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mercoledì 12 agosto 2020

Non stancarti di andare / testi di Teresa Radice; disegni e colori di Stefano Turconi

Non stancarti di andare / testi di Teresa Radice; disegni e colori di Stefano Turconi. Milano: Bao Publishing, 2017.

Dopo il successo dell'albo Il porto proibito, che anche io avevo sommamente apprezzato, Teresa Radice e Stefano Turconi, collaudatissima coppia nella vita e nel lavoro, lei autrice dei testi, lui autore dei disegni e del colore, è tornata in libreria con un altro graphic novel pubblicato da Bao Publishing, in una veste editoriale importante, vista la scelta del grande formato e della copertina rigida.

Da un punto di vista grafico, non si può far altro che ammirare la perizia di Stefano Turconi e godere la meraviglia dei disegni, dei colori e della costruzione del racconto. Anche solo sfogliando l'albo si comprende di trovarsi di fronte a un lavoro molto ambizioso con cui i due autori hanno deciso di osare di più e di fare un passo ulteriore nella direzione della complessità. Parte di questa ambizione consiste anche nel fatto che con questo lavoro Turconi e Radice decidono di allontanarsi dalle storie di immaginazione e di avventura, per raccontare vicende molto concrete e personali.

Non stancarti di andare è un viaggio nel tempo e nello spazio che ha come protagonisti Iris e Ismail, due giovani, lei italiana che ha fatto del disegno e dell'illustrazione la sua professione, lui siriano, professore d'arte all'università. I due - come scopriremo dai numerosi flashback - si sono conosciuti e innamorati durante un viaggio di lei con l'amica Ale in Siria, per il quale Ismail faceva la guida. E un ruolo determinante nell'inizio della loro storia lo ha avuto Padre Saul, un sacerdote che ha realizzato in un remoto monastero in Siria un luogo di incontro, di scambio e di convivenza pacifica di culture e religioni.

La storia comincia però quando Ismail sta partendo per la Siria, dove ha alcune faccende da sbrigare, mentre subito dopo Iris scopre di essere incinta. La storia si snocciola dunque attraverso questi nove mesi di attesa: da un lato di quell'"amore minuscolo" - come lo chiama Iris - che sta nella sua pancia, dall'altro dello stesso Ismail di cui a un certo punto si perdono le tracce. Con questa vicenda si intrecciano le storie della madre di Iris, Maite, una donna ribelle che ha un rapporto difficile con sua figlia, di zia Tiz, un'amica cara di Maite che è per Iris come e più di una zia, di padre Saul, e di molte altre persone che hanno a che fare con il presente di Iris ma anche con la storia di sua madre.

Nel graphic novel di Turconi e Radice le parole e i disegni hanno la stessa importanza e viaggiano a volte paralleli, a volte divergenti, illuminandosi ovvero oscurandosi reciprocamente in un gioco cui sta al lettore stare appresso.

Il risultato è un albo molto sentito, cosa che forse è anche il suo maggiore limite. Il forte coinvolgimento emotivo degli autori (evidente nel corso della lettura e svelato pienamente nelle ultimissime pagine) crea probabilmente in loro l'imperativo di essere all'altezza della storia raccontata, di mantenere l'asticella alta, di viaggiare sempre un piano di elevata idealità. Tutto questo però - pur essendo a tratti molto coinvolgente e commovente - in diversi momenti si fa eccessivamente retorico, in particolare nel parlare di maternità. Inoltre, pur essendo i due autori evidentemente persone di grande apertura mentale e certamente con una visione allargata e onnicompresiva dell'umanità non v'è dubbio che i loro riferimenti intellettuali e spirituali vengano quasi interamente dal mondo cattolico "progressista", come è chiaro dai numerosi riferimenti e citazioni presenti in questo lavoro. Non che questo mi abbia fatto sentire il loro racconto meno vicino, ma certamente lo ha caratterizzato in maniera talmente esplicita e forte da conferirgli un'identità di cui sinceramente avrei fatto a meno. In realtà, in Turconi e Radice non c'è giudizio nei confronti di alcuno e tutti i personaggi, anche quelli allergici a qualunque forma di spiritualità e di smanceria sentimentale, come Maite, vengono compresi e accolti, in un modo che dal loro punto di vista è certamente sincero e non mediato, ma che può risultare un po' paternalistico.

Ciò detto, Non stancarti di andare resta un inno alla vita, in tutte le migliaia di modi in cui ognuno di noi la vuole leggere e interpretare, purché questi modi siano finalizzati alla ricerca della bellezza e della pacifica convivenza umana.

Voto: 3/5

giovedì 10 settembre 2015

Il porto proibito / Teresa Radice e Stefano Turconi

Il porto proibito / Teresa Radice e Stefano Turconi. Milano: Bao Publishing, 2015.

Mi pare che Bao Publishing stia a poco a poco allargando gli orizzonti della sua linea editoriale e stia contribuendo in maniera significativa a portare sul mercato del fumetto italiano prodotti sempre meno scontati, dando visibilità non solo ad autori stranieri affermati ed emergenti, ma anche a fumettisti bravi di casa nostra che non hanno voluto o non hanno potuto emigrare nella terra di bengodi del graphic novel, ossia la Francia.

È questo il caso di Stefano Turconi (già apprezzato disegnatore di Topolino, ma anche di Viola Giramondo) e della sua compagna di lavoro e di vita Teresa Radice, che si occupa delle sceneggiature.

Ebbene, dalle mani e dalle menti di questi due bravi autori italiani è venuto fuori questo graphic novel molto bello e originale, che si presenta – fin dall’aspetto – come un romanzo d’avventura ottocentesco, ma che per altri versi è costruito come un’opera teatrale. E infatti dopo il frontespizio "vero" ci si trova di fronte a un frontespizio ulteriore che data Londra 1811 e aggiunge il sottotitolo: Opera a fumetti in quattro atti. A questo frontespizio segue l’apertura del sipario (in senso letterale) con una frase tratta da I giganti della montagna di Luigi Pirandello e il sipario si chiude nelle ultime pagine su una poesia di Pablo Neruda. Scorrono nelle pagine seguenti i titoli di coda e le specifiche relative alle opere da cui sono tratte le citazioni di cui è costellato il testo e alla musica che è entrata nel libro o che ha fatto da colonna sonora ai suoi autori. A seguire ci aspetta una specie di epilogo che getta brevemente luce sui protagonisti a distanza di tempo dalla fine della storia.

Quella di Radice e Turconi è una storia di mare, di velieri e di marinai, con una trama complessa - e di cui sarebbe un vero peccato rivelare troppo -, in cui ci sono almeno tre protagonisti: il giovane Abel che è stato ritrovato in mare senza memoria, la rossa e lentigginosa Rebecca Riordan che gestisce una casa di appuntamenti a Plymouth e il capitano McLeod, grande e grosso lupo di mare, innamorato di Rebecca. Un destino infausto accomuna Abel e Rebecca, e sarà McLeod a fare da ponte tra le storie di questi due personaggi.

In questa trama già di per sé piuttosto articolata, in cui la parola scritta ha un ruolo significativo, molto più che in altri graphic novel, trovano ampio spazio stralci di poesie e citazioni che arrivano principalmente dai poeti romantici inglesi Coleridge e Wordsworth, ma anche da William Blake e dalla Bibbia.

È dunque facile concluderne che Il porto proibito è un vero e proprio omaggio letterario che si ispira ad un immaginario in parte perduto e a cui questo fumetto vuole ridare vita, riuscendoci splendidamente.

Arrivati all’ultima pagina sentirete forte il bisogno di rileggerlo. Io l’ho riletto quasi integralmente la prima volta, per cogliere alcuni passaggi della sceneggiatura e apprezzarne gli incastri perfetti, e poi l’ho riaperto più volte per rileggerne le parti che mi avevano toccato di più, e per apprezzare la bellezza dei disegni. Eh sì, perché qualche parola va certamente spesa anche per i disegni di questo fumetto, tutti a matita, disegni caratterizzati da una grandissima dovizia di particolari (frutto sicuramente di lungo studio in alcuni casi), nonché capaci di rendere una straordinaria varietà di espressioni e di emozioni da parte dei personaggi. Bello anche quando i disegni non si riferiscono direttamente alle parole scritte (spesso pensieri dei protagonisti), ma divagano al di là delle parole, senza per questo perdere mai la connessione profonda, direi emotiva, con le stesse.

Il porto proibito è una storia che toccherà il cuore degli adulti per l’acutezza dei sentimenti e dei pensieri che trasmette e conquisterà i bambini per il senso di avventura e di scoperta che porta con sé.

E nessuna conclusione è più appropriata di quella con cui ci lasciano i suoi autori, l’augurio "che avrebbe usato Rebecca, da qualcuno attribuito a San Patrizio":

Possa la strada venirti incontro,
possa il vento essere sempre alle tue spalle.
Possa il sole splendere caldo sul tuo viso,
la pioggia cadere dolcemente sui tuoi campi.
Che sia verde l’erba sulla quale cammini,
blu il cielo sopra di te.
Siano pure le gioie che ti circondano,
veri i cuori che ti amano.

Da ora in poi, possa la strada venirti incontro,
possa il vento essere sempre alle tue spalle,
possano i caldi raggi del sole inondare la tua casa
e la mano di un amico esserti sempre vicina…

…e fino a quando, di nuovo, ci incontreremo,
possa Dio portarti sul palmo della sua mano.


Voto: 4/5