
Proprio quando Maggie sta procedendo all'inseminazione, incontra John all'università dove entrambi insegnano e da un'amicizia nasce una storia d'amore, che consente a Maggie di realizzare il suo sogno di avere una figlia senza ricorrere a un donatore.
Ma le dinamiche sentimentali e relazionali tra Maggie, John e Georgette saranno molto meno prevedibili e lineari di quanto potremmo immaginare, mettendo a nudo la fragilità di tutti i nostri modelli e ideali romantici dell'innamoramento, della coppia e della famiglia.
La sceneggiatrice e regista Rebecca Miller si muove a proprio agio in un terreno che confina da un lato con il mondo ironico e strampalato di Noah Baumbach (di cui la Miller utilizza anche l'attrice feticcio Greta Gerwig) e dall'altro con l'intellettualismo brillante e divertente del migliore Woody Allen (a cui l'ambientazione e alcuni passaggi della sceneggiatura rendono omaggio).
Il risultato è un film certamente godibile e spassoso, ma decisamente rivolto ai trenta-quarantenni presunti intellettuali e radical chic di cui rispecchia gusti e idiosincrasie. L'equilibrio tra riflessioni di spessore, anche se presentate in maniera leggera, e divertissement puro funziona per quasi tutto il film, anche grazie alla straordinaria bravura degli attori che rendono credibili, umani e riconoscibili questi personaggi stralunati e fragili; talvolta però si avverte qualche sfilacciamento e qualche nota stonata o eccessiva che lasciano un po' perplessi, così come in taluni casi la riconoscibilità dei riferimenti cinematografici è tale da creare una parziale impressione di già visto o sentito.
Nel complesso una commedia divertente e non banale che tutto sommato rappresenta un regalo non da poco in una stagione, quella estiva, che cinematograficamente di solito in Italia appare piuttosto avara.
Voto: 3,5/5
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