Easy breezy / Yi Yang. Milano: Bao Publishing, 2021.
In una lista dei graphic novel migliori pubblicati nel 2022 avevo visto Deep vacation, albo della fumettista cinese, ormai trapiantata in Italia, Yi Yang. Ero quasi tentata di comprarlo, ma poi ho letto che in questo lavoro l'autrice riprende alcuni dei protagonisti del precedente, Easy Breezy.
E a quel punto ho pensato bene di procedere in ordine e di
comprare e leggere questo lavoro.
Protagonista della storia è uno strano trio, anzi per l'esattezza un quartetto. Li Yu è un teppistello che marina la scuola e bullizza il suo compagno Yang
Kuaikuai, il secchione della classe, isolato da tutti. Un giorno, mentre Li Yu
è con lo zio Ya, i due si accorgono che davanti a loro è stato parcheggiato un
furgoncino il cui proprietario ha lasciato le chiavi nel cruscotto e decidono
di rubarlo. Mentre stanno per scappare via, Li Yu si rende conto che Yang
Kuaikuai li ha visti, e dunque per non lasciare indietro testimoni lo porta con
sé.
Ben presto i tre alquanto improvvisati ladruncoli si
accorgeranno che nel furgoncino dorme Yun Duo, una bambina di cinque anni, che
è stata sequestrata dal proprietario del furgoncino e che famiglia e polizia
stanno cercando. A questo punto inizia un inseguimento davvero rocambolesco e
senza respiro, che vede il quartetto braccato dal sequestratore e disorientato
sul da farsi. Mentre lo zio Ya si conferma un bonaccione senza troppo cervello
e la piccola Yun Duo non si rende totalmente conto di quello che sta avvenendo,
i due ragazzi - pur all'interno di una condizione di conflittualità di
sottofondo permanente - nei fatti si alleano e mettono a fattor comune le
caratteristiche di ciascuno per mettersi in salvo e sconfiggere il vero
cattivo.
Il graphic novel ha la caratteristica di rendere
perfettamente a livello visivo ed emotivo l'inseguimento a rotta di collo, non
lasciando al lettore un attimo di respiro in questa galoppata che - in men che
non si dica - lo conduce all'ultima pagina. Lo stile di Yi Yang è tendenzialmente
più basato sulle immagini che sulle parole (queste ultime invero molto limitate), e
gioca moltissimo con le "inquadrature cinematografiche", in alcuni casi davvero
originali.
Al termine della lettura non ho potuto fare a meno di fare
un collegamento mentale con il film Shoplifters (Un affare di famiglia in
italiano) del regista giapponese Hirokazu Kore-Eda, ma dentro di me pensavo di
essere in parte fuori strada. Poi quando ho letto in una intervista all'autrice
che il film e il regista sono un elemento di forte ispirazione per lei sono
stata confermata nelle mie ipotesi.
Per me la lettura di questo albo, e in generale di quelli
pubblicati da Bao Publishing in questa collana, è l'occasione di scoprire il mondo del fumetto
cinese, i manhua, da non confondere con i ben più noti manga giapponesi. E devo
dire che finora è una scoperta davvero interessante.
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