel dire che l'ho trovato un po' deludente.

Posso almeno provare a spiegare - almeno a me stessa - il perché (anche se forse, in realtà, semplicemente non ero nella giusta disposizione d'animo). Circa un anno e mezzo fa ero andata a vedere a teatro la messa in scena dello stesso testo, Il dio della carneficina, recitato da Silvio Orlando, Alessio Boni, Anna Bonaiuto e Michela Cescon.

A quel tempo non conoscevo l'opera teatrale di Yasmina Reza e ne sono rimasta colpita per la capacità di mettere a nudo la nostra ipocrisia sociale, dietro la cui fragile maschera si nascondono aggressività, frustrazioni, cinismo, ossessività.

Avevo trovato la messa in scena di Roberto Andò a teatro efficace e la recitazione dei quattro attori molto convincente.

Così sono andata al cinema per vedere che cosa avrebbe fatto di questa ottima materia prima un regista d'eccezione come Roman Polanski e cosa dei quattro protagonisti un vero e proprio poker d'assi di attori, ossia Kate Winslet, Jodie Foster, John C. Reilly e Christoph Waltz.

Ebbene, per quanto mi riguarda, è rimasto un ottimo testo, ne riconosco una regia appropriata e di qualità, una grande recitazione (con una menzione particolare per Christoph Waltz, davvero superlativo), ma con la sensazione che in fondo sarebbe bastato molto meno di Roman Polanski per ottenere lo stesso risultato. E che si tratti di Brooklyn o della periferia di una città italiana resta una lettura universale dei rapporti sociali in una società occidentale satura di perbenismo e di una conflittualità sotterranea, che aspetta solo di essere portata alla superficie.

Per gli attori - che pure offrono una straordinaria prova (e per questo direi che sarebbe stato meglio andarlo a vedere in lingua originale) - mi pare che ormai questo testo stia diventando un moderno classico con cui confrontarsi per dimostrare la propria bravura, un po' come un tempo poteva essere recitare Macbeth.

È vero però che un classico è tale se - visto anche un elevato numero di volte - continua a conquistare lo spettatore rinnovandosi ad ogni visione. In questo caso invece io personalmente ne ho avvertito di più la ripetizione.

Dunque, se non l'avete visto a teatro, andatelo a vedere e sono sicura che vi piacerà. Se l'avete visto a teatro e decidete di andarlo a rivedere fatemi sapere cosa ne pensate.

Voto: 3/5

1 commento:

Lascia qui un tuo commento... Se non hai un account Google o non sei iscritto al blog, lascialo come Anonimo (e se vuoi metti il tuo nome)!