Quale spettacolo migliore da andare a vedere nella giornata internazionale della donna che L'inferiorità mentale della donna, portato in scena da Veronica Pivetti?
Lo spettacolo, per la regia di Gra & Mramor, è liberamente ispirato all'omonimo trattato di Paul Julius Moebius scritto nel 1900. A partire da questo testo Giovanna Gra propone un percorso attraverso il pensiero reazionario applicato al rapporto uomo/donna.
La narratrice e madrina di questo percorso è una Veronica Pivetti in versione steampunk primo novecentesca, affiancata da Anselmo Luisi, straordinaria spalla non solo sul piano musicale, ma anche su quello interpretativo.
L'analisi del testo di Moebius si alterna all'esecuzione, da parte della stessa Pivetti, di una serie di canzoni della scena internazionale e soprattutto italiana che hanno proprio la donna e il rapporto con l'uomo al centro del testo.
L'approccio è ironico: la narratrice, nell'aderire a questi testi, ne fa emergere la "naturale" assurdità per poi svelare e dichiarare la propria posizione nell'ultima parte dello spettacolo quando la Pivetti dismette gli abiti primo-novecenteschi.
Oltre al fatto che non ho trovato lo spettacolo né particolarmente originale né appassionante, mi sono chiesta per la sua intera durata a chi si rivolgesse, perché per chi queste cose le sa e già ne è convinto lo spettacolo non sposta una virgola, mentre temo che chi non la pensa così possa esserne solo indispettito.
In generale non amo molto queste scelte didascaliche che mi sembra servano solo a rassicurarci e a toglierci di dosso il peso della complessità e delle sfumature.
Del resto uno spettacolo simile si potrebbe scrivere anche per molte altre forme di razzismo, diverse da quello di genere; per fare qualche esempio i neri rispetto ai bianchi, ma anche altre categorie etniche, culturali, sociali o di altro tipo che nei secoli hanno subito varie forme di persecuzione e la cui inferiorità spesso la scienza ha contribuito ad accertare e dichiarare con metodi ovviamente discutibili.
Non voglio fare del facile benaltrismo, ma quello che voglio dire è che non sono sicura che questo tipo di cose aiutino la causa femminile e femminista, o almeno non sono sicura che spostino davvero qualcosa nell’opinione pubblica. O forse mi sbaglio, e alla fine tutto serve, non solo le vere guerre politiche sul fronte dei diritti.
Sta di fatto che a me lo spettacolo ha detto poco, e ne sono uscita alquanto delusa, sebbene devo dire che molte persone sedute intorno a me sembravano entusiaste (stessa situazione in cui mi sono trovata al termine della visione di C’è ancora domani).
Voto: 2,5/5
mercoledì 9 aprile 2025
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