domenica 4 luglio 2010

Toy story 3 - La grande fuga

Devo dire che questi signori della Pixar sono veramente geniali! Mi danno davvero l'impressione di lavorare per un'azienda che ha deciso di puntare su capacità e creatività. E il risultato è che - sul fronte del cartone animato moderno - sono una spanna al di sopra di tutti.

Anche questo Toy Story 3 - La grande fuga secondo me è assolutamente all'altezza delle aspettative. Inizia in modo perfetto: un'ambientazione del Far West con Woody impegnato a salvare un treno dai cattivi. Presto però intervengono personaggi strani e non certo in linea con l'ambientazione: Mr e Mrs Patata, Buzz Lightyear, Rex dinosauro, il porcellino salvadanaio. E si capisce presto che siamo nella fantasia di Andy che inventa storie con i suoi giocattoli, mescolandoli e rendendoli assolutamente coerenti l'uno con l'altro, anche quando non lo sono, come solo un bambino può fare.

In realtà, si tratta del racconto retrospettivo di Andy bambino e dei tempi felici in cui giocava; ora che sta per andare al college è venuto il momento di decidere il destino dei suoi giocattoli, che - più o meno per sbaglio - finiranno prima all'asilo Sunnyside (un vero e proprio lager per giocattoli), ma riusciranno alla fine a tornare a casa e trovare un nuovo, commovente, destino.

I personaggi principali sono fedeli a se stessi e divertenti come sempre (sempre molto azzeccata la dinamica tra Woody e Buzz Lightyear, quest'ultimo anche in versione spagnola), ma anche i nuovi personaggi che si uniscono alla combriccola, in particolare Barbie e Ken, sono assolutamente esilaranti, in particolare per la mia generazione che a suo tempo ci ha giocato moltissimo.

Praticamente si ride di cuore per tutto il film. E ci si emoziona pure. E soprattutto si ha la sensazione di quanto tutto sia realistico, pur non essendolo affatto.

Il 3D aggiunge fascino all'insieme, ma devo dire che non fa la differenza, perché la forza del film sta nella qualità della storia e della sceneggiatura. E nell'eccezionalità tecnica dell'animazione.



A questo punto, devo, però, assolutamente menzionare il corto che precede il film. Avevo amato Partly cloudy, che precedeva il film Up. Devo dire che anche questo Day & night è superbo. Due personaggi bidimensionali, il cui corpo contiene paesaggi tridimensionali che rispecchiano la loro natura e le loro emozioni. Uno dei due esprime tutto ciò che c'è di bello nel giorno (la spiaggia con la gente, la campagna con i fiori, il sole, le passeggiate etc.), l'altro rappresenta un mondo e un umore in notturna (la spiaggia vuota, la luna, le lucciole, ma anche i fuochi di artificio, la vita nei casinò etc.). All'inizio, non si capiscono e si azzuffano; in un secondo momento, in parte si invidiano. Alla fine, riescono a godere della loro diversità e unicità, fino a incontrarsi e scambiarsi addirittura i ruoli.
A parte l'uso del tridimensionale per una volta finalizzato a veicolare un significato, trovo che questi corti siano in grado nella loro semplicità di toccare davvero livelli di animazione altissimi e di comunicare, senza fatica, significati universali.

Godetevi di seguito il Making of del corto:



Voto: 4/5

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