venerdì 11 aprile 2025

Baumgartner / Paul Auster

Baumgartner / Paul Auster; trad. di Cristiana Mennella. Torino: Einaudi, 2023.

Baumgartner è il primo romanzo di Paul Auster che leggo e l'occasione di farlo me la regala un'amica per il mio compleanno.

Un altro amico, appassionato di Auster, mi dice che a lui non è molto piaciuto ma che in fondo è un ottimo libro per conoscere lo scrittore americano perché in Baumgartner c'è proprio Auster che fa Auster. Io ovviamente non so bene cosa significhi ma mi immergo senza riserve nella lettura.

Posso dire che Baumgartner mi fa subito l'effetto di un libro della senilità, il che per me non è un difetto, visto che in questi ultimi anni sto riflettendo molto e per vari motivi sul non essere più giovani.

Il protagonista è un professore di una certa età che vive da solo dopo la morte della amatissima moglie Anna, una donna avventurosa e piena di vita che è stata travolta da un'onda alcuni anni prima.

A seguito di questo evento che ha tolto a Baumgartner per parecchio tempo la spinta vitale, il romanzo ci racconta da un lato l'elaborazione del lutto, dall'altro il suo ritorno alla vita e le riflessioni che l'accompagnano, anche attraverso lunghi flashback sul passato, stimolati - tra le altre cose - dalla lettura dei diari e degli scritti di Anna.

Quella di Baumgartner è una riflessione laica sull'esistenza, che non prevede seconde possibilità o vite future, ma che crede invece in una forma spirituale di connessione con chi si è amato e non c'è più attraverso il ricordo, che è l'unica cosa che tiene ancora in vita prima che anche la memoria di noi scompaia.

Baumgartner è stato definito un testamento spirituale dello scrittore (morto nel 2024), ma - come altri hanno fatto notare - nonostante la tristezza che inevitabilmente accompagna i pensieri della parte finale della vita, questo libro è anche pieno di una sottile ironia e di una forza vitale che conferisce senso all'esistenza per tutto il tempo che ci è dato di vivere.

La scrittura di Auster mi riporta inevitabilmente ad alcuni stilemi e forme tipiche del romanzo americano (a me ha fatto tornare alla mente alcune cose di Franzen), e questo stile narrativo non risuona perfettamente con il mio modo di sentire. Nel senso che, pur ritrovandomi in diversi passaggi ed essendone catturata, so già che il libro non si imprimerà - o almeno non consciamente - nella mia memoria emotiva e nel giro di poco tempo ne avrò un ricordo alquanto sfocato.

Voto: 3/5

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