domenica 6 settembre 2020

Residenza Arcadia / Daniel Cuello

Residenza Arcadia / Daniel Cuello. Milano: Bao Publishing, 2017.

Dopo aver letto Mercedes avevo adocchiato l'opera prima di Daniel Cuello e già pianificavo di comprarla. Poi per il mio compleanno me l'hanno regalata i miei amici A. e I. e non ho resistito nemmeno una settimana prima di affrontarne la lettura.

Residenza Arcadia è un condominio abitato in prevalenza da anziani. Di per sé si tratta di un condominio come molti altri, i cui abitanti hanno ciascuno le proprie ossessioni e frustrazioni che sfogano, a seconda dei casi, nei confronti dell'amministratore o degli altri condomini. I dispetti tra condomini e le piccole meschinità sono all'ordine del giorno, ma tutti gli abitanti del condominio sono uniti nel loro rifiuto verso estranei o diversi che arrivino a turbare la folle quiete della loro casa.

Cuello ambienta la storia in uno spazio e un tempo indefiniti. Potrebbe trattarsi dell'Italia e potrebbe essere il presente (tutti dispongono di smartphone e altre tecnologie) ma del mondo esterno non sappiamo né vediamo quasi niente. Sappiamo solo che nel mondo di residenza Arcadia vige una sorta di totalitarismo che non tollera opposizioni e ha ridotto alcune libertà dei suoi cittadini, come quella di acquistare quanti libri si vogliono.

La storia degli abitanti del condominio procede quasi per sketch ciascuno dei quali getta luce sulle caratteristiche di ognuno portando all'evidenza la meschinità diffusa che sa fare fronte comune solo contro i diversi.

In realtà il prologo - definendo fin da subito il tono tra il grottesco e il drammatico che caratterizza l'intero albo - rivela immediatamente che anche all'interno dei singoli nuclei familiari e delle singole abitazioni le situazioni non sono meno tese e conflittuali, e a poco a poco si scopre che ognuno si porta dietro dal passato dolori e sofferenze con cui in molti casi non è riuscito a scendere a patti o che hanno condizionato l'intera sua esistenza.

Ne viene fuori un affresco sicuramente un po' parodistico e grottesco, come rivela anche lo stile dei disegni con cui Cuello rappresenta i personaggi, ma anche ricco di pietas e in fondo di comprensione umana verso queste persone che forse in un mondo diverso avrebbero potuto sviluppare la versione migliore di loro stessi e invece vivono nella solitudine e nella incomunicabilità e si alimentano solo della propria cattiveria, perpetuandola nel tempo.

Un albo di grande impatto.

Voto: 4/5

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