Che fare in una sera d’estate in cui ci si è distrutti con una visita alla Galleria Nazionale di Arte Moderna (bella!), lo shopping selvaggio in centro approfittando dei saldi e un doppio aperitivo innaffiato da due bicchieri di buon vino?
Si va al cinema sotto casa a vedere Captain America…
Non mi lancerò in azzardate disquisizioni sul personaggio, anche perché la mia conoscenza dei fumetti della Marvel, dei rapporti con DC Comics e di tutto quel complesso mondo che ruota intorno ai supereroi è davvero molto molto limitata.
Da profana qualche sono, certamente salvo due sequenze del film:
- quella in cui il basso e mingherlino Steve Rogers (Chris Evans) viene messo nella macchina inventata dal dottor Erskine (Stanley Tucci) e ne esce – grazie allo sviluppo cellulare indotto dalla macchina – alto, muscoloso, possente e con una tartaruga da far invidia al più accanito dei palestrati; sfido chiunque sia andato a vedere il film a negare di aver pensato: “La voglio!!”
- quella in cui l’ormai trasformato Steve Rogers viene convinto da un Senatore a indossare una ridicola tutina rossa, bianca e azzurra e uno scudo finto che riproduce la bandiera americana e ad esibirsi col nome di Captain America, circondato da una schiera di ballerine, con scena finale di pugno – finto! – alla controfigura di Hitler (siamo negli anni dello scoppio della seconda guerra mondiale e gli Stati Uniti sono impegnati nella campagna a sostegno della partecipazione alla guerra).
Queste due sequenze apportano quella dose di ironia che, invece, mi pare complessivamente manchi nel resto del film e forse in generale fa un po’ difetto a questo primo vendicatore. Eh sì, perché a giudicare da tutto il resto, a farla da padrona è invece una forte componente patriottica, una ideologia machista e militarista, che non solo mi è sembrata inconcludente e poco credibile, ma che francamente mi ha fatto anche un po’ orrore.
Insomma, ridatemi il lato oscuro di Batman, ridatemi l’umanità complessa e la fragilità di Spiderman! Ma forse Christopher Nolan e Sam Raimi sono registi con un approccio diverso rispetto a Joe Johnston e in mano a loro anche Captain America avrebbe acquisito qualche chiaroscuro in più.
Ciò detto, la divisa di Captain America, non quella degli spettacoli, ma quella realizzata per le azioni di guerra, è davvero molto bella e lo scudo indistruttibile è un gadget un po’ ingombrante, ma che a volte potrebbe fare comodo.
Però non credo possa bastare per convincermi ad andare a vedere le prossime puntate della saga.
Voto: 2,5/5
giovedì 28 luglio 2011
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