E dunque ho deciso che, rispetto alla puntata precedente, procederò per quadretti, sensazioni, impressioni, episodi.
Da pochi minuti per le strade di Shanghai capiamo che è vero quando dicono che questi miliardi di cinesi sono passati senza soluzione di continuità dalle biciclette alle macchine di grossa cilindrata (è chiaro che i tassisti fino a ieri avevano un’idea solo molto vaga di cosa fosse un’automobile!) e chi non è potuto passare alla macchina ha invaso le strade con motorini elettrici più simili ai Ciao che guidavamo a 15 anni (ma molto più silenziosi) che agli scooter di cui sono piene le nostre città. Qualunque mezzo di trasporto guidino, i cinesi si comportano come se avessero sotto il sedere una bicicletta. Ossia non rispettano le indicazioni dei semafori (come giustamente ha detto un amico che vive a Shanghai i semafori sono più che altro un suggerimento!), si infilano in qualunque spazio libero anche se questo comporta un cambiamento di corsa a destra o a sinistra del veicolo che gli sta davanti, strombazzano a tutto spiano quando qualunque cosa abbiano davanti non si sposta e loro non riescono a zigzagare sulla strada, non cambiano marcia neppure con le cannonate, perché bici e motorini elettrici non lo richiedono e non capiscono perché dovrebbero farlo con le automobili!
Questi assurdi motorini elettrici, oltre ad essere attrezzati per qualunque condizione atmosferica (ad Hangzhou ci sono addirittura dei tendoni sulle corsie dei motorini vicino agli stop per permettergli di ripararsi dal sole e dalla pioggia), silenziosamente te li ritrovi in testa o tra le gambe in men che non si dica, anche quando cammini tranquillamente su un marciapiede o quando stai attraversando con il semaforo verde sulle strisce pedonali. E se non ti sposti ti suonano dei clacson assurdi, che tutto sembrano fuorché clacson. Nonostante tutto, le biciclette sono usatissime in una città che conta 19 milioni di abitanti (170 milioni nell'area metropolitana!) come Shanghai e vengono utilizzate per trasportare l'intrasportabile: non avete un'idea di cosa riescano a caricarci sopra con sistemi di imballaggio assolutamente unici! Doveva esserci qualcosa di veramente straordinario nel loro expertise più antico; peccato che si stiano convertendo alla modernità!
Ma se vi rimane tempo per guardare le persone per strada (mentre scansate macchine e motorini!), lo spettacolo risulterà ancora più buffo! A parte gli ombrelli onnipresenti che servono per il sole e per la pioggia (e in un clima come quello che si ritrovano è assolutamente essenziale!) – ma in questo hanno ragione loro, l’ombrello contro il sole è una salvezza assoluta e fa un’enorme differenza -, moltissimi vanno in giro per strada con le magliette sollevate per lasciare la pancia scoperta (ovviamente uomini!), perché la cosa – pur orribile a vedersi – fa stare più freschi; non vi meravigliate se passeggiando per strada sentirete qualcuno che rumorosamente raccoglie tutto il catarro che ha in gola per poi prodursi in uno sputo da campionato del mondo: è assolutamente normale e non è considerato maleducato (ci dicono che le secrezioni del corpo devono essere espulse in ogni caso secondo loro e dunque è legittimo sputare in pubblico, e non oso immaginare cos’altro!).
Non pensiate inoltre che se incontrate qualcuno con un cellulare posizionato davanti alla bocca è qualcuno che non ha capito come si usa l’aggeggio; moltissimi cinesi parlano al telefono così, tenendo l’audio altissimo in modo da poter sentire la voce di chi gli parla, e - vi assicuro - non si tratta solo di persone anziane.Non vi meravigliate se in un qualunque posto pubblico, un hotel, un ascensore, un negozio o qualsiasi altra cosa, nessuno vi saluta o vi accenna un sorriso. A meno che non sia un venditore debitamente istruito per questo, la cosa è assolutamente normale. I cinesi hanno facce prevalentemente inespressive da cui non trapela nulla, anzi di solito una certa ostilità. Solo i bambini riescono ad essere ancora realmente spontanei, prima di capire che invece forse è meglio adattarsi – per il loro stesso bene – al comportamento imperante. Del resto, non può che essere un portato socio-politico-culturale, perché non posso credere che un’intera popolazione possa essere fatta così e, del resto, quelli di loro che hanno avuto la possibilità di uscire dalla cappa in cui vivono mostrano di poter essere allegri, divertiti e affabili.
Per non parlare dei cinesi a tavola! Da loro – come saprete se avete frequentato ristoranti cinesi in Italia o in qualunque parte del mondo – non esiste realmente una distinzione tra antipasti, piatti principali e dolci. Tutto viene posizionato al centro della tavola su un piatto ruotante che consente a tutti di condividere tutto e di mescolare i sapori… Il che può essere anche carino!Trovandoci a tavola con tutti cinesi, abbiamo anche capito che esistono delle regole di comportamento su cui probabilmente abbiamo fatto delle gaffes. Tipo, la persona più anziana a tavola comanda decidendo quando si può cominciare a bere, quando si può girare il centro tavola ruotante e così via; è sempre la stessa persona che controlla che a tavola ci sia sempre tutto e si preoccupa che gli ospiti siano sempre ben serviti. Fin qui tutto bene.
Poi, dunque, la cucina cinese – quando è di livello elevato è buonissima ed anche molto digeribile. Abbiamo provato piatti del Sichuan, ravioli cinesi (che poi sono di migliaia di specie diverse) fatti a mano, verdure al vapore, riso, carni e quant’altro molto buoni. Ma, scusate, sarà che anche noi che mangiamo europeo poi avremo nell’alito e sulla pelle un odore di non so che (aglio? cipolla? olio?), ma quando mangi cinese da tre giorni mattina, pranzo e cena faccio fatica a descrivervi che odore si acquisisce… E poi dopo un po’ – sarà una sensazione – ma tutto sa della stessa cosa: salsa di soja? Spezie cinesi? O boh?
E non sorprenderà sapere che praticamente non esiste alcuna forma di raccolta differenziata. Credo che sarebbe assolutamente impossibile convincere 2 miliardi di cinesi - del resto lo è anche con 50 milioni di italiani - a seguire delle regole, tanto più se queste regole riguardano la gestione dell'immondizia, o forse non c'è alcun interesse a farlo - visto che su altre cose ci si riesce perfettamente -, perché probabilmente è più conveniente e socialmente più utile avere un consistente numero di persone che va in giro per strada a recuperare dai bidoni e dai cestini tutte le bottiglie di plastica e a strapparle praticamente dalle mani delle persone per realizzare una vera raccolta differenziata ex post!
La tecnologia, i grattacieli, le luci sfavillanti sono solo il biglietto da visita di un paese che dietro nasconde ingiustizie e disuguaglianze. Per di più, la Cina non è il Giappone, non è la Corea del Sud, non è nemmeno l’appena recuperata Hong Kong; lo scintillio tecnologico della modernità non è del tutto reale. È un’imitazione, come tutto del resto in questo paese, dove qualunque cosa gli metti davanti sono in grado di rifartelo uguale, ma un po’ più rottino, un po’meno bello, un po’ meno funzionante, ma sostanzialmente nel suo insieme una copia perfetta. A Shanghai credo ci sia il più grande mercato del falso del mondo, e direi che non è un caso.
Mi pare di aver sicuramente dimenticato qualcosa di fondamentale (per esempio, i ponti e gli edifici con le illuminazioni psichedeliche tipo quelle degli orribili oggetti cinesi che vogliono venderci in Italia quando siamo tranquilli a mangiare al ristorante; il tempio buddista come isola di pace; la città storica di Shanghai ricostruita come un parco a tema; i militari sempre intorno)! Ma – direi – per tutto il resto, andate in Cina. Niente sarà come l’esperienza diretta!
Per chi è arrivato fin qui, scusate l'inusitata lunghezza!
P.S. Ho visitato anche delle biblioteche (oltre ad aver partecipato a una conferenza dal tema City life and library services ad Hangzhou), ma di questo parlerò in una rivista professionale per non annoiare tutti gli altri.

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