Con la mia amica F. prendiamo il biglietto per Fotofinish che non abbiamo mai visto, anche se mi rendo conto che gli spettacoli di Rezza e Mastrella si potrebbero vedere anche più volte con immutata soddisfazione e nuove sensazioni.
L'allestimento del palco è molto bello e la particolarità è una specie di scivolo bianco montato sulla scala che si trova tra le due ali dei sedili degli spettatori. Noi abbiamo i posti proprio accanto allo scivolo, in seconda fila, e quando ce ne rendiamo conto cominciamo a temere perché sappiamo che Rezza, nella sua totale imprevedibilità, può in qualche modo coinvolgerci nello spettacolo.
Come sempre accade con gli spettacoli di Rezza-Mastrella, è molto difficile dire quale sia la trama. Si tratta di spettacoli che sono costruiti al punto di incontro tra la fisicità di Antonio Rezza, che continua ad andare avanti e indietro sul palco, su e giù sullo scivolo, in mezzo agli spettatori, a travestirsi e svestirsi con gli elementi della scenografia, a fare facce ed espressioni incredibili, e un flusso ininterrotto di parole e di immagini che oscillano tra il nonsense, l'esilarante, il comico, il sacrilego, il politicamente scorretto e il crudele.
Negli spettacoli di Rezza-Mastrella si parla di religione, di sessualità, di libertà, di relazioni, di famiglia, e anche di politica, e lo si fa senza peli sulla lingua, creando collegamenti impossibili tra le cose e immagini mentali che fanno sbellicare o raccapricciare a seconda dei casi.
A un certo punto Rezza comincia a giocare col pubblico, prendendo di mira alcune persone, ovvero coinvolgendole, tra le resistenze e le reazioni più o meno terrorizzate delle persone. A un certo punto le persone vengono portate sul palco, mentre i loro cappotti e giacche vengono lanciate in platea, e io comincio a temere. Metto la giacca per terra e di lì a poco vengo trascinata pure io sul palco, dove tutti noi veniamo "giustiziati" e finiamo per terra morti. E mentre il palco è pieno di persone "morte" lo spettacolo continua e ci ritroviamo al punto che Rezza e il co-protagonista Armando toccano le chiappe di chi è a terra, comprese le mie!!
Al termine dello spettacolo usciamo ridendo con quel po' di sconcerto che è tipico di questi spettacoli e che in fondo è la cosa che li rende unici.
Esperienza difficile da descrivere e che secondo me va vissuta almeno una volta nella vita.
Voto: 3,5/5
Voto: 3,5/5
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