giovedì 8 novembre 2012

Cronache veneziane / Enrico Casarosa

Cronache veneziane: diario di viaggio a matita, acquerelli, luci e ombre di assurdità / Enrico Casarosa; trad. di Elisabetta Sedda. Milano: Rizzoli Lizard, 2012.

Enrico Casarosa è quello del bellissimo cortometraggio La luna che la Pixar ha inserito in apertura dell'ultimo film Ribelle.
Enrico è anche uno di quegli italiani che, per poter fare della propria passione un lavoro, ha lasciato l'Italia alla volta degli Stati Uniti, San Francisco, e che, grazie alle sue capacità, è finito alla Pixar, quella fucina di talenti che ha rivoluzionato il mondo dell'animazione digitale.

Ma Casarosa è anche e soprattutto un disegnatore, un narratore di storie per immagini. E ne dà dimostrazione in questo bel lavoro appena uscito, Cronache veneziane.

Questo graphic novel racconta fondamentalmente una storia d'amore, e i numerosi viaggi in aereo che l'hanno costellata: dagli Stati Uniti a Venezia e ritorno, da San Francisco al Messico e ritorno, dagli Stati Uniti a Genova e ritorno.

In realtà, dal punto di vista strettamente narrativo, l'andamento è molto frammentario, tenuto insieme dal dialogo costante del protagonista, lo stesso Enrico, con la sua coscienza buona e quella cattiva nella forma classica di un "angioletto" e di un "diavoletto". Proprio questi dialoghi sono forse l'aspetto meno riuscito di Cronache veneziane, per quel po' di stucchevolezza ed adolescenzialità che inevitabilmente li caratterizza.

È invece molto convincente - nonché profondamente romantica - la storia d'amore ivi raccontata, che è poi quella tra Enrico e la ballerina Marit, prima sua fidanzata, poi moglie. È questa storia d'amore che stimola i passaggi più belli, più divertenti, più commoventi e veri.
 
Al di là dei contenuti narrativi, il lavoro di Enrico Casarosa è pieno di chicche e invenzioni. Innanzitutto gli splendidi acquerelli che ci regala, in particolare quelli veneziani, poi gli straordinari disegni degli spettacoli di danza della compagnia di Marit (sia quelli a carboncino, sia quelli fatti al buio con la matita che non si stacca mai dal foglio), i disegni di Marit e dei genitori durante la gita veneziana, le ricostruzioni di interni, i disegni in soggettiva di se stesso al lavoro, gli spunti ironici ed autoironici, il rimando al fumetto multimediale realizzato per il compleanno di Marit.

Ne viene fuori il ritratto di una persona per la quale il rapporto tra la vita e il disegno è costante e profondamente complesso. Casarosa fa passare attraverso le sue matite e i suoi acquerelli qualunque emozione ed evento significativo della vita, a volte ricrea la vita attraverso il disegno, altre volte il disegno aggiunge spessore alla vita.

Dunque, non solo vita e letteratura possono essere intrecciati al punto tale da risultare indistinguibili e indivisibili, ma anche vita e disegno, come Casarosa ci dimostra.

Voto: 3,5/5

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