Poniamo che l'asteroide che milioni di anni fa, colpendo la terra, ha fatto estinguere i dinosauri l'avesse solo sfiorata... I dinosauri non sarebbero spariti dal pianeta e – chissà – magari si sarebbero evoluti, mentre gli umani sarebbero rimasti dei selvaggi, in netta minoranza.
È questa l'idea geniale che sta alla base de Il viaggio di Arlo.
Arlo è un giovane dinosauro, spaventato dal mondo, che viene alla luce in una famiglia di dinosauri agricoltori ed è destinato, insieme ai suoi fratelli, a occuparsi dell'azienda agricola di famiglia. Un giorno però suo padre muore in circostanze tragiche e, in seguito a una tempesta, Arlo si trova lontanissimo da casa e incapace di ritrovare la strada.
Inizia così il suo viaggio, presto affiancato da Spot, un cucciolo di uomo, che lo difenderà dai pericoli e lo aiuterà a crescere e ad affrontare le sue paure.
Il viaggio farà incontrare ad Arlo e Spot tante creature, in parte nemiche e pericolose, in parte amiche e collaborative, e spetterà a loro non solo capire di chi fidarsi, ma anche sostenersi a vicenda nella strada verso casa.
Il nuovo film della Pixar è incentrato su alcuni temi chiave della filmografia per bambini: l'avventura, il viaggio, l'amicizia, la famiglia, e si configura come un classico romanzo di formazione che trasformerà un cucciolo pauroso e insicuro in un adulto dotato di sensibilità e senso di responsabilità.
L'avventura di Arlo e Spot è una gioia per gli occhi e per il cuore: le scene nei prati con le lucciole e lungo il fiume con lo stormo degli uccelli sono di grande effetto scenografico; l'amicizia dei due protagonisti, accomunati dalla solitudine e dalla perdita delle persone amate, è in grado di smuovere anche il cuore più insensibile e di suscitare lacrimoni e singhiozzi anche nell'anima più dura.
Ancora una volta, insieme ai personaggi creati dalla Pixar, tutti - grandi e piccini - ci emozioniamo e allarghiamo il cuore alla bellezza del mondo e dei sentimenti.
Personalmente ho trovato perfetta la prima parte del film, un eccellente mix di narrazione, sentimenti, azione e personaggi. La seconda parte tende invece, secondo me, a sfilacciarsi un po' e a disperdersi in troppi rivoli e, pur alzando il livello emotivo, si avvia verso un finale convenzionale che sinceramente mi ha lasciata un po' interdetta.
Mi sarei aspettata e avrei tanto voluto che i creatori di Arlo osassero un po' di più e portassero la riflessione sul concetto di famiglia - attraverso i loro due bellissimi personaggi – un po' più in là di quella idea tradizionale e rassicurante che invece alla fine un po' ridimensiona le premesse del film, nonché le promesse di un mondo in cui – come recita il trailer – un piccolo gesto può cambiare le cose.
Ciò detto, andare a vedere il film di Natale della Pixar con i miei nipoti rimane per me uno dei momenti più belli delle festività.
Voto: 3,5/5
giovedì 7 gennaio 2016
Il viaggio di Arlo
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