Diario del cattivo papà. Volume 2 / Guy Delisle; trad. di Giovanni Zucca. Milano: Rizzoli Lizard, 2014.
Appena uscita la seconda parte del Diario del cattivo papà mi sono fiondata immediatamente a ordinarlo su IBS. La lettura è arrivata in un weekend in cui un virus intestinale mi ha abbattuto a letto e devo dire che le avventure di Delisle papà hanno contribuito a rendere meno triste e doloroso il pomeriggio a letto.
Per chi ha già letto il volume 1, questa seconda parte costituirà una conferma dello straordinaria capacità del fumettista di prendersi in giro nella sua veste di padre. Un padre che è disposto a contravvenire a qualunque regola pedagogica per conquistare i suoi figli in una sera in cui sua moglie non c’è, che spesso non è in grado di dedicare la dovuta attenzione mentale alle curiosità dei suoi figli, ovvero non si fa scrupoli nel condizionare pesantemente le loro preferenze ad immagine e somiglianza delle proprie, che si rivela in molte circostanze più bambino dei suoi bambini, egoista e completamente concentrato su se stesso.
Ma la grandezza di Delisle sta – come già osservato nel primo volume – nel portare allo scoperto le difficoltà e le debolezze dell’essere genitori in modo del tutto trasparente, senza dunque alcun tentativo di rappresentare la realtà in modo politicamente corretto, come spesso i genitori – per un atavico senso di colpa – si sentono costretti a fare.
Ne viene fuori così il ritratto irriverente di un papà che certamente ama i suoi figli, ma sa anche riconoscere e ridere (nonché farci ridere) dei suoi limiti, nell’idea che diventare genitori non rende improvvisamente perfetti, ma in qualche modo richiede consapevolezza di sé.
Gli episodi qui raccontati sono tutti molto divertenti e ho trovato particolarmente commoventi i ringraziamenti alla moglie Nadège, “che accetta il ruolo della cattiva nelle mie storie”.
Voto: 3,5/5
venerdì 16 maggio 2014
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