Dell'ultimo graphic novel di Zuzu (al secolo Giulia Spagnulo, giovane fumettista salernitana) avevo sentito parlare in ogni dove, cosicché mi sono detta che dovevo assolutamente leggerlo. Così, in un sonnacchioso e addivanato pomeriggio pasquale ho dunque preso in mano il tomone e l'ho letto tutto d'un fiato.
Al centro del racconto c'è Claudia, una giovane donna nel cui passato c'è un amore assoluto ma tossico con Giorgio, informatico e bassista parecchio più grande di lei, e nel cui presente c'è invece l'amore sincero e pacifico di Piero, un coetaneo che vive ancora con i genitori. Quando Claudia parte per andare a Roma a fare un provino nel quale reciterà una parte del monologo Giorni felici di Samuel Beckett, l'incontro casuale con Giorgio riporta tutto a galla e costringe la ragazza a fare i conti con quello che è stato e a cercare dentro di sé una composizione.
Zuzu - come molti altri fumettisti italiani - attinge al proprio vissuto per raccontare una storia che vuole però andare al di là del particolare e del soggettivo e diventare capace di parlare a tutti.
La giovane fumettista salernitana lo fa in maniera originale, sia dal punto di vista delle scelte grafiche (con un tratto quasi naif e l'uso di colori pastello acceso che ricordano quasi il fauvismo) sia dal punto di vista narrativo (la protagonista è una specie di freak, dal momento che di fronte alle emozioni più forti si trasforma in un essere parzialmente animalesco, dotato di coda, artigli, zanne e ali).
Quella raccontata da Zuzu - pur essendo una storia se vogliamo tutto sommato ordinaria da tanti punti di vista - riesce a conquistare il lettore per l'incisività con cui tratteggia sentimenti e stati d'animo, sostenuti non solo dalla scelta grafica ma anche dal tipo di inquadrature e dal "montaggio" delle tavole.
Il "lieto fine" in cui si stemperano tutte le tensioni della narrazione, pur riconciliante anche per il lettore, appare narrativamente un po' affrettato e non regge il confronto con il ritmo della narrazione che per tutto il libro si prende tutto il tempo che ritiene necessario.
Non ho ancora letto il primo graphic novel dell'autrice, Cheese (la sua tesi di laurea allo IED), pare fortemente influenzato dal tratto di Gipi, l'autore che - attraverso La mia vita disegnata male - ha determinato l'agnizione di Giulia nei confronti del fumetto.
Se dunque Cheese è fortemente debitore nei confronti del fumettista toscano, con Giorni felici Zuzu trova un'ispirazione molto più personale sia nella storia che nel disegno.
Nel tempo sono diventata un po' allergica ai racconti un po' ombelicali che spesso trovano spazio in fumetti e graphic novel; devo però dire che Zuzu con la sua capacità al contempo di trasfigurare il reale e di rimanerci attaccata riesce a parlare una lingua nuova e certamente molto meno autoreferenziale di quanto non accada spesso con questo tipo di storie, affacciandosi davvero sul confine del linguaggio della letteratura (a fumetti in questo caso).
Voto: 3,5/5
Nel tempo sono diventata un po' allergica ai racconti un po' ombelicali che spesso trovano spazio in fumetti e graphic novel; devo però dire che Zuzu con la sua capacità al contempo di trasfigurare il reale e di rimanerci attaccata riesce a parlare una lingua nuova e certamente molto meno autoreferenziale di quanto non accada spesso con questo tipo di storie, affacciandosi davvero sul confine del linguaggio della letteratura (a fumetti in questo caso).
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