Nicoz Balboa (nome d’arte di Nicoletta Zanchi) è "romana de Roma" e quasi morbosamente legata alla sua città, come è proprio dei romani, anche se vive da parecchi anni in Francia. È madre di una bimba, Mina, nonché tatuatrice, illustratrice, disegnatrice di fumetti, artista e molto altro.
Questo è il suo primo albo a fumetti pubblicato ed è un albo decisamente originale. Non si tratta infatti di un graphic novel come ormai siamo abituati a leggere, ma di un vero e proprio diario, disegnato e scritto su un’agenda Moleskine per almeno un paio d’anni.
E come tutti i diari è un racconto intimo e non solo; però anziché usare solo il flusso di pensieri (c’è anche quello), utilizza i disegni che rappresentano se stessa, la sua bambina, i suoi amici, i figli degli amici, i suoi amori e tutto il mondo che ruota intorno a lei.


È in questo modo che avviene quel processo di identificazione che inevitabilmente ci fa sentire la persona di cui leggiamo familiare e ci fa pensare di conoscerla da sempre, come un’amica di vecchia data, quando invece quello che abbiamo trovato è una parte di noi stessi. Gli artisti servono a questo: a renderci esplicite e universali delle cose che noi pensiamo essere solo nostre e su cui ci arrovelliamo sentendoci sbagliati, e che invece grazie a loro capiamo essere tratti caratteristici dell’umanità tutta, solo che di solito non entriamo nell’intimità degli altri così a fondo da poterli davvero vedere.
Il che poi non vuol dire che smettiamo di arrovellarci e di stare male, ma forse ci sentiamo un po’ meno soli.
Voto: 4/5
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