sabato 27 agosto 2016

Groenlandia Manhattan / Chloé Cruchaudet

Groenlandia Manhattan / Chloé Cruchaudet. Bologna: Coconino Press, 2010.

Di Chloé Cruchaudet avevo letto e amato tantissimo Poco raccomandabile. Cosicché a seguire ho comprato alcuni suoi lavori: l'unico altro pubblicato in Italia, questo Groenlandia Manhattan, e un altro in lingua originale, Ida.

Anche Groenlandia Manhattan è ispirato a una storia vera. Siamo nel 1897. L'esploratore Robert Peary è impegnato nella sua impresa di raggiungere il Polo Nord. Il suo ultimo tentativo è andato a vuoto, nonostante l'aiuto della popolazione locale. Per non tornare a mani vuote, Peary decide di riportare con sé in nave a New York non solo un grosso meteorite ma anche alcuni rappresentanti del popolo eschimese, tra cui il piccolo Minik.

L'impatto degli eschimesi con la cultura occidentale non è facile, e soprattutto il loro fisico - pur abituato a reggere temperature impensabili per i popoli cosiddetti civilizzati - non regge al clima della città, cosicché gli adulti a uno a uno muoiono, e l'unico sopravvissuto resta il piccolo Minik.

Questi viene cresciuto da una famiglia newyorkese e, pur rimanendo un diverso agli occhi degli altri, a poco a poco fa proprio lo stile di vita occidentale.

L'albo di Chloè Chruchaudet racconta innanzitutto l'insensibilità di una cultura fortemente colonialista che considera il mondo intorno a sé un oggetto di curiosità e di studio in una presunzione di superiorità umana e culturale e, in secondo luogo, il dramma di un bambino scisso tra la forza delle sue radici e l'adattamento progressivo al mondo nel quale è cresciuto, al punto tale da sentirsi un estraneo rispetto a entrambi questi mondi, a nessuno dei quali appartiene interamente.

Rispetto a Poco raccomandabile, la storia raccontata in questo albo è meno potente, per quanto non banale e interessante; ma quello che ancora una volta colpisce è la qualità del lavoro dell'Autrice, innanzitutto nella ricerca storica che l'ha portata a questo albo - e che emerge in mille modi - e poi per l'originalità e l'inventività delle soluzioni grafiche che ci propone: dalle tavole con bellissimi colori acquerellati a quelle con i colori piatti che raccontano i sogni e le leggende degli eschimesi, dalle riproduzioni di documenti d'archivio a imitazioni degli stili grafici del tempo.

In conclusione, un graphic novel meno di impatto rispetto a Poco raccomandabile, ma che conferma il talento indiscutibile di Chloé Cruchaudet, una delle rare fumettiste che non realizza lavori di pancia, ma va alla ricerca di storie dimenticate e poi le racconta con uno stile personalissimo e con una grande qualità nella resa estetica, storica ed emotiva.

Voto: 3,5/5

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